ACIREALE: Padre Bartolomeo Sorge alla “Zelantea”
Data: Sabato, 06 novembre 2010 ore 08:00:00 CET
Argomento: Eventi


superiore del Centro Studi Sociali  e direttore dell’Istituto di Formazione Politica “Pedro Arupe” di Palermo, successivamente direttore delle riviste gesuitiche “Pop oli” (1999-2005) e “Aggiornamenti sociali” (1997-2009),  padre Sorge è certamente uno dei più significativi protagonisti di quella “traversata, dal Concilio Vaticano II a oggi” che è stato il tema dell’incontro ed è anche il titolo della sua ultima pubblicazione, un volume che attraverso ricordi, incontri ed esperienze personali dell’autore ripercorre cinquanta anni di storia, alla luce di quell’evento  carismatico che ha portato nella Chiesa una “ventata dello Spirito”, ventata che ha fatto crescere la Chiesa e la società (“La traversata. La Chiesa dal concilio Vaticano II a oggi”, 2010). All’inizio della manifestazione Saretto Leonardi, presidente del circolo degli ex alunni del Collegio Pennisi, ha voluto rendere omaggio alla Compagnia di Gesù, ricordando come, sotto la guida dei padri Gesuiti (presenti ad Acireale fino al 1977), il collegio acese abbia avuto un ruolo di primo piano nella storia della città e nella formazione della sua classe dirigente. Ha preso, quindi, la parola il presidente dell’Accademia, Giuseppe Contarino, che ha tracciato un breve profilo dell’illustre relatore, presentandolo come un personaggio che, in questi ultimi 50 anni, ha operato nelle frontiere del rinnovamento  spirituale da illuminato anticipatore, avendo compreso prima di altri i segni dei tempi. “Egli – ha detto Contarino - non appartiene alla cate go ria dei M aestri, ma a qu ella dei Testimoni”. Bartolomeo Sorge, infatti, era stato appena ordinato sacerdote quando, il 25 gennaio 1959, fu indetto il Concilio Ecumenico, di cui, nella prima parte della sua relazione, ha messo in luce le tre grandi novità: il riconoscimento del ruolo dei laici nella Chiesa,  l’affermazione della storicità del messaggio cristiano e la riscoperta della Bibbia. Padre Sorge ha, quindi, raccontato questi ultimi cinquat’annni, trascorsi da quello straordinario evento, attraverso i suoi personali ricordi: l’assidua frequentazione, da direttore de “La Civiltà Cattolica”, con i tre Papi, Paolo VI (“il più grande pontefice del ‘900 per santità di vita e modernità di mente”) Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II; la stima che aveva per lui il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, un laico ma soprattutto uomo che sentiva e viveva la sofferenza di quegli anni travagliati; i lavori della terza conferenza dell’episcopato sudamericano del 1979, nel corso del quale ha conosciuto da vicino le frontiere del cambiamento sociale, al fianco di grandi personaggi profetici come il cardinale Oscar Romero (“uomo di grande umiltà”) e dom Helder Camara (“uomo di grande coraggio”). P artic olar mente p r of ic ua, poi, l’att i vità svolta a Palermo. Inviato d ai superiori in Sicilia, Sorge arrivò in una città “demolita spiritualmente” d opo l’assassinio del g enerale Da lla Chie sa, una città in cui si respirava un clima pesante, nella quale fu costretto a vivere sot to scor ta per avere apertamente sfidato la mafia attraverso un  nuovo messaggio educativo e formativo. L’Istituto d i For mazione Po litica,  da lui fondato e intitolato a padre Arupe, partecipò  attivamente alla cosiddetta “primavera palermitana”, di cui Sorge fu il vero animatore. Anche oggi, a distanza di tempo, il gesuita, al riguardo,  ha le idee molto chiare: “l’attività repressiva da parte dello Stato è importantissima, ma la criminalità organizzata si sconfigge solo cambiando le coscienze, facendo capire che la mafia è una strada di morte, agli antipodi del messaggio cristiano”. Mentre, relativamente  alla figura del politico, ha affermato: “Non basta essere santi per essere dei buoni politici. Occorre anche essere professionalmente preparati, perché fare il politico deve essere una vocazione, come quella del sacerdote o del medico, perché, come disse papa Pio XI: “la politica è la forma più alta di carità, seconda solo a quella verso Dio”. Parole che fanno pensare, guardando all’attuale grave crisi della politica italiana, per superare la quale, secondo Sorge, bisognerebbe prendere ad esempio quei politici che furono i protagonisti della ricostruzione dell’Italia nel dopoguerra (De Gasperi, La Pira,  Dossetti, Zaccagnini). Una “frecciata” è stata dedicata anche alle gerarchie ecclesiastiche: “I vescovi non possono rimanere zitti di fronte a questa deriva anticristiana. Devono alzare la voce  contro la politica corrotta e contro la mafia”. In conclusione, Sorge ha lanciato un  messaggio di speranza per il futuro, nonostante tutto. “In tutti questi anni ho potuto constatare che nella Chiesa c’è veramente Dio” perché l’opera divina è nell’umano,  pur con tutti gli errori che sono stati commessi. Ed è proprio da questi errori che occorre ripartire attraverso una necessaria purificazione, quella “purificazione che sempre anticipa una nuova stagione piena di Grazia per un  Cristianesimo più puro, più santo”. “Non tutte le cose sono andate bene – riconosce padre Sorge – ci sono stati anche tanti abusi, perché quando si passa dal Carisma alla Stor i a in i ziano le difficoltà. Nonostante questo, la rotta segnata dal Concilio si è  rivelata quantomai valida. Non resta che seguirla fedelmente, senza ripensamenti. Ha poi aggiunto: “anche di fronte agli scandali che umiliano il volto divino della  Madre Chiesa non dobbiamo scoraggiarci, perché il mondo non è destinato alla rovina, ma alla salvezza. La Chiesa ha oggi bisogno di una nuova generazione di  traghettatori, che sappiano non aver paura, perché la barca di Pietro non andrà mai alla deriva”. È un messaggio positivo, quello che voluto trasmettere padre Bartolomeo Sorge, un messaggio di speranza - rivolto principalmente ai giovani - nella certezza della presenza dello Spirito.

Guido Leonardi da AKIS







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