Draghi: ''L'Italia fatica a crescere. Urge la stabilizzazione dei precari''
Data: Venerdì, 05 novembre 2010 ore 12:55:11 CET Argomento: Istituzioni
Italia al bivio
tra stagnazione e crescita. Il governatore della Banca d'Italia, Mario
Draghi invita a "non smettere di preoccuparci" nella sua Lectio
Magistralis al convegno in ricordo di Giorgio Fuà 'Sviluppo economico e
benessere'. "La difficoltà dell'economia italiana di crescere e di
creare reddito non deve smettere di preoccuparci", sostiene. Poi,
avverte: "Dobbiamo ancora valutare gli effetti della recessione sulla
nostra struttura produttiva. E' possibile che lo choc della crisi abbia
accelerato la ristrutturazione almeno di parti del sistema,
accrescendone efficienza e competitività; è possibile un semplice,
lento ritorno al passo ridotto degli anni pre-crisi; è anche possibile
un percorso più negativo". Per questo, ora, "ci potremmo trovare di
fronte a un bivio".
Per il governatore poi "è indispensabile offrire una prospettiva di
stabilizzazione ai precari". Nel mercato del lavoro, osserva il numero
uno di Via Nazionale, "il dualismo si è accentuato. Rimane diffusa
l'occupazione irregolare, stimata dall'Istat in circa il 12 per cento
del totale delle unità di lavoro". In questo contesto, prosegue, "le
riforme attuate, diffondendo l'uso di contratti a termine, hanno
incoraggiato l'impiego del lavoro, portando ad aumentare l'occupazione
negli anni precedenti la crisi, più che nei maggiori paesi dell'area
dell'euro; ma senza la prospettiva di una pur graduale stabilizzazione
dei rapporti di lavoro precari, si indebolisce l'accumulazione di
capitale umano specifico, con effetti alla lunga negativi su
produttività e profittabilità".
Secondo il numero uno di Via Nazionale la scarsa produttività del
lavoro si traduce in un evidente gap di competitività. "Abbiamo subito
una evidente perdita di competitività rispetto ai nostri principali
partner europei", sostiene il governatore, numeri alla mano: "Tra il
1998 e il 2008, nei primi dieci anni dell'Unione monetaria,il costo del
lavoro per unità di prodotto nel settore privato è aumentato del 24 per
cento in Italia, del 15 in Francia; è addirittura diminuito in
Germania". E, ribadisce con chiarezza Draghi, "questi divari riflettono
soprattutto i diversi andamenti della produttività del lavoro: in quel
decennio, secondo i dati disponibili, la produttività è aumentata del
22 per cento in Germania, del 18 in Francia, solo del 3 in Italia".
Draghi punta il dito sulla mancata azione per risollevare il Paese che,
dice, può portare a "un declino protratto" e sicuramente colpisce i
giovani e le loro prospettive. "Gli indicatori delle organizzazioni
internazionali, sia pure con le criticità prima esposte, ci dicono che
gli italiani sono mediamente ricchi, hanno un'elevata speranza di vita,
sono in gran parte soddisfatti delle loro condizioni: l'inazione è
sostenibile per un periodo anche lungo; potrebbe generare un declino
protratto", spiega il numero di Via Nazionale. In questo quadro,
spiega, "privilegiare il passato rispetto al futuro esclude dalla
valutazione del benessere la visione di coloro per cui il futuro è
l'unica ricchezza: i giovani".
Serve allora un intervento immediato. "Dobbiamo tornare a ragionare
sulle scelte strategiche collettive - dice Draghi -, con una visione
lunga. La sfida, oggi e nei prossimi anni, è creare un ambiente
istituzionale e normativo, un contesto civile, che coltivino quei
valori, al tempo stesso rafforzando la coesione sociale", conclude il
numero uno di Via Nazionale. (Adnkronos http://www.adnkronos.com/IGN/News)
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