John Elkann: il lavoro c'è per chi studia
Data: Venerdì, 05 novembre 2010 ore 08:32:05 CET
Argomento: Rassegna stampa


Il progetto Fabbrica Italia è confermato», assicura il presidente Fiat, John Elkann nell’Abbazia di Montecassino dopo aver visitato lo stabilimento di Piedimonte San Germano. Un impianto «importante», puntualizza Elkann, perché «produce auto del segmento C, che rappresenta il 20% del mercato europeo». E anche perché è «lo stabilimento che ha indici qualitativi elevati».
All’incontro del «Progetto culturale» della Cei, istituzioni (vicepresidente della commissione europea, Antonio Tajani e presidente della provincia di Roma, Nicola Zingaretti), imprese (Elkann e Giuseppe Cornetto Bourlot, editore dell’agenzia Asca) e comunicazione (il direttore di Skytg24 Emilio Carelli e Nando Pagnoncelli, presidente Ipsos) hanno affrontato con il capo della diocesi di Montecassino, l’abate Pietro Vittorelli, le prospettive occupazionali che attendono i giovani.  Il «progetto cultuale» della Chiesa italiana e la Fondazione Agnelli, di cui John Elkann è vicepresidente, individuano nell’istruzione l’antidoto alla disoccupazione delle nuove generazioni «sospese tra costruzione e rinuncia al futuro». Un contributo, spiega l’abate Vittorelli, «al bene comune per affrontare insieme un fenomeno preoccupante che pregiudica il progresso della società: ovvero il boom di ragazzi che non lavorano, non studiano e non imparano un mestiere». Una collaborazione per l’educazione dei giovani e l’occupazione sulla base di comuni istanze socio-culturali. «Serve un’agenda politica che pianifichi le azioni da mettere in campo a sostegno dei giovani - sostiene Zingaretti -. Per favorire l’inserimento e di conseguenza uscire dalla crisi e far ripartire il Paese vanno sviluppati temi fondamentali: istruzione, ricerca e università, lavoro e infrastrutture, sia materiali che immateriali. I soldi per sviluppare questi aspetti ci sono, basterebbe redistribuire risorse modificando il sistema fiscale». Tajani ha ricordato che «in Europa i giovani sono un quinto della popolazione totale e i disoccupati sono il 20%, quota che in Italia arriva al 26%: in questo momento c’è domanda di lavoratori specializzati, laureati e nel nostro Paese solo un giovane su tre completa gli studi universitari. Nei prossimi anni vogliamo raggiungere quota 40%».
John Elkann, anche nelle vesti di vicepresidente della Fondazione Agnelli, ha richiamato l’importanza dell’istruzione («un tema che sento cruciale innanzitutto come padre») e in particolare della preparazione scientifica («ragazzi, studiate le materie tecniche e scientifiche»), e ha ribadito la proposta della Fiat per risolvere i problemi di competitività che frenano il sistema Italia. «Il futuro è un passo alla volta, noi stiamo lavorando proprio per il futuro - sottolinea -. C’è un problema di produttività, ma ci sono anche le soluzioni. Il nostro augurio è affrontarlo». Secondo studi recenti, per ridurre i profondi divari territoriali della scuola è necessario perseguire in primo luogo due obiettivi.
Il primo è migliorare i livelli di apprendimento in tutto il Paese, in particolare, di coloro che oggi si situano sotto la soglia minima delle competenze definita a livello internazionale (in alcune regioni del Sud superano il 30%). Il secondo è contrastare il fenomeno dell’abbandono scolastico (il 20% non raggiunge un diploma di secondaria superiore), che pone l’Italia fuori dalla norma europea. «Ciò non contrasta con la ricerca dell’eccellenza - precisa Elkann -. Al contrario, qualità ed equità della scuola oggi possono e devono procedere insieme». Si tratta di una priorità nazionale, a cui il futuro federalismo scolastico (previsto dalla riforma del titolo quinto della Costituzione) è in grado di dare risposte positive. A condizione, però, di essere un processo ben governato e in grado di responsabilizzare tutte le regioni: un federalismo «per abbandono» potrebbe, invece, aggravare i divari della scuola. Ieri è stata la prima volta che una fabbrica Fiat veniva visitata dal suo giovane presidente assieme al presule del territorio dopo i «faccia a faccia» con il Papa, il segretario di Stato Bertone e il cardinale di Torino Poletto.  (www.lastampa.it/- La Stampa)

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