Mascalucia. Sciopero e corteo degli studenti del «Marchesi». Domani la protesta si sposta alla Provincia
Data: Venerdì, 05 novembre 2010 ore 08:30:23 CET
Argomento: Rassegna stampa


La tempesta… dopo la quiete. Parafrasando all'inverso la nota poesia di Giacomo Leopardi, forse è possibile rendere meglio quanto sta succedendo a Mascalucia in relazione alla protesta di 860 studenti del liceo classico e scientifico «Concetto Marchesi».
Dopo le manifestazioni pacifiche del 14 e 15 ottobre, gli inquilini dei tre plessi (Pime, Villini e Chillei) adesso non sono più disposti a indietreggiare dalle loro posizioni se non prima otterranno quella che ritengono una «sacrosanta, inviolabile e imprescindibile spettanza»: il diritto allo studio.
A indispettire gli studenti, che hanno scioperato in massa percorrendo ieri mattina in corteo le vie del centro di Mascalucia (Catania) (domani a partire dalle 9 la protesta si sposterà a Tremestieri davanti alla sede della Provincia), una promessa non mantenuta: il reperimento di nuove aule entro il 28 ottobre, così come assicurato dal presidente Castiglione e dell'assessore Ciampi.
«Dal momento che la Provincia dimostra di non prendere in considerazione le nostre lamentele, magari ritenendole esagerate, invitiamo - propone lo studente Manuel Ferrara - il presidente e l'assessore a seguire con noi le lezioni per qualche giorno per rendersi conto in che condizioni viviamo a scuola».
Fumogeni, striscioni coloriti e polemici, cori tutt'altro che morbidi all'indirizzo della Provincia hanno fatto da scenario, sotto l'occhio vigile delle forze dell'ordine, a una manifestazione che, quantunque ancora pacifica, rischia di degenerare da un momento all'altro. «Ci sentiamo presi in giro - polemizzano i rappresentanti d'istituto Emanuele Lunelio, Damiano Messina, Beatrice Costantino e Fabrizio Sciacca -.
Sia chiaro che la nostra protesta si protrarrà fino a quando non vedremo risultati tangibili». «I ragazzi parlano di inadeguatezza dei locali, ma sarebbe più corretto non utilizzare in questa sede degli eufemismi e descrivere la situazione attuale con il proprio nome - puntualizza la docente Marta Aiello -. Nel plesso di via Chillei, così come al Pime, la stragrande maggioranza delle classi sono ricavate da scantinati sistemati alla meglio, da sgabuzzini privi delle condizioni minime per poter educare i nostri studenti. I quali sono sempre stati molto corretti ed educati, rinunciando anche l'anno scorso a protestare di mattina per non perdere ore di lezioni e rivelando un attaccamento straordinario alle proprie radici.
Le problematiche sono reali ed evidenti: non è possibile fare lezione al freddo e al gelo, con i ragazzi stipati negli angoli con le coperte, senza lo straccio di una via di fuga». E se il dirigente scolastico, Maria Luisa Indelicato, invita gli studenti alla calma («spero che la Provincia possa sciogliere presto questa ingarbugliata matassa») su ben altre lunghezze d'onda sono i genitori e i rappresentanti di classe. «Se i ragazzi non otterranno risposte concrete in tempi brevi - spiega Grazia Di Guardo - non entreranno in classe.
Non possiamo permettere che i nostri figli, qualora dovesse verificarsi una qualsiasi calamità, debbano rischiare la vita».
Sulla questione il consigliere provinciale Antonio Tomarchio (Gruppo misto) in un'interrogazione chiede al presidente Castiglione se è in programma qualche iniziativa per tamponare un'emergenza che resta tale da oltre 2 anni, anche alla luce di operazioni, come l'acquisto di scuole a Paternò che la Giunta ha posto in essere «legittimamente, ma scorrettamente in un'ottica politica che deve cercare priorità oggettive per garantire a tutti il diritto allo studio e al lavoro dentro la scuola».

Carmelo Di Mauro - La Sicilia del 04 novembre 2010





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