Scuole occupate a L'Aquila: ''Non parliamo con i giornalisti''
Data: Giovedì, 04 novembre 2010 ore 07:35:03 CET Argomento: Rassegna stampa
L’ordine
tassativo è non parlare con i giornalisti perché il timore è che non si
faccia informazione ma si travisino pensieri e intenzioni. Con questo
ammutinamento è partita l’occupazione delle scuole superiori a
L’Aquila, in protesta contro la riforma Gelmini. I primi istituti
a dare avvio alla protesta, nella giornata di ieri, il liceo classico
“cotugno” e il liceo scientifico “bafile”,domani partirà anche
il’istituto tecnico dei geometri. La protesta arriva puntuale come ogni
anno nello stesso periodo, tra ottobre e novembre, ma tutti i ragazzi
lo ribadiscono, “ lo facciamo perché crediamo che solo così qualcuno ci
ascolti e parli di noi”. La protesta è ovviamente contro il ministro
gelmini e la sua riforma La contestazione che sta prendendo forma
in città riguarda, secondo gli organizzatori “gli otto miliardi
di euro di tagli all'istruzione pubblica, il riordino delle scuole
superiori che, secondo loro, non fa che dequalificare la scuola
pubblica e le minacce di privatizzazione. Inoltre l’aumento di alunni
per classe, la scomparsa delle sperimentazioni, il ridimensionamento di
alcune discipline fondamentali sono lo spauracchio di questi
ragazzi che protesteranno ancora fino a sabato, per poi decidere che
fare.
I professori non parlano “non abbiamo nulla da dire” ma qualcuno si fa
sfuggire che l’occupazione è una forma di protesta che non
responsabilizza i ragazzi, e che questo tipo di protesta, è frutto
della distruzione culturale degli ultimi anni. Intanto in giro per le
scuole arriva anche la digos a controllo che non accada nulla di grave.
Le richieste alla Ministro Gelmini sono poche e chiare. Pur con il
diktat "non parliamo ai giornalisti", un rappresentante decide che
forse solo parlando si può spiegare.
Servizio di Barbara Bologna
Immagini e montaggio Alessandro Di Giacomantonio(da
http://www.abruzzo24ore.tv/)
redazione@aetnanet.org
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