Vittorio Sgarbi commenta la scuola: “L’istruzione è una questione di fortuna”
Data: Martedì, 02 novembre 2010 ore 13:25:58 CET
Argomento: Rassegna stampa


Se parliamo di cultura, di quella vera, bisogna rivolgersi a qualcuno che se ne intende per capire quanto conta il sistema di istruzione e quanto viene lasciato all’intelletto ed alla curiosità stessa, quanto gli stimoli possono provenire dalla scuola e quanto contano gli slanci personali. Tra le persone che nel panorama italiano possono vantare un indubbia cultura ed un enorme bagaglio di conoscenze c’è sicuramente Vittorio Sgarbi, storico e critico d’arte, politico e scrittore che utilizza il suo sapere ed il suo intelletto per ricoprire uno dei ruoli più scomodi che si possano interpretare, il “polemista” come si è autodefinito in tempi non sospetti lui stesso. Gli vado a chiedere cosa pensa della scuola, quella che lui ha vissuto e quella di oggi. Nel rispondermi alterna grosse verità a qualche provocazione, ma il punto di questa breve intervista sta a mio parere nella lucidità di due considerazioni di logica schiacciante che inspiegabilmente vengono a volte trascurate se si parla di scuola: cioè quanto siano terribilmente importanti quegli anni di studio nell’imparare a rapportarsi con gli altri, e poi di quanto sia fondamentale la propensione all’insegnamento che deve avere il maestro o il professore.

Ricorda il suo primo giorno di scuola?
No, non posso perché non l’ho avuto: all’inizio della mia carriera scolastica fui seguito da insegnanti privati.
E non porta con sé neanche un ricordo della scuola?
Si poi ci sono andato, a 6 anni, cominciai direttamente dalla seconda elementare, ero avanti rispetto agli altri.
Quanto ha pesato questo nel suo relazionarsi con gli altri compagni? Ed anche con le compagne considerando la sua fama di latin lover?
In realtà a quei tempi non c’erano ancora classi miste, quindi eravamo tutti ragazzini, poi crescendo si, anche le ragazze, in particolare una che mi veniva dietro… (lo sento sorridere al telefono)
L’aspetto migliore della scuola è proprio questo, è il luogo dove i ragazzi si incontrano, imparano a creare una sorta di microsocietà ed a rapportarsi con gli altri, questo li aiuta a confrontarsi ed a crescere, e resta un bagaglio che li accompagnerà per la vita.
E la scuola oggi?
Per quello che riguarda il sistema scolastico sono convinto che l’apprendimento dei ragazzi sia inevitabilmente subordinato alla qualità degli insegnanti, e quella è una propensione individuale che non si stabilisce con una regola dall’altro. Purtroppo l’istruzione oggi è una questione anche di fortuna, perché quando si comincia la scuola, si può capitare in una sezione con un bravo insegnante oppure capitare nella porta a fianco dove l’insegnante è pessimo.
Bisognerebbe investire sulla formazione degli insegnanti?
Si ma è anche una questione di selezione, sarebbe bello se ci fosse un sistema per sceglierli sulla base del temperamento, della professionalità, delle loro inclinazioni.
Il mondo della scuola è un mondo quasi tutto femminile, nei primi anni di scuola è difficilissimo incontrare un maestro, anche se alcune cercano di trasmettere a modo loro un ottica maschile, gli uomini sono quasi del tutto assenti da questo tipo di mondo. Il fatto che una determinata categoria di professionisti sia così poco variegata dovrebbe far riflettere. La figura maschile e quella femminile dovrebbero essere alla pari visto che prendono parte formazione degli alunni.
Crede che dipenda dal fattore economico?
Si, sicuramente anche quello conta molto. Comunque ci si dovrebbe ragionare.
La realtà è che un buon insegnante è meglio di qualsiasi riforma, ed è su questo che si dovrebbe lavorare.
La realtà è che un buon insegnante è meglio di qualsiasi riforma, già e come non pensare a quanto deve essere stato bravo l’insegnante di Sgarbi…
Barbara Narini
 (da http://www.periodicoitaliano.it/2010/11/01/vittorio-sgarbi-listruzione-e-una-questione-di-fortuna/ )

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