Il futuro dei licei, con filosofia
Data: Martedì, 02 novembre 2010 ore 10:00:00 CET Argomento: Recensioni
Le modifiche
ordinamentali della scuola secondaria di secondo grado hanno aperto
vari fronti di interesse e di dibattito soprattutto in relazione alle
variazioni da apportare alla metodologia didattica. La contrarietà che
traspare dalle scuole secondarie era ampiamente attesa e, infatti, in
prima applicazione l’attenzione delle scuole è stata attratta dalle
modalità per mantenere intatto lo status quo nell’ambito di un’azione
di mutamento e non a governare in qualche modo lo stesso. A tutt’oggi
non mi pare sia chiaro il rapporto che esiste tra Indicazioni nazionali
e loro prescrittività e tra curricoli e programmi, applicati a
discipline che nell’istruzione secondaria tendono a essere
specialistici e poco multidisciplinari. Quello che traspare è una certa
insofferenza per un rapporto tra conoscenze e competenze che non si
riesce a dirimere per via teorica. Un buon banco di analisi è la
filosofia. I licei italiani non hanno mai insegnato “filosofia”, ma
sempre “storia della filosofia” in quanto l’impostazione gentiliana era
storicistica e non analitica o teoretica. Nell’ambito della storia
della filosofia però lo sviluppo di competenze è necessario quanto
nell’ambito della filosofia teoretica. All’università affrontando
l’“Ethica” di Spinoza ebbi modo di leggere “Studi sull’ontologia di
Spinoza” di Piero Di Vona in cui i concetti portanti o laterali
dell’“Ethica” venivano messi in rapporto con la scolastica riformata
(per lo più olandese e fiamminga) e con quella riformata (per lo più
spagnola). Senza una competenza sull’“Ethica” (di tipo totalmente
disciplinare) quel libro sarebbe stato incomprensibile, perché la sola
conoscenza dell’“Ethica” avrebbe reso incomprensibile il meccanismo di
raffronto fatto da Di Vona. La Storia della filosofia implica
competenze che non possono essere sostituite da semplici conoscenze,
pena la trasformazione del sapere filosofico – pur storicizzato – in
una sorta di “racconto” di idee.
Le Indicazioni nazionali per i Licei avrebbero potuto trasformare
l’insegnamento della Storia della filosofia in insegnamento della
Filosofia. Non lo hanno fatto e io credo si sia persa una grande
occasione. La mediazione storica può nuocere alla comprensione del
pensiero filosofico e credo che l’assenza di filosofi di spessore
mondiale in Italia in questi ultimi 50 anni nasca soprattutto
dall’impostazione data dallo studio della filosofia ai licei. Ma questa
è una mia opinione, mentre le Indicazioni nazionali sono una competenza
del Ministero.
I licei mi pare abbiano difficoltà a redigere curricoli partendo da
Indicazioni che si declinano anche con obiettivi specifici di
apprendimento. Tra questi sta facendo un certo scandalo l’elenco
generale dei filosofi: Socrate, Platone, Aristotele, Agostino, Tommaso
d’Aquino, Galilei, Bacone, Pascal, Vico, Diderot, Cartesio, Hume,
Hobbes, Locke, Rousseau, Spinoza, Leibniz, Kant, Hegel, Schopenhauer,
Marx, Kirkegaard, Nietzsche, Heidegger, Husserl, Freud, Wittgenstein.
Le Indicazioni nazionali si aprono precisando che: “Si è scelto di
orientare la stesura delle Indicazioni secondo un modello scevro da
tecnicismi inutili e accessibile all’intera comunità scolastica. (…) La
scelta di evidenziare all’interno delle linee generali di ogni
disciplina le competenze attese e di redigere obiettivi specifici di
apprendimento in cui fossero uniti tutti gli aspetti che entrano in
gioco nell’acquisizione di quelle competenze si colloca in continuità
con le Indicazioni per il curricolo del primo ciclo attualmente in
vigore.”
Per la filosofia più avanti si scrive: “al termine del percorso liceale
lo studente è consapevole del significato della riflessione filosofica
come modalità specifica e fondamentale della ragione umana che, in
epoche diverse e in diverse tradizioni culturali, ripropone
costantemente la domanda sulla conoscenza, sull’esistenza dell’uomo e
sul senso dell’essere e dell’esistere; avrà inoltre acquisito una
conoscenza il più possibile organica dei punti nodali dello sviluppo
storico del pensiero occidentale, cogliendo di ogni autore o tema
trattato sia il legame col contesto storico-culturale, sia la portata
potenzialmente universalistica che ogni filosofia possiede.”
Una domanda che ci si può porre è se i docenti e gli alunni dei licei
preferiscano agire nell’ambito di programmi o di indicazioni: l’attuale
sconcerto per aver chiesto contemporaneamente lo sviluppo di competenze
e l’aver declinato una lista di filosofi “obbligatori” rientra in una
difficoltà progettuale che non può essere risvegliata da documenti
ministeriali. Progettare curricoli tenendo ferme le competenze da
raggiungere e gli obiettivi specifici di apprendimento non è una cosa
così complessa se si ragiona con meccanismi di selezione e non di
aggregazione. Ma poiché siamo nell’ambito della Storia della filosofia
nessuna Indicazione nazionale prescinderà da una qualche impostazione
storicistica che di fatto “vieti” di saltare qualche passaggio. Tutto
questo nega la possibilità di fare filosofia e costringe i docenti
“solo” a “raccontare” tutti quei filosofi (come peraltro stanno già
facendo)? Personalmente penso di no, perché l’analisi storico-critica
del pensiero di un filosofo non necessariamente passa per l’esposizione
in termini metafisici del suo pensiero. Aristotele e Hegel hanno fatto
“storia della filosofia”, ma in modo molto diverso: il primo per
rimarcare la sua distanza dai presocratici, il secondo per storicizzare
tutto il pensiero occidentale. Se analizziamo attentamente però i fatti
filosofici possiamo dire che anche il “parricidio” di Parmenide a opera
di Platone è Storia della filosofia (non storicistica), ma anche che la
trattazione di Spinoza nelle Lezioni di storia della filosofia di Hegel
non corrisponde all’inglobamento della filosofia spinoziana fatta nella
Scienza della logica. Perché Hegel ha ben distinto la storia della
filosofia dalla filosofia.
Pur pensando che le Indicazioni nazionali per la scuola secondaria
siano una grande occasione persa non credo non ci sia uno spazio
curricolare e progettuale per chi vuole intraprenderlo.(di
Stefano Stefanel da http://www.educationduepuntozero.it)
redazione@aetnanet.org
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