Brunetta si crede Cameron: «Taglierò 300mila statali»
Data: Venerdì, 29 ottobre 2010 ore 11:00:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
I
numeri di Brunetta: 300mila posti di lavoro in meno (-8,4%) nel
pubblico impiego tra il 2008 e il 2013, e già nel biennio 2008-2009 il
personale si è ridotto di circa 72mila unità, scendendo ad un totale di
3,5 milioni. Un’emorragia che è «l’effetto delle misure in materia di
blocco del turn over, contratti di lavoro flessibile e collocamento a
riposo». E che nel quinquennio significherebbe «un contributo alle
manovre di correzione dei conti pubblici di circa 62 miliardi, oltre il
4% della spesa annuale per personale e consumi intermedi». Lui, il
ministro alla Pubblica amministrazione, ne parla tutto soddisfatto come
della «sua» riforma, presentando i dati ad un convegno. Tralascia il
fatto che, in realtà, sia stato il collega Tremonti ad imporgli blocchi
e risparmi. E ci mette del suo: quanto alla ricollocazione del
personale, la mobilità «non può essere solo volontaria - dice - perché
le esigenze della pubblica amministrazione deve avere la prevalenza su
quelle del lavoratore ». A breve, dunque, «ci saranno novità», perchè
«questo è l’altro mio sogno che cercherò di realizzare nelle prossime
settimane». BRUNETTISMI Il leader del Pd Pierluigi Bersani parla di
taglio all’occupazione «alla carlona». Nel senso: «Io stesso sarei per
un ragionevole lavoro di razionalizzazione - spiega - ma sulla base di
progetti industriali. È questo il grande limite del brunettismo, che
gioca molto sulle parole, sui “fannulloni”, ma non immette il concetto
di missione industriale nell’amministrazione ». Bersani propone, ad
esempio, «un piano che se manda qualcuno in pensione, preveda
assunzioni dei giovani ». Aggiunge il segretario della Cgil, Guglielmo
Epifani: «Se il problema è l’occupazione, dare il numero di tutte le
persone fuori dal lavoro non è un buon viatico: non scimmiottiamo
Cameron per cortesia», il premier della Gran Bretagna dove, peraltro,
in rapporto alla popolazione ci sono più dipendenti pubblici che in
Italia. Dello stesso tenore il commento di Rossana Dettori, segretaria
dellaFp Cgil: «Dichiarazioni di un ministro che ha l’obiettivo di
smantellare la pubblica amministrazione, non di migliorarla o renderla
più efficiente ». Ma anche quello di Gianni Baratta, segretario
confederale Cisl, che sottolinea quanto sia «preoccupante » la
«disarmante superficialità con cui il ministro parla dei tagli».
«Tagliare organici - continua - in maniera casuale può servire forse a
presentare una lista di risparmi, ma sicuramente inaridirà la capacità
del mondo pubblico di erogare servizi al cittadino e alle imprese ».
Manon è finita. Secondo Brunetta le misure di contrasto all’assenteismo
«hanno comportato una riduzione media delle assenze per malattia pro
capite dei dipendenti pubblici di circa il 35%», ovvero «65mila
dipendenti in più ogni anno sul posto di lavoro». Ovviamente, il
ministro assicura che non verranno pregiudicati «volume e qualità dei
servizi pubblici offerti». Prossimi passi: dal 2011 i supplenti non
saranno chiamati più via telefono, fax o telegramma dalle scuole, ma
via sms ed e-mail «con costi zero per lo Stato». Poi, le auto blu: «Tra
qualche giorno», dice sempre il ministro, sarà varato un decreto legge
per tagliare 4 miliardi di costi. «Se le compriamo sul mercato
dimezzeremo i costi». Brunetta lascia aperta una speranza: la riforma
ha «troppi nemici - lamenta - vi dico a cuore aperto che da solo non ce
la faccio, e la riforma non andrà avanti».(da L'Unità di Laura
Matteucci)
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