Como, Invasero il classico: un giorno di sospensione
Data: Lunedì, 25 ottobre 2010 ore 18:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Puniti i trenta studenti del Giovio. Inevitabili le ripercussioni sul voto in condotta
Un giorno di sospensione con l’obbligo di frequenza. E inevitabili ripercussioni sul voto finale in condotta. È l’esemplare punizione stabilita per i trenta studenti del liceo scientifico Giovio che, lo scorso 13 ottobre, fecero irruzione al liceo classico Alessandro Volta. «La sospensione e tutto ciò che ne consegue rappresenta una decisione adeguata – afferma Claudio Fontana, docente del Giovio - La scuola ha così dimostrato di essere presente e pronta a intervenire, davanti a simili episodi, con fermezza. La sanzione deliberata è un primo passo in tal senso».
L’episodio, condannato con forza da docenti e studenti di entrambe le scuole, aveva impressionato anche per le modalità utilizzate. I ragazzi, infatti, erano entrati al classico cittadino con il volto coperto da sciarpe, cappucci e caschi. Un’invasione, con tanto di spintoni a una bidella, a cui era seguito un volantinaggio contro il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini.
I giovani, una volta superato di slancio l’ingresso, erano saliti di corsa al secondo piano, aprendo le porte delle aule mentre erano in corso le lezioni e lanciando volantini accompagnati da slogan.
Un vero e proprio blitz messo in atto per protestare contro la “non riforma“ della scuola elaborata dal ministro Gelmini, così come era stata definita dagli studenti.
Gli autori del gesto, quasi tutti minorenni, erano stati immediatamente fermati e identificati dagli agenti di polizia, allertati da alcuni docenti intervenuti dopo aver udito il rumore creato dall’irruzione. E da quel giorno i ragazzi, che si erano già presi dei sonori schiaffoni da parte dei genitori, attendevano di conoscere il loro destino “scolastico”. Che si è dunque compiuto.
«D’ora in poi è necessaria anche la collaborazione delle famiglie – aggiunge il professor Fontana - Sono ovviamente tutte state informate. E spetterà necessariamente anche a loro confrontarsi con i figli e con la scuola».
Ovviamente, da adesso alla fine dell’anno scolastico, i responsabili del gesto non potranno più sgarrare. «Un’eventuale punizione, in caso di recidiva, sarà ancora più severa – conclude Claudio Fontana – Ripeto, la scuola si è subito impegnata e data da fare per punire il gesto».
Fabrizio Barabesi   (http://www.corrieredicomo.it)

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