Pisa Book Festival: ripartiamo dalla scuola
Data: Sabato, 23 ottobre 2010 ore 07:04:45 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Il problema di fondo è la scuola italiana, che allontana anziché avvicinare i giovani alla cultura. Parla con cognizione di causa, Francesco Giubilei, che pur essendo da due anni a capo di una casa editrice, è fresco fresco di diploma scientifico. Il più giovane editore d'Italia, ospite in questi giorni alla fiera dell'editoria indipendente «Pisa Book Festival», ha appena 18 anni, ma le idee chiare come pochi, anche molto più grandi di lui.
Due anni fa, dopo un'esperienza come rivista online, ha dato vita a Cesena alla casa editrice Historica, che oggi conta un catalogo di 24 titoli e nei prossimi giorni diventerà una Sas, controllata da Giubilei al 60% e al 40% da un imprenditore modenese. Completamente autofinanziata, Historica ha oggi cinque persone a contratto (oltre a Francesco, un grafico, un editor, un addetto stampa e uno alla distribuzione) e una serie di collaboratori e consulenti esterni; e comprende una collana di narrativa contemporanea, una di saggistica, una di cinema e una di viaggi.

«Ho iniziato per passione a 15 anni - racconta Francesco, cesenate di origine, ma ora residente a Roma dove è iscritto al primo anno di lettere all'Università Roma Tre - passione per la lettura e anche per la scrittura». Una passione che Francesco non vede però tra i giovani studenti: «e proprio questo, secondo me, è il problema della cultura in Italia».

Francesco condivide l'analisi fatta dallo scrittore Christian Raimo sulle pagine del Sole 24 Ore Domenica, secondo cui l'Italia soffre di un grave vuoto di idee e creatività. Ma si dice ottimista: «Gli spazi per fare cultura ci sono, come dimostra la mia esperienza. Nel mio settore, ad esempio, ci sono moltissime piccole case editrici che fanno un ottimo lavoro di scouting e hanno cataloghi di qualità. Il problema è che poco di tutto questo arriva al grande pubblico, che preferisce i libri imposti dalle aziende che controllano la distribuzione e la promozione».
Ma Francesco, lucidamente, non se la prende contro le logiche del mercato. «Mi sembra normale - ammette - che una grande azienda cerchi di fare profitti proponendo libri che facciano presa sul grande pubblico. Il problema è piuttosto nei lettori, che comperano e leggono libri spesso di scarsa qualità, inseguendo fenomeni editoriali costruiti a tavolino. Bisognerebbe fare un lavoro alla base, per educare i giovani alla lettura, far conoscere anche al grande pubblico autori e generi meno convenzionali».
Ma questo, dice Francesco, può farlo solo la scuola: «Per guardare al futuro dobbiamo conoscere il nostro passato, perché l'Italia ha un patrimonio artistico e letterario enorme e i giovani dovrebbero conoscerlo. Invece viene ignorato e così si pubblicano opere scadenti, senza spessore».

Proprio di questi temi parla anche l'ultimo volume edito da Historica, Velina o calciatore, altro che scrittore, che Francesco presenta in questi giorni a Pisa: «è un pamphlet di Gordiano Lupi, che con ironia e leggerezza denuncia e insieme mette alla berlina i meccanismi del mondo dell'editoria mainstream».(di Giovanna Mancini da Il Sole 24Ore)

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