Sui precari la Gelmini dà i numeri
Data: Venerdì, 22 ottobre 2010 ore 17:00:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Verrebbe da dire che, se
ancora frequentasse la scuola, il ministro dell’Istruzione Gelmini in
matematica non arriverebbe alla sufficienza. E, stando alle nuove
regole imposte da lei stessa agli insegnanti, bisognerebbe bocciarla.
Così si evince dai numeri forniti dalla Cisl riguardo alla dimensione
reale del nodo-precari.
Ma andiamo con ordine. Il ministro, parlando recentemente della riforma
del personale scolastico, ne aveva minimizzato gli effetti: alle 67mila
cattedre tagliate, secondo il ministero occorrerebbe sottrarre i 55mila
pensionamenti degli ultimi due anni. In questo modo i tagli avrebbero
coinvolto ‘appena’ 12mila lavoratori: “Non pochi – aveva detto Gelmini
– ma frutto di una manovra assolutamente sopportabile e indispensabile
per invertire il trend di crescita della pianta organica non
proporzionato al numero di posti richiesto dalla scuola italiana”.
Ci ha pensato la Cisl a smentire
le dichiarazioni del ministro: “Sono quasi 42mila tra docenti e Ata
(amministrativi, tecnici e ausiliari) – ha reso noto il sindacalista
Francesco Scrima – coloro che dopo anni di precariato sono rimasti a
casa senza lavoro e stipendio. E che adesso cercano di acciuffare
qualche supplenza attraverso il cosiddetto ‘salva-precari’: un decreto
che dà ai supplenti ‘tagliati’ la priorità negli incarichi d’istituto
e, di fatto, anticipa loro soltanto l’indennità di disoccupazione.
Serve una diversa politica degli organici, serve un piano di assunzioni
– ha concluso Scrima – che abbia come obiettivo la copertura di tutti i
posti vacanti con personale assunto a tempo indeterminato”.
Ma dov’è che il ministro aveva
fatto male i calcoli? La Gelmini non aveva considerato i 30mila posti
Ata (i cosiddetti ‘bidelli’), di assistenti di laboratorio e
amministrativi tagliati in due anni: tutto personale che ha fatto
richiesta per il ‘salva precari’ ed è andato a ingrossare le fila dei
disoccupati.
Il disastro però non finisce qui:
è di pochi giorni fa la notizia, ignorata dalla stragrande maggioranza
dei mezzi d’informazione, che il ddl lavoro, in un emendamento
presentato dal deputato Cazzola del Pdl, prevede l’abbassamento
dell’obbligo scolastico da 16 a 15 anni.
Una notizia in più che va ad
aggiungersi alle tante altre che descrivono il baratro verso cui è
diretta la scuola italiana. Volendo ironizzare (amaramente) si direbbe
che gli studenti dovrebbero esserne contenti: in questo modo qualcuno
potrà fuggire prima. Verso una quasi certa disoccupazione…
Davide Falcioni (da
http://www.inviatospeciale.com)
redazione@aetnanet.org
|
|
Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org
L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-237319.html
|