I pensionamenti forzosi del personale scolastico con 40 anni di contributi incostituzionali e illegittimi
Data: Mercoledì, 20 ottobre 2010 ore 17:30:23 CEST Argomento: Opinioni
Carissimi Signori,
per conoscenza, competenza e con preghiera di intervenire, sui media e,
politicamente, nelle aule parlamentari per il ripristino dei legittimi
diritti dei lavoratori e della legalità e legittimità costituzionali,
Vi
invio, qui sotto, in copia e incolla, un mio articolo che analizza in
dettaglio gli effetti perversi dell'art. 72, comma 11 della legge
133/2008
ribadito con modificazioni dall'art. 17, comma 35 novies della legge
102/2009, relativi alla facoltà data alle Pubbliche Amministrazioni di
"risolvere
unilateralmente il rapporto di lavoro dei dipendenti con 40 anni
di servizio contributivo".
Vi accludo anche una lettera da me inviata al Prof. Michele Ainis,
docente
di diritto costituzionale a Roma 3 e al prof. Gustavo Zagrebelsy, già
Presidente della Corte Costituzionale, in cui faccio emergere,
dall'analisi
di un'Ordinanza di rigetto del reclamo di una docente (ved doc. ini
attachment), da parte di tre Giudici del Lavoro di Crema (CR) gravi
lesioni
di costiituzionalità e legittimità commesse da questi ultimi, ivi
compreso
il loro attenersi servile all' accettazione acritica delle circolari
ministeriali del Ministro Maria Stella Gelmini, in spregio alle stesse
leggi
citate e alla Costituzione
(sovraordinazione delle circolari amministrative dell'esecutivo
rispetto
alle leggi del Parlamento, negazione del principio della divisione dei
poteri e della funzione, costituzionalmente vincolante, della
Magistratura
come potere di controllo dell'operato del Governo e del Parlamento).
Chi volesse contattare il Professor
Giovanni Falcetta per unirsi a ricorsi e proteste collettive (sono
molti gli insegnanti e i membri del personale ATA che già hanno
aderito) può farlo ai seguenti indirizzi:
g_falcetta@hotmail.com
tel. 0373 / 23 03 04
Carissimo dott. prof. Ainis, carissimo
prof. Zagrebelsky
sono un estimatore delle sue analisi politiche e di diritto
costituzionale
da Lei pubblicate su LA STAMPA e, mi pare, anche su LA REPUBBLICA,
analisi
che, da profano, ho spesso condiviso. Adesso, La prego di perdonarmi se
La
disturbo, togliendoLe del tempo prezioso. Le chiedo, compatibilmente
con i
Suoi molteplici impegni, di leggere attentamente il resoconto di una
vicenda
legislativo - giudiziaria, a mio avviso, assurda, allucinante
(rispecchia la
tragedia politico-istituzionale e la deriva autoritaria - feudale in
cui
siamo piombati) e di darmi il Suo parere non solo sulla natura della
legislazione relativa ma, soprattutto, sulla congruità della stessa con
i
principi costituzionali ancora vigenti. Sotto, in copia e incolla, Le
invio
un mio articolo di denuncia (' I "Pensionamenti forzosi" del personale
scolastico con 40 anni di contributi : incostituzionali e illegittimi')
contro l'aberrante art. 72, comma 11 della L. 133/2008, rivisto e
confluito
nell'art. 17, comma 35 novies della L. 102/2009 relativi alla " facoltà
delle Pubbliche Amministrazioni di operare unilateralmente la
"risoluzione
forzosa del rapporto di lavoro dei dipendenti al compimento dei 40 anni
di
servizio contributivo".
Contro il "preavviso" di tale risoluzione forzosa, a noi destinata, io
ed
una mia collega abbiamo inoltrato ricorso, ex art. 700 c.p.c., al
Giudice
del Lavoro di Crema, ricorso rigettato dal magistrato, dott.ssa Silvia
Varotto, che ha giustificato il provvedimento del Ministro Gelmini,
anche in
condizioni di non esubero in organico (come prevedono le leggi citate),
attuato, tramite i Dirigenti Scolastici, in base a una Direttiva e a
due
circolari ministeriali che, de facto, sono state considerate
"sovraordinate"
rispetto alle leggi di riferimento. Lo stesso Giudice ha ritenuto
infondata
l'ipotesi di illegittimità costituzionale del licenziamento avanzata
dal
nostro avvocato nella parte in cui le leggi suddette escludono dal
pensionamento coatto "i magistrati, i professori universitari, i
dirigenti
medici di strutture complesse" e, con una circolare interpretativa del
Miur,
all'ultimo momento, anche i Presidi delle scuole.
Abbiamo entrambi inoltrato "reclamo" contro il rigetto del nostro
ricorso.
Dopo più di 20 giorni un collegio composto da tre giudici ha rigettato
il
nostro reclamo con una serie di motivazioni che, a dir poco, sono
allucinanti, contraddittorie e piattamente filoministeriali. La
"chicca" più
eclatante è quella in cui il relatore dell'Ordinanza (ex mio collega di
lettere e filosofia, divenuto successivamente magistrato, ed ex mio
compagno
di partito nella Sezione Centro del PSI di Crema) condivisa e firmata
anche
dagli altri due giudici, afferma che "il nostro licenziamento coatto
non
confligge con l'art. 3, comma 1 della Costituzione perchè non crea
alcuna
disparità di trattamento tra noi e le categorie che ne sono escluse
dalle
leggi a riguardo perchè
"in certo qual modo le lauree di queste persone e i loro profili
professionali si possono considerare pregiati , perchè derivano da una
più
profonda e complessa formazione culturale, sono di più difficile
reperimento
sul mercato del lavoro....e, perciò, sono più indispensabili di altre
al
buon funzionamento e all'efficienza delle Pubbliche Amministrazioni"
(Vedi Ordinanza in attachment relativa alla mia collega identica a
quella
emessa nei miei confronti).
Riguardo alla mancanza di presentaziione, da parte di Mariastella
Gelmini,
di un Piano dettagliato di riorganizzazione del servizio e
dell'organico che
giustificasse i licenziamenti (piano previsto nelle leggi citate solo
per il
personale degli Interni, Esteri e Sicurezza ma previsto anche, dallo
stesso
Brunetta, per tutte le Amministrazioni Pubbliche, in una sua
intervista,
vedi sotto) i giudici sia del ricorso che del reclamo, appellandosi al
fatto
che le leggi non lo prevedono per il MIUR, affermano che è sufficiente
che
il Ministro della Pubblica Istruzione lo abbia elaborato nella sua
testa ex
ante, senza bisogno di esplicitarlo per iscritto. Alla faccia della
trasparenza della Pubblca Amministrazione !
Le faccio presente che alcune mie obiezioni, contenute nel mio
'articolo
citato, sono state espresse, nel luglio 2009, dal giornalista del
Messaggero
Pietro Piovani in un'intervista fatta al Ministro Renato Brunetta (al
mio
"compagno" Brunetta), pubblicata ( e mai smentita !) sul blog personale
di
quest'ultimo (Vedi sotto, in copia e incolla). Stantibus sic rebus,
Brunetta
ha concorso con la sua collega Gelmini a creare un gran pasticcio che
sta
procurando danni enormi alle vittime ed anche allo Stato, nei casi in
cui
quest'ultimo è stato già condannato (almeno da una ventina di giudici)
non
solo a reintegrare in servizio i dipendenti licenziati ma anche a
pagarne le
spese processuali.
Sono arcisicuro che, se invece che dare alla P.A. la facoltà di
licenziare
unilateralmente..i suoi dipendenti con 40 anni di contributi. le si
fosse
data la facoltà di mandarli in pensione con un accordo bilaterale, con
il
libero consenso di questi ultimi, non si sarebbero verificati gli
imbrogli,
gli arbitrii, le intimidazioni e le violazioni costituzionali che si
sono e
si stanno ancora realizzando nell'applicaziione del "pensionamento
forzoso".
E, in più, si sarebbero raggiunti, in modo non traumatico, e più
efficacemente, gli obiettivi che l'emendamento Brunetta si proponeva di
raggiungere,
Giovanni Falcetta
(g_falcetta@hotmail.com)
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