Provincia Brescia, una sola classe oltre i 30 alunni
Data: Mercoledì, 20 ottobre 2010 ore 17:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Classi «pollaio» con più di trenta studenti, classi «gruppo» con meno di dodici, tetto del 30% di alunni stranieri. Dopo la diffusione dei dati nazionali, qual è la situazione nelle scuole bresciane?
Una panoramica è possibile analizzando le rilevazioni già effettuate dall'Ufficio scolastico provinciale. Ma partiamo dal dato nazionale: «Le classi costituite da un numero di alunni superiore a 30, presenti soltanto nell'ambito dell'istruzione secondaria di secondo grado, rappresentano soltanto lo 0,4% sul totale - ha rivelato un paio di settimane fa il ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca Mariastella Gelmini -. Molto più numerose sono invece le classi che contano meno di 12 alunni, delle quali solitamente non si parla ma che sono pari al 2,5%»
La situazione nazionale si rispecchia nei dati relativi alla provincia di Brescia.
«Sono quasi inesistenti le classi che superano i 30 iscritti, l'unico caso rilevato è al liceo Leonardo, in città - riferisce l'Ufficio scolastico -. Per quanto riguarda invece le classi "poco popolate" siamo in attesa della rilevazione ministeriale relativa al territorio ed è di conseguenza in definizione anche il discorso delle pluriclassi, relativo cioè all'eventuale accorpamento di due classi qualora il numero di alunni fosse esiguo. Una situazione che potrebbe essere presente nei paesi più piccoli della provincia».
In città l'unica scuola che registra un dato di questo tipo è la secondaria di primo grado annessa al Conservatorio Luca Marenzio e aggregata al liceo Gambara, dove gli alunni iscritti al momento al primo anno di corso sono soltanto nove. «Al momento - sottolineano dalla media - perché potrebbero arrivarne altri entro il mese di novembre - come annuncia Annalisa Derelli, coordinatrice della scuola -. In base alla convenzione con il Conservatorio i ragazzi devono infatti superare l'esame di ammissione, che solo per quest'anno è stato spostato da giugno a settembre. Alcuni si stanno però sottoponendo nuovamente alla prova proprio in questi giorni. Anche altri anni è capitato di iniziare l'anno scolastico con un numero non molto alto di studenti, situazione che offre vantaggi e svantaggi: si può lavorare con calma e controllare maggiormente i ragazzi, con il rischio però di farli sentire continuamente sotto pressione».
Quanto al numero d i ragazzini stranieri presenti in aula sono ben 146 le classi «in deroga», Per il tetto massimo del 30% di studenti, sono «in deroga due classi della scuola per l'infanzia (una in città e una a Vobarno), un centinaio nelle primarie, 24 in secondarie di primo grado e una ventina di classi delle scuole superiori - spiega Maria Rosa Raimondi, dirigente dell'Usp bresciano -. Gli istituti in questione si concentrano nel centro storico cittadino e nelle zone di Calcinato, Prevalle, Rovato, Trenzano, Rudiano e Leno. Nella composizione delle classi si è tenuto conto, nonostante si tratti di alunni che non hanno cittadinanza italiana, della nascita nel nostro Paese e della scolarità pregressa (almeno due anni nella scuola dell'infanzia oppure almeno tre nella primaria), valutando in questo modo le reali competenze linguistiche dei bambini».
La «distribuzione - continua la dirigente dell'Usp - è stata relativamente facile nei Comuni più grossi ma non si è rivelato comunque necessario - aggiunge - spostare le iscrizioni da un Comune all'altro, situazione che avrebbe causato difficoltà in termini di trasporto. Alcune scuole hanno inoltre acquisito negli anni esperienza e competenze professionali nell'ambito dell'integrazione, che vede impegnati ad hoc 38 insegnanti in provincia in progetti di alfabetizzazione, anche in percorsi rivolti agli adulti». Anche perché non va dimenticato che il rapporto scuola-famiglia è fondamentale.

Chiara Corti
(da http://www.giornaledibrescia.it/)

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