Gelmini: serve libertà di scelta tra scuola pubblica e privata
Data: Giovedì, 14 ottobre 2010 ore 08:52:07 CEST
Argomento: Rassegna stampa


«Occorre predisporre uno specifico strumento legislativo che, mettendo al centro la famiglia, ne sostenga lo sforzo educativo attraverso un'adeguata fiscalità che possa consentire una reale libertà di scelta» tra la scuola pubblica o privata. Lo afferma il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, in un messaggio di commento alla ricerca sulla scelta delle famiglie per la scuola paritaria presentata oggi al Senato da alcune associazioni di genitori di alunni delle scuole cattoliche e paritarie, tra cui Agesc, Cdo-Opere educative e Cnos-Scuola.  Gelmini sottolinea che pur avendo attraversato un momento di congiuntura economica difficile, «siamo riusciti a garantire i finanziamenti per le scuole paritarie senza riduzioni significative» e condanna le numerose notizie «totalmente false» che parlano di tagli alla scuola statale fatti per aumentare i finanziamenti alla scuola paritaria. «Si vuole alimentare - dice - la contrapposizione tra scuola statale e privata alzando steccati ideologici». La scuola, secondo il ministro, è un «bene comune» che «non può essere ridotto a una sola dimensione: entrambe, sia la statale che la privata, sono scuole pubbliche e possono essere buone o meno buone. Per entrambe è necessario garantire ai genitori la libertà di scelta».
Dallo studio intanto emerge che l'8,4% delle famiglie sceglie la scuola statale per i propri figli perchè costretta da vincoli economici, pur non concordando con l'idea che debba esistere una sola scuola uguale per tutti. Secondo la ricerca - commissionata al Dipartimento di Scienze Antropologiche della Facoltà di Scienze della Formazione di Genova e svolta su un campione di 728 genitori di Genova, Padova, Bologna, Bari, Firenze e Catania - il 75% delle famiglie è comunque orientato a scegliere la scuola statale a prescindere dal costo; il 3,3% sceglie la scuola paritaria, dopo un'esperienza alla scuola statale, indipendentemente dal costo (o perchè se la può permettere o perchè può fare sacrifici); il 18% non è disposto a fare sacrifici per iscrivere il figlio alla scuola privata perchè non può permetterselo (11,8%) o per scelta (6,2 per cento).  
«l'infondatezza del timore che si verificherebbe una fuga dalla scuola statale nel caso in cui si attivassero meccanismi di sostegno economico poichè riguarderebbe al massimo meno di una famiglia su 5». Inoltre, «il saldo tra risparmio di spesa statale (dovuto alla migrazione di studenti verso la paritaria) e la spesa per il contributo economico per incentivare l'iscrizione alla paritaria (considerando un ammontare di 1.500 euro) sarebbe positivo». (di Claudio Tucci da IlSole24Ore)

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