Cassazione: bulli a scuola con pistola, divieto di frequenza.Progetto 'conoscere per fare' in scuole di Catania
Data: Giovedì, 14 ottobre 2010 ore 08:25:35 CEST
Argomento: Giurisprudenza


Nei casi gravi di bullismo a scuola scatta la misura del divieto di frequentare le lezioni ed avvicinarsi all'edificio scolastico per i ragazzi minorenni responsabili di atti di violenza ed intimidazione nei confronti di professori e compagni di classe. Lo sottolinea la Cassazione a proposito del caso di due studenti violenti di un istituto professionale di Potenza, uno dei quali era andato in classe portando una pistola vera. Spetta al giudice - rileva inoltre la Suprema Corte con la sentenza 36659 - stabilire se l'obiettivo di allontanare i violenti dalla scuola, garantendo così l'incolumità degli altri studenti e dei docenti e il tranquillo svolgimento della didattica, si possa ottenere con i soli arresti domiciliari o se è necessario ricorrere alla reclusione dei minori negli Istituti minorili. In particolare, la Cassazione ha detto queste cose affrontando il ricorso di due studenti potentini, Davide S. (18 anni compiuti a marzo) e Moreno S. (diventerà maggiorenne a giugno), contro l'ordinanza con la quale il Tribunale per i minorenni di Potenza aveva ordinato la permanenza dei due ragazzi in un istituto minorile. Inizialmente il gip aveva, invece, preferito ordinare gli arresti domiciliari per i due giovanissimi indagati denunciati dai compagni di classe, alla Polizia, per "atti di bullismo" commessi a
scuola. Davide e Moreno hanno sostenuto che la reclusione in istituto era eccessiva e che bisognava valutare se l'obbligo di dimora nel loro paese di residenza o il solo divieto di avvicinarsi alla scuola potesse bastare. La Cassazione su questo punto si è dimostrata sensibile e ha rimproverato il tribunale "per aver escluso l'adeguatezza di ogni altra misura cautelare senza una specifica indagine sugli effetti che l'allontanamento dei prevenuti dall'ambiente scolastico, con altre misure cautelari, potrebbe produrre in ordine al pericolo concreto di reiterazione delle condotte criminose". Ora il tribunale motiverà meglio le ragioni per le quali i domiciliari non bastano dal momento che i due bulli non avevano nessuna comportamento "collaborativo".
 
BULLISMO: progetto 'conoscere per fare' in scuole di Catania
Contenere i comportamenti aggressivi, finalizzati alla sottomissione dei 'diversi' e aiutare i ragazzi a confrontarsi con gli aspetti piu' significativi della vita sociale:amicizia, solidarieta', rispetto della legalita'. E' l'obiettivo del progetto 'Conoscere per fare: azione di ricerca, formazione e sensibilizzazione sul bullismo' promosso dalla cooperativa sociale Ispasa e dall'assessorato alla Famiglia del Comune di Catania. L'iniziativa coinvolgera' una dozzina di scuole secondarie di primo e secondo grado e si concludera' a luglio 2011. I metodi scelti per combattere il bullismo all'interno del progetto, dicono i promotori del piano, sono diversificati e spaziano dalla ricerca-azione, condotta su gruppi di studenti in eta' scolare, alla formazione, dai concorsi creativi all'impiego dei nuovi media per le campagne di sensibilizzazione, sfruttando, tra gli altri, la multimedialita', il web e l'audiovisivo.

 
 
CALCIO: FOUR BOYS, COSENZA INDOSSI  MAGLIETTA 'NO A BULLISMO
''Chiediamo al presidente del Cosenza calcio di accogliere il nostro appello e quello del sindaco Perugini, facendo indossare ai calciatori della nostra squadra una maglietta con la scritta 'No al bullismo, no alla violenza'''. Lo afferma il gruppo dei ragazzi dei ''four boys''. ''Il dott. Citrigno - e' scritto in una nota - si e' detto disponibile ad accogliere il nostro invito e ci terremmo tanto che fosse la nostra citta' a dare un bell'esempio. Le scene che abbiamo visto ieri sera in tv fanno parte di un calcio che ci fa schifo''. ''Anche quello e' bullismo- dicono Vincenzo Pio Campanella e Kevin Ruello - perche' e' la sopraffazione di pochi che vogliono dettare legge. Cosenza dia una bella risposta di civilta'''
(da http://www.ansa.it/legalita/)

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