Ma di chi è la colpa se la collegialità non funziona?
Data: Lunedì, 11 ottobre 2010 ore 10:45:00 CEST
Argomento: Eventi


Appare evidente che non v’è alcuna volontà di tutelare la partecipazione, ma del resto neanche di rivendicarla. Di chi è la responsabilità?
Anche quest’anno già ad agosto la Circolare Ministeriale 5 agosto 2010, n. 73 “Come di consueto”, ha indetto le Elezioni degli organi collegiali a livello di istituzione scolastica. Entro il 31 ottobre 2010 si concluderanno le operazioni di voto per il rinnovo delle rappresentanze di classe, interclasse e intersezione e della rappresentanza studentesca nel consiglio d’istituto delle scuole secondarie di II grado non giunto a scadenza. Invece le elezioni per il rinnovo dei consigli di circolo/istituto scaduti, nonché le eventuali suppletive, si svolgeranno alla data fissata dal Direttore generale di ciascun Ufficio scolastico regionale, in un giorno festivo dalle ore 8 alle 12 e in quello successivo dalle 8.00 alle 13.30, non oltre il termine di domenica 14 e di lunedì 15 novembre 2010.
Passa quasi inosservata la successiva precisazione che negli istituti omnicomprensivi dalla scuola dell’infanzia, fino alla secondaria di II grado, “continuerà ad operare il commissario straordinario, non essendo ancora intervenuta una soluzione normativa circa la composizione del consiglio d’istituto delle scuole in questione”. Lacuna invece colmata dall’OM 267/95 per gli istituti comprensivi e dall’OM 277/98 relativamente all’aggregazione di istituti superiori. Ulteriore rappresentativa manifestazione del disinteresse verso la collegialità, dopo l’eterna prorogatio degli organi collegiali territoriali in merito al rinnovo dei quali da ormai dieci anni non ci si rammenta più di fornire alcuna indicazione.

Appare evidente che non v’è alcuna volontà di tutelare la partecipazione, ma del resto neanche di rivendicarla. Di chi è la responsabilità?

1) Dei genitori, i quali, nell’attesa di una promessa riforma che aspetta di venire alla luce dopo aver ormai superato abbondantemente il tempo ordinario di gestazione, avendo sperimentato la difficoltà della collegialità in una scuola autoreferenziale che non ha favorito né la partecipazione né l’informazione circa il corretto uso di tali strumenti, hanno rinunciato, poi persino dimenticato e infine considerato più soddisfacente lasciare prevalere l’individualismo e agire come sindacalisti del proprio figlio.

2) Dei docenti, che non hanno mai permesso di valorizzare la rappresentanza tenendo conto delle proposte, così come auspicava il regolamento dell’autonomia.

3) Dei dirigenti, che nella confusione e incertezza di poteri e prerogative hanno continuato a tenere ben saldo il potere che pur doveva essere esercitato “nel rispetto delle competenze degli organi collegiali” (art. 16 DPR 275/99). Certo compete proprio ai dirigenti indire le elezioni per gli organi di durata annuale, sovrintendere a tutte le procedure relative al rinnovo dei consigli di circolo/istituto e convocare l'assemblea dei genitori e degli studenti per “illustrare le problematiche connesse con la partecipazione alla gestione democratica della scuola ed informare sulle modalità di espressione del voto” (OM 215/91)... compito che si adempie prevalentemente consegnando allo studente un semplice foglio informativo, con la speranza di trasmissione ai genitori, che sintetizza tempi e modalità delle operazioni di voto.

Così le assemblee che precedono la scelta dei rappresentanti dei classe, interclasse, intersezione sono spesso dedicate invece ai primi colloqui con le famiglie. E se da un lato non hanno favorito la collegialità, dall’altro i genitori, che hanno considerato più efficace l’autotutela, sono diventati per essi troppo invadenti e impiccioni per cui meglio tenerli “via dalla scuola”.

Ciascuno ha concorso a suo modo. Ma oggi non serve individuare responsabili, quanto trovare soluzioni. Così come le storie di ordinaria protesta non fanno più notizia.

Intanto si attendono nuove forme di sperimentazione e in mancanza di diverse istanze, piuttosto che auspicate rinnovate forme di partecipazione, sarà più facile sperimentare una scuola senza. Determinante potrà perciò essere un percorso di autodeterminazione degli attori della comunità locale, che favorisca il loro più ampio coinvolgimento per costruire insieme la scuola del futuro all’interno di organismi che finalmente possano rivalutare la collegialità. Luoghi istituzionali e riconosciuti di collegamento territoriale quali le consulte provinciali modellate secondo la strutturazione di quelle degli studenti.
http://www.educationduepuntozero.it/community/ma-chi-colpa-se-collegialita-non-funziona-3075276688.shtml

redazione@aetnanet.org







Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-237096.html