Decine di studenti denunciati a Firenze per disordini. Rete: violenti sono fuori dal nostro moviment
Data: Sabato, 09 ottobre 2010 ore 08:10:00 CEST
Argomento: Comunicati


Per i disordini avvenuti a Firenze durante il corteo contro la riforma della scuola, la Digos denuncera' alcune decine di studenti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di manifestazione non preavvisata, interruzione di pubblico servizio, danneggiamento aggravato, rissa e accensioni pericolose di fumogeni e petardi. Le identificazioni sono in corso, tra cui quelle dei dieci manifestanti che avrebbero aggredito cinque giovani di destra davanti alla prefettura.(ANSA).
"Sono casi sporadici - dichiara ad Apcom Sofia Sabatino, coordinatrice della Rete degli studenti - che non hanno nulla a che vedere con la protesta, ma che governo e ministro cercano di mettere in risalto per far passare in secondo piano il successo della mobilitazione di oggi"

Rete Studenti: violenti sono fuori dal nostro movimento
'Casi sporadici lontani dalla protesta: governo non dia peso'
(Apcom) - Le organizzazioni studentesche che hanno manifestato oggi in quasi cento cittā d'Italia prendono le distanze dai giovani che, in particolare a Milano, hanno 'forzato' il percorso stabilito dei cortei e sono entrati in contatto con le forze dell'ordine: "Sono casi sporadici - dichiara ad Apcom Sofia Sabatino, coordinatrice della Rete degli studenti - che non hanno nulla a che vedere con la protesta, ma che governo e ministro cercano di mettere in risalto per far passare in secondo piano il successo della mobilitazione di oggi". In effetti, le stesse forze dell'ordine hanno appurato che tra i manifestanti a Milano si erano infiltrati gruppi antagonisti dei centri sociali e anarchici "A Roma - continua la rappresentante della Rete degli studenti - abbiamo sfilato in 30mila e non č successo nulla. La veritā č una sola: oggi in piazza non c'erano militanti politicizzati, come ci definisce la Gelmini, ma č scesa la scuola, quella vera, fatta di studenti, insegnanti e genitori che non accettano che la scuola pubblica venga distrutta".

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