Protesta contro i tagli, oggi in piazza prof e studenti
Data: Venerd́, 08 ottobre 2010 ore 07:36:44 CEST Argomento: Eventi
Il mondo della
scuola e dell'universita' torna in piazza per protestare contro i tagli
del governo.
Oggi appuntamento in oltre 50 citta' italiane, da Torino a Palermo:
sfileranno in corteo gli studenti delle scuole medie e superiori, gli
universitari ma anche i ricercatori. Sara' inoltre il primo giorno di
sciopero nazionale dei lavoratori di tutti i comparti della conoscenza
indetto dalla Flc Cgil: dagli insegnanti ai ricercatori, dai docenti
universitari al personale tecnico-amministrativo tutti incroceranno le
braccia per un'ora. E sara' soltanto la prima tappa di un percorso: le
ore di sciopero saranno attuate in maniera articolata dal sindacato
fino al mese di dicembre. Anche l'Unicobas ha aderito. Tutto questo per
dire 'no' alle politiche e ai tagli del governo su scuola, universita'
e ricerca. Gli studenti medi spiegano le ragioni della protesta: "Non
possiamo accettare il progetto di distruzione della scuola pubblica che
questo governo sta attuando - sostengono - la 'finta' riforma non fa
altro che tagliare tutto il possibile lasciando le nostre scuole in
ginocchio. Dopo le mobilitazioni del primo giorno di scuola, gli
studenti rimettono il caschetto giallo da lavoro e sono pronti a
manifestare in oltre 50 citta', mentre continuano ad arrivare le
segnalazioni di nuovi cortei. Rimuoveremo le macerie create da Gelmini
e Tremonti e daremo inizio alla ricostruzione della scuola: chiediamo
investimenti nell'istruzione, provvedimenti per l'edilizia scolastica e
il diritto allo studio, piu' diritti agli studenti invece di
provvedimenti spot sulla disciplina. L'Italia non puo' uscire dalla
crisi e immaginare un futuro senza la scuola e senza di noi: per questo
domani comincia la nostra ricostruzione". L'Unione degli studenti
annuncia oltre 80 cortei studenteschi sotto lo slogan 'Chi apre una
scuola chiude una prigione'. "Da Milano a Palermo passando per Genova,
Trieste, Torino, Bologna, Roma, Napoli, Bari e tanti capoluoghi piccoli
e grandi vedranno gli studenti prendere la parola perche' e' ora di
cambiare registro" spiega Tito Russo, coordinatore UdS. "La 133, i
tagli agli organici e i provvedimenti sul riordino delle scuole
superiori rappresentano il colpo finale al sistema pubblico di
istruzione, il mutamento radicale della concezione del valore formativo
e la messa in discussione definitiva dell'istruzione laica e pubblica.
Alla 'riforma epocale' del ministro Gelmini, noi contrapponiamo
'L'AltraRiforma', un percorso nazionale di costruzione di un modello
diverso di didattica, rappresentanza, autonomia, partecipazione che da
mesi stiamo portando avanti nelle scuole". Parteciperanno ai cortei
anche rappresentanze di genitori, lavoratori della scuola e in
particolare dei precari e degli studenti universitari. "Anche noi
abbiamo aderito a questa data di mobilitazione - spiega Claudio Riccio
rappresentante degli studenti universitari di Link - perche' oggi tutto
il mondo della conoscenza e' sotto attacco e serve un fronte comune per
fermare i devastanti progetti di riforma che ora si rivolgono anche
sull'universita'".
A Roma il corteo partira' alle 9.30 da Piramide per raggiungere
la sede del ministero dell'Istruzione in viale Trastevere; a Milano la
partenza e' prevista in largo Cairoli mentre a Napoli gli studenti si
danno appuntamento in piazza Garibaldi. L'UdS fa sapere che non
mancheranno azioni creative e di visibilita' in tutti i cortei.
Domani in piazza a Roma ci sara' anche l'Unicobas. La
Federazione sindacale dei comitati di base del comparto scuola
sottolinea che con riforma della scuola superiore "da settembre hanno
tagliato altri 41.200 posti (26.000 docenti e 15.500 Ata) dopo i 57.000
eliminati lo scorso anno. Cosi' - accusano - vogliono distruggere la
scuola pubblica, distruggendo le risorse umane e negando normali
apporti finanziari". Per Unicobas, il saldo e' "negativo" anche sotto
il profilo della qualita' perche', spiegano, "per la prima volta
abbiamo un liceo scientifico privo del latino, una drastica riduzione
dei programmi di storia nella primaria, l'impoverimento generalizzato
delle ore di italiano, il taglio delle ore di laboratorio perfino negli
istituti tecnici e professionali. Il tempo pieno nelle elementari e'
stato destrutturato, i moduli sono diventati una discarica, con gli
insegnanti spalmati anche su 10 classi. Il governo delle tre 'i' ha
addirittura ridotto l'informatica e fatto sparire il bilinguismo nella
media di primo grado".
(AGI)
redazione@aetnanet.org
|
|