Per l'8 ottobre 2010, la FLC CGIL ha proclamato uno sciopero nazionale in tutti i comparti della con
Data: Martedì, 05 ottobre 2010 ore 06:00:00 CEST Argomento: Sindacati
Come
preannunciato, nelle prossime settimane entrano nel vivo alcune delle
iniziative di mobilitazione del nostro sindacato.
Un appuntamento importante sono le ore di sciopero che saranno attuate
in maniera articolata fino a dicembre 2010. Inizialmente sarà
interessata la prima ora di lezione per i docenti della scuola, la
prima ora di attività per i docenti universitari e ricercatori, la
prima ora di servizio per il personale
ausiliario-tecnico-amministrativo (per la scuola, il personale
impegnato nei turni pomeridiani/serali sciopera l'ultima ora di
servizio); per gli enti di ricerca si tratta della prima ora di lavoro
per i ricercatori e tecnologi (che va effettuata nell’ambito
dell’autonoma determinazione dell’orario di lavoro) e la prima ora di
servizio per il personale tecnico e amministrativo.
La prima ora di sciopero
sarà effettuata per tutti i comparti l'8 ottobre - inizialmente
previsto per il 4 ottobre - successivamente saranno attuati scioperi ad
intermittenza ogni quindici giorni.
Nota. Lo spostamento della data dello sciopero da lunedì 4 ottobre a
venerdì 8 si è resa necessaria a seguito dei rilievi mossi dalla
Commissione di garanzia sul diritto di sciopero (concomitante indizione
di uno sciopero da parte di altra sigla sindacale).
Il quadro della situazione
I tagli pesantissimi a scuola, università, ricerca e Afam, il netto
peggioramento della qualità del lavoro nelle scuole non statali e la
crisi devastante della formazione professionale richiedono risposte di
lotta all’altezza dello scontro.
L’apertura del nuovo anno scolastico avviene in una situazione di
incertezza il cui dato incontestabile è quello di un netto
impoverimento della qualità dell’offerta formativa.
Il disegno di legge Gelmini sull’università e l’attacco agli enti di
ricerca, veicolato dalla legge di riordino e dagli altri provvedimenti,
stanno compromettendo già ora la funzione di queste istituzioni.
I sistemi di istruzione formazione e ricerca sono sempre più al centro
di un processo di smantellamento della centralità del ruolo pubblico
con la chiara intenzione del Governo di favorire un esteso processo di
privatizzazione dei saperi. Si vuole tornare indietro nel tempo non
garantendo più a tutti l’accesso all’apprendimento come sancito dalla
nostra Costituzione.
Vi è anche il tentativo di restringere gli spazi di democrazia nei
nostri comparti per affermare logiche autoritarie, centralistiche e
burocratiche che intendono cancellare la libertà d’insegnamento e di
ricerca, la laicità e l’autonomia delle scuole, delle università e
degli enti di ricerca pubblici.
Ciò che accade nei comparti della conoscenza è lo specchio di una idea
regressiva di società e di relazioni sociali che questo Governo e
Confindustria vogliono imporre. Le vicende di Pomigliano e la disdetta
del contratto dei metalmeccanici configurano una lacerazione
profondissima delle regole democratiche e il venir meno del carattere
universale dei diritti sociali e degli istituti contrattuali.
Il blocco dei contratti e delle carriere per tre anni, la legge
Brunetta, il congelamento degli scatti di anzianità nella scuola con
l’intenzione di cancellarli definitivamente, fanno parte integrante
dello stesso disegno teso alla distruzione del sindacato confederale.
L'obiettivo è l'eliminazione di ogni dissenso rispetto alla
devastazione sociale che s’intende affermare nel nostro Paese.
Anche per queste ragioni occorre rinnovare le Rsu, quale risposta
coerente e decisa al restringimento degli spazi di democrazia nel
lavoro e per recuperare ogni spazio possibile di contrattazione sui
posti di lavoro. Dobbiamo difendere le regole democratiche nel pubblico
impiego quale condizione per una loro estensione nei settori privati.
Ogni lavoratrice e lavoratore deve avere il diritto di votare le
piattaforme rivendicative e le intese e non può essere il Governo e il
padronato a scegliersi i sindacato con cui trattare.
Nei settori della conoscenza stiamo vivendo una vera e propria
emergenza occupazionale a causa delle politiche del duo
Tremonti-Gelmini. Oltre al licenziamento di decine di migliaia di
lavoratori hanno provocato un'ulteriore processo di precarizzazione.
Fondamentale è la mobilitazione dei precari e bisogna sostenerla con
determinazione, dalla scuola all’università, dalla ricerca all’Afam,
dalle scuole non statali alla formazione professionale. Le tante
precarietà vanno ricomposte in un disegno generale unitario che sappia
coniugare la cancellazione della precarietà con i necessari cambiamenti
che assicurino maggiore qualità ai nostri comparti.
Altrettanto importante è la protesta dei ricercatori universitari che,
assieme ai precari e agli studenti, rappresentano le categorie più
colpite dal disegno di legge gelmini. La FLC sostiene questa
mobilitazione ritenendola centrale per riaprire una discussione
pubblica sul ruolo dell’Università e contrastare le politiche
scellerate del governo.
Negli enti di ricerca, e in particolare al CNR, è in corso una
iniziativa unitaria che sarà rilanciata e intensificata nei prossimi
giorni con un appuntamento nazionale.
Le priorità della FLC CGIL...
In questo quadro pesantemente negativo la FLC CGIL conferma l’agenda
delle sue priorità
* Blocco dei tagli per tornare ad investire in tutti
i comparti della conoscenza
* Sostegno al ruolo pubblico
* Superamento del precariato in tutti i comparti
pubblici e privati
* Riconquista del contratto nazionale e del diritto
alla contrattazione decentrata
* Difesa delle regole democratiche e della
rappresentanza in tutti i settori pubblici e loro estensione nei
settori privati
* Rilancio del sistema pubblico di ricerca
* Costruzione di un sistema nazionale della
formazione professionale
...e il percorso di mobilitazione
La FLC CGIL mette al centro della propria mobilitazione la qualità e la
stabilità del lavoro per governare i necessari processi di cambiamento
dei nostri comparti, dando così un anima ed un filo logico alle nostre
rivendicazioni e ponendo le premesse per un nuovo patto generazionale
che abbia come pilastri e in rapporto inscindibile, diritto allo
studio, Welfare studentesco e qualità del lavoro.
La proclamazione dello sciopero nazionale deve essere quindi parte
integrante di un percorso di lotte che deve intrecciare una forte
iniziativa sui posti di lavoro e sul territorio con le scadenze
nazionali dei prossimi giorni:
* Assemblea delle Rsu di tutto il pubblico impiego
il 24 settembre,
* giornata di mobilitazione europea del 29
settembre, caratterizzata per la CGIL con il tema della precarietà nel
mondo della conoscenza,
* sostegno alla manifestazione dei metalmeccanici
del 16 ottobre,
* sostegno alle manifestazioni degli studenti,
* le diverse iniziative sul precariato,
* assemblee nel primo giorno di scuola,
* la settimana di mobilitazione nelle Università, a
partire dal 4 ottobre, e degli enti di ricerca pubblici.
Il prossimo direttivo valuterà l’ipotesi di convocare una grande
manifestazione nazionale nei primi giorni di novembre.
L’intero nostro programma dovrà avere forti connotati confederali
ricercando il massimo di convergenza con tutte le categorie della CGIL,
a partire dalla FP, e saranno tappe importanti delle iniziative che
saranno decise dal Comitato direttivo della confederazione del 16 e 17
settembre.
La convocazione degli Stati generali, il cui lavoro preparatorio è già
partito, sarà fondamentale per proporre al Paese una proposta
alternativa per uscire dalla crisi, attraverso la centralità della
conoscenza come la più importante risorsa per lo sviluppo economico e
sociale, costruendo una rete larga di alleanze sociali e politiche.
www.flcgil.it
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