Kairòs e Kronos, il tempo giusto e il tempo della storia
Data: Lunedì, 04 ottobre 2010 ore 08:23:19 CEST
Argomento: Redazione


Non c’è storia senza un’intenzione e uno scopo ben preciso Se anche – per ipotesi- ci fosse, dovremmo in ogni caso rifiutarci di crederlo, ribellarci all’idea del caos e al disordine etico del non senso. Il compito dell’uomo è quello di scoprire i significati della storia, di indicarli e di esprimerli; in sostanza, ci corre l’obbligo morale, – se non vogliamo disperare per sempre, puntando tutto sul visibile della semplice storia evenemenziale -, di volgere lo sguardo oltre la nostra “siepe”, e saper vedere nel contingente- particolare, il significato universale e metafisico.
I grandi cambiamenti, non quelli quantitativi, ma quelli qualitativi, quelli , cioè, che ci rivoltano e ci cambiano dal di dentro, sono sempre dovuti alla coscienza del Kairòs, del tempo giusto, nella cui ora, quando è scoccata, accade qualcosa di nuovo nella Storia, di essenziale, di unico e irrepetibile: il non “manifestato”, si immanentizza, l’eterno irrompe nel temporale, scuotendolo e trasformandolo, dando il via ad una crisi in profondità dell’esistenza umana” (P. Tillich, The systematic theology, vol.III, cfr.B. Bertalot , in Humanitas, a,XXVI,n.3,1971).
Purtroppo, per molti di noi la realtà temporale si riduce ad una ripetizione monotona di “triti fatti”, scanditi e regolati dalle lancette dell’orologio, e la vita a una continua morte, e i successi a una continua sconfitta, e le speranze a una continua disperazione. In tale prospettiva meccanica, la durata del tempo diventa una realtà alienata e alienante; la storia un non senso, un continuum casuale di fatti giustapposti, il tempo uno sperpero “vano, più che crudele”(Montale).
Khrònos ci tiene prigionieri delle cose visibili. Schiavi di khrònos,( il tempo misurabile con le nostre unità di misura), nel cicaleccio dei quotidiani affanni, gli uomini di oggi sembrano avere dimenticato la qualità del Tempo; il battito più profondo, lontano e sempre presente del kairòs, dell’ora invisibile e rivelatrice in cui esplode, talvolta, l’epifania del divino nella materia, e un solo istante vale più di mille secoli di storia, se può rivelare noi a noi stessi, e farci partecipi dell’armonia del Tutto.

Nuccio Palumbo
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