Perché la scuola sciopera l’8 ottobre e perché il 15 ottobre
Data: Sabato, 02 ottobre 2010 ore 09:10:00 CEST Argomento: Sindacati
Con la cosiddetta “riforma epocale” della scuola superiore, da questo
settembre hanno tagliato altri 41.200 posti (25.600 docenti e 15.600
amministrativi), dopo i 57 mila eliminati lo scorso anno. Vogliono
distruggere la scuola pubblica distruggendo le risorse umane e negando
normali apporti finanziari. Licenziano decine di migliaia di precari,
dequalificano l’istruzione “flessibilizzando” i docenti perdenti posto,
“riciclati” senza rispetto per le loro abilitazioni e per la qualità
della didattica e negano il tempo pieno alle famiglie (cresciuto, ma in
modo inadeguato alle richieste e stravolto nell’organizzazione
didattica interna). In più, anche con la complicità di Cisl, Uil, Snals
e Gilda, Berlusconi & C. hanno bloccato il contratto ed eliminato
gli scatti d’anzianità, rateizzato il Tfr e avviato un nuovo stop ai
pensionamenti. In tutta Europa, nonostante le note difficoltà
finanziarie, nessun governo tocca la scuola, che anzi ottiene
finanziamenti ulteriori.
In Italia, il paese che (come dimostrano i recentissimi dati Ocse)
spendeva già la percentuale più bassa del prodotto interno lordo per
istruzione, università e ricerca, vengono sottratti alla scuola 8,5
miliardi di euro. Il saldo è peraltro negativo anche sotto il profilo
della qualità. Per la prima volta abbiamo un liceo scientifico privo
del latino, una drastica riduzione dei programmi di storia nella
Primaria, l’impoverimento generalizzato delle ore di italiano, il
taglio delle ore di laboratorio persino negli istituti tecnici e nei
professionali. Il “governo delle tre i” ha addirittura ridotto
l’informatica e fatto sparire il bilinguismo nella media di primo
grado. Questa è una scuola minimalista: una vera condanna per un paese
ove il 47 per cento della popolazione in età lavorativa ha al massimo
la terza media (dati Istat).
Per quanto riguarda la crisi, la paghi chi l’ha creata! Né può
accettarsi il massacro del futuro del paese dopo i regali fatti agli
evasori con il condono dello scudo fiscale o l’acquisto di 131
cacciabombardieri F-35, 100 elicotteri NH90 e altri 121 caccia
Eurofighter, che costano da soli 29 miliardi di euro (4 in più
dell’intera manovra di Tremonti).
Domenica 26 settembre, a Roma, nei locali del teatro Volturno si sono
incontrati i comitati dei precari in lotta e le realtà dei genitori
sorte in difesa della scuola pubblica, nonché i rappresentanti di
pressoché tutte le realtà studentesche, provenienti dalle principali
città italiane. L’invito all’assemblea era esteso anche ai
rappresentanti dei sindacati di base della scuola pubblica e alla
Flc-Cgil. La maggior parte degli interventi ha indicato nell’8 ottobre
la data sulla quale far convergere sia le manifestazioni studentesche
(già previste) sia la giornata di sciopero del settore. Noi
manifesteremo con loro. Per le vie della capitale l’Unicobas, i
Coordinamenti precari, l’Unione sindacale italiana (Usi) e l’Unione
degli studenti promuovono la manifestazione più importante che, con
concentramento alle ore 9.00 dal Piazzale dei Partigiani (Piramide)
svilupperà un corteo che arriverà ad assediare il Ministero occupato da
Mariastella Gelmini in viale Trastevere. Qui terremo dalle 12.00 una
grande assemblea pubblica. Nella stessa data la Cgil ha indetto uno
sciopero orario. Invitiamo la Confederazione a trasformarlo in uno
sciopero unitario proclamandolo come noi per l’intera giornata e a
scendere in piazza insieme. Sarà una grande giornata di lotta.
Stefano d’Errico, segretario nazionale
Unicobas
Il 15 OTTOBRE 2010 - SCIOPERO GENERALE DELLA SCUOLA INDETTO
DAI COBAS
A conclusione di un ventennio in cui governi di centrodestra e
centrosinistra hanno fatto a gara nel ridurre l’investimento
nell’istruzione pubblica (oggi in Italia è meno del 9% della spesa
complessiva mentre la media dei paesi “sviluppati” è del 13.3%), il
taglio di 140 mila posti di lavoro in tre anni, con l’espulsione
massiccia dei precari, operata da Tremonti-Gelmini, impone
definitivamente una scuola-miseria che non garantisce più neanche
l’ordinario funzionamento degli istituti e riduce drasticamente gli
stipendi già miseri dei docenti ed ATA, con il blocco degli scatti di
anzianità e dei contratti.
Ma le lezioni sono iniziate nel segno della lotta tracciato dai precari
nell’ultimo mese e da decine di migliaia di docenti ed ATA “stabili”
che hanno scioperato con i COBAS durante gli scrutini di giugno e che
ora mettono nuovamente in campo la loro opposizione al degrado della
scuola pubblica. In tanti istituti è partita la campagna contro il
collaborazionismo e le illegalità nelle scuole, con il blocco di
progetti, attività aggiuntive, cattedre oltre l’orario contrattuale,
accettazione in aula di alunni di altre classi, attività di
coordinamento, viaggi di istruzione e visite guidate.
Però, essendo questo - pur nel quadro della ventennale politica di
impoverimento della scuola - l’attacco più massiccio all’istruzione
pubblica, la protesta deve mettere in campo tempestivamente un grande
sciopero generale della scuola. In tale direzione abbiamo proposto a
tutte le strutture organizzate e ai sindacati intenzionati a difendere
la scuola pubblica di promuovere insieme tale sciopero, indicando la
data del 15 ottobre, ma dichiarandoci disponibili ad accettare altre
date se comunemente giudicate più efficaci. Per tutta risposta, la
CGIL, dopo aver tuonato “contro il più grande licenziamento di massa in
Italia”, ha convocato un insignificante sciopericchio di 1 ora (che si
traduce al più in un ingresso posticipato di un’ora degli studenti) per
l’8 ottobre, coprendosi dietro uno sciopero di strutture studentesche
legate a questo sindacato e al PD; mentre nessun segno di vita è venuto
dagli altri sindacati “rappresentativi” a parole contrari alla
scuola-miseria.
Preso atto della situazione, convochiamo lo SCIOPERO GENERALE DELLA
SCUOLA VENERDI 15 OTTOBRE CON MANIFESTAZIONI TERRITORIALI contro i
tagli di posti di lavoro, di classi, materie, orario, contro
l’espulsione in massa dei precari e per la loro assunzione stabile,
contro la scuola-miseria e per un massiccio investimento
nell’istruzione, per il recupero integrale degli scatti di anzianità e
dei contratti, contro la “riforma” delle superiori, le cattedre
extra-large e l’aumento del numero di alunni per classe, che peggiorano
vistosamente la didattica e rubano il lavoro ai precari. In tale
giornata sciopereranno e manifesteranno con noi, oltre a tanti docenti
ed ATA “stabili”, le strutture dei precari, degli studenti e dei
genitori che sono intenzionate a difendere l’istruzione pubblica contro
il governo della scuola-miseria ma senza fare sconti a quei partiti del
centrosinistra che, quando per due volte furono al governo in posizione
dominante, contribuirono anch’essi all’immiserimento della scuola
pubblica.
Piero Bernocchi portavoce nazionale
COBAS
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