Oltre i tagli e gli addestramenti militari. Le ricette Pd per il rilancio della scuola
Data: Domenica, 26 settembre 2010 ore 15:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Il tempo pieno e il modulo a 30 ore con le compresenze nella primaria e un sistema di valutazione che aiuti le scuole a migliorare i livelli di apprendimento degli studenti. Sono alcuni dei punti sui quali verte la proposta del Pd «per una scuola pubblica di qualità» al centro, ieri e oggi, del forum organizzato dal partito a Roma, coinvolgendo circa 300fra insegnanti, esperti, sindacalisti, rappresentanti delle associazioni di settore, divisi in quattro gruppi di lavoro. «Se il ministro Gelmini, dopo aver licenziato 132 mila fra insegnanti e collaboratori, si diverte con l’educazione militare insieme al ministro La Russa, il Pd - ha affermato Francesca Puglisi, responsabile scuola dei Democratici - è al lavoro per preparare la scuola pubblica aperta e di qualità di cui l’Italia ha bisogno per tornare a crescere ».  Da questo «percorso partecipato », dopo la prima Festa della Scuola a Bologna che ha dato avvio al confronto, nascerà la proposta complessiva che sarà presentata e discussa nell’assemblea nazionale del Pd, in programma a Varese l’8 e 9 ottobre. Tra le questioni ritenute prioritarie: l’investimento in educazione di qualità 0-6 anni, la necessità di «innovare profondamente» la scuola media e superiore, «partendo dalle buone pratiche didattiche sperimentate nelle scuole autonome, per combattere la dispersione scolastica e alzare i livelli di apprendimento degli studenti». Nel ventaglio delle proposte del Pd anche quella di tenere scuole aperte tutto il giorno e tutto l’anno «per far diventare la scuola il cuore pulsante delle comunità locali» e l’istituzione di un sistema di valutazione che oltre ad aiutare le scuole a crescere e migliorare i livelli di apprendimento degli studenti, sappia valorizzare i diversi percorsi di carriera degli insegnanti che si potranno realizzare all’interno della scuola autonoma. «Una scuola responsabile, autonoma, capace di valutare ed essere valutata » è la ricetta proposta da Giovanni Bachelet, presidente del Forum. «Abbiamo voluto organizzare questa due giorni di seminari, aperta a tutti, anche ai partiti dell’opposizione - ha spiegato inaugurando i lavori - per capire dove è più urgente intervenire. Dove, da subito, dobbiamo mettere per prime le mani. La scuola del futuro dovrà formare cittadini anche nella personalità, intervenendo in senso civico e in senso di preparazione al lavoro, con insegnamenti continui che mirino ad elevare le capacità critiche». Punta più sull’autonomia, invece, Francesca Puglisi: «per dare gamba alla riforma del titolo V della Costituzione, e poi perché ce lo chiede la Ue». La responsabile scuola del pd continua: «Nessuno meglio degli enti locali - dice - conosce bisogni educativi ed esigenze sociali del proprio territorio: l’istruzione italiana, nonostante tutto, si attesta su livelli d’eccellenza. Valorizziamo dunque le buone pratiche scolastiche, già esistenti nelle scuole dell’autonomia, che aiutano i ragazzi a raggiungere buon livelli di apprendimento». Per la puglisi «i gioielli di famiglia del settore sono, ad esempio le scuole primarie e dell’infanzia, il modulo della 30 ore di compresenza degli insegnanti, utilissime agli studenti rimasti un po’ indietro. Tutte cose che con i tagli della Gelmini possono essere svenduti ». (da L'Unità)

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