Scuola di Adro, il simbolo leghista va rimosso Ma il ministro dell’Interno Maroni latita
Data: Giovedì, 23 settembre 2010 ore 17:31:57 CEST Argomento: Rassegna stampa
A parole (a
cominciare da quelle del ministro Maria Stella Gelmini) sono contro i
simboli leghisti della scuola di Adro, ma nei fatti nulla sta
succedendo per eliminarli. Così la Cgil di Brescia rompe gli indugi e
invia al sindaco Oscar Lancini responsabile dell’operazione una diffida
a tutela degli operatori scolastici perché sia rispettato l’articolo 2
della legge 266 del 2003 che, come si legge nella lettera scritta
dall’avvocato Alberto Guariso, “vieta esplicitamente qualsiasi
discriminazione determinata da convinzioni personali nei luoghi e nei
rapporti di lavoro”.
Del resto a conferma della posizione assunta dagli insegnanti c’è anche
una lettera inviato al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano:
“L’Istituto Comprensivo di Adro – scrivono i docenti – ha adottato un
Piano dell’Offerta Formativa (POF) che, in osservanza della
Costituzione, della Convenzione Internazionale sui Diritti
dell’Infanzia e dei regolamenti interni dell’istituto, promuove la
scuola come comunità di dialogo e di ricerca, informata ai valori
democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue
dimensioni. La vita della collettività scolastica si basa sulla libertà
di espressione, di pensiero, di coscienza e di religione, sul rispetto
reciproco di tutte le persone che la compongono, quale che sia la loro
età e condizione, nel ripudio di ogni barriera ideologica, sociale e
culturale”. E in base a questo principio così concludono: “Riteniamo
che l’incombere continuo del Sole delle Alpi si configuri come azione
di persuasione atta a condizionare gli alunni e gli studenti e le loro
presenti e future opinioni politiche e contraddica l’impostazione
apolitica, pluralista e democratica della nostra scuola”.
Da qui la richiesta avanzata a Napolitano “In qualità di lavoratori
della scuola garantiamo (e continueremo a garantire) che la nostra
imparziale professionalità sarà come sempre al servizio della miglior
educazione possibile per i ragazzi, ma chiediamo che intervenga per
dare all’edificio scolastico un aspetto sobrio e adeguato”.
Il caso di Adro è stato oggetto anche di una question time alla Camera
in seguito ad alcune interpellanze presentate da un gruppo di
parlamentari Pd. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni, principale
interlocutore, non si è presentato. Si è presentata invece la Gelmini
che tuttavia non ha dato alcuna garanzia di un suo fattivo intervento.
Del resto la lettera inviata per conto suo dal direttore scolastico
della Lombardia Giuseppe Colosio nessuno è riuscito a leggerla. A chi
in questi giorni gliela chiedeva per sapersi regolare in casi analoghi,
il funzionario la negava. E aggiungeva: “In fondo si tratta solo di
consigli”. Come a dire che nessuno ha voglia di levare la castagna dal
fuoco. E questo nonostante che il sindaco Lancini sia stato
praticamente scaricato dal suo stesso partito.
Naturalmente sempre solo a parole perché Roberto Maroni che pur avrebbe
parola in quanto ministro dell’Interno in merito all’intitolazione
della scuola a Gianfranco Miglio, continua a tacere. Nonostante che la
legge gli imponga di cancellare l’intitolazione avvenuta a un
personaggio il cui nome non ha i requisiti per essere preso in
considerazione.
Augusto Pozzoli del
ilfattoquotidiano.it
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