La
NASA ha comunicato agli
scienziati che lavorano ad alcune delle missioni spaziali più longeve - comprese
le due sonde gemelle
Voyager attualmente in viaggio verso i confini del sistema solare - di
interrompere ogni operazione da ottobre per risparmiare denaro. La decisione,
che per i portavoce della NASA non è ancora definitiva, ha fatto infuriare i
ricercatori, secondo i quali sarebbe stata presa senza le solite consultazioni
formali con la comunità scientifica.
La divisione Earth's Sun System dell'agenzia spaziale americana aveva
pianificato originariamente di spendere l'anno prossimo 74 milioni di dollari
per gestire le navicelle spaziali che studiano l'ambiente solare e per pagare
l'analisi dei dati. Ma da allora il budget è stato ridotto a 53 milioni, e la
NASA fatica a finanziare tutti i propri progetti. Di fronte a questa situazione,
il mese scorso i responsabili della divisione hanno informato i gestori di sette
missioni che hanno ormai completato il proprio compito primario - Voyager,
Ulysses, Polar, Wind, Geotail, FAST (Fast Auroral SnapshoT) e TRACE (Transition
Region and Coronal Explorer) - che non c'è più denaro per mantenerle operative
dopo il termine dell'attuale anno fiscale, in ottobre.
Lanciate nel 1977, Voyager 1 e 2 si trovano ormai rispettivamente a oltre 14 e
11 miliardi di chilometri dalla Terra. Dopo aver visitato tutti i pianeti
esterni tranne Plutone, stanno dirigendosi verso il confine fra il sistema
solare e lo spazio interstellare. Antenne di terra sono in continuo contatto con
le navicelle, che dovrebbero continuare a mantenersi attive fino al 2020. Le
Voyager costano alla NASA circa 4,2 milioni di dollari l'anno per le operazioni
e l'analisi dei dati.
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