Più spazio ai precari
Data: Domenica, 19 settembre 2010 ore 18:39:10 CEST Argomento: Rassegna stampa
Anche la
Flc-Cgil ha chiesto ai docenti di ruolo di non accettare ore aggiuntive
per lasciare più possibilità ai precari di lavorare, ma a quanto pare
il monito non è stato accolto. E allora in molte scuole c'è chi lavora
per ben 24 ore a settimana, rispetto alle obbligatorie 18, e c'è chi
invece è a spasso, mentre magari uno spezzone avrebbe potuto
ristabilire almeno l'equilibrio del punteggio, non già dello stipendio
che rimane comunque inadeguato.
Una contesa a distanza tra professori precari e no e alla quale molti
titolari di cattedra, che magari hanno l'onta di anni di supplenza,
replicano come difesa il blocco del contratto e degli scatti di
anzianità, per cui raccogliere tutto ciò che è possibile per portare a
casa più spesa diventa una legittimazione.
Né i dirigenti cercano di smussare gli angoli, visto che non è
obbligatorio accettare ore in più rispetto alle 18 di legge.
La possibilità di questa sorta di straordinario fu data dalla ministra
Moratti col preciso scopo di risparmiare, ma innescando meccanismi che
in tempi di licenziamenti epocali risultano dannosissimi per migliaia
di docenti drammaticamente a spasso.
Se infatti sei ore eccedenti a un professore di ruolo consentono
qualcosa in più allo stipendio, per un supplente significano
tantissimo, sia in termini salariali, e sia in termini di punteggio, a
parte il fatto che già due spezzoni di sole sei ore possono significare
una quasi dignitosa retribuzione.
Nella scuola però questa sorta di principi solidaristici spesso vengono
meno. Né è spia fra l'altro la scarsa partecipazione agli scioperi e
alla gestione stessa della scuola dove vige per lo più il principio
della delega, insieme all'altro di catturare ogni pur minima
possibilità per arrotondare.
E a questo proposito si incomincia ad aprire una scuola di
pensiero che vorrebbe suggerire al Miur di destinare i fondi per pagare
il vicario del preside, le funzioni obiettivo e tutti gli altri
incentivi, spesso inutili, per assumere personale, quei famosi precari
che bussano alla porta ma a cui nessuno risponde.
Ad esempio come succede in Germania dove solo il preside ha il
semiesonero (durante l'altra metà delle sue ore fa lezione) e nessun
vice o collaboratore lo assiste:
e se la
Germania si prende spesso come esempio di efficienza, perché non la si
imita almeno su questo versante, visto il tempo crudele della attuale
crisi?
Pasquale Almirante - La Sicilia del
19 settembre 2010
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