Il ministro Gelmini sta facendo bene il suo lavoro
Data: Domenica, 19 settembre 2010 ore 18:33:00 CEST
Argomento: Opinioni


L'anno scolastico è cominciato! Il Ministro Gelmini sta facendo bene il suo lavoro, in ossequio al precetto berlusconiano che "bisogna mettere in sicurezza i conti pubblici": ha ridotto il numero degli istituti di ogni ordine e grado, eliminando Presidenze e Segreterie; ha ridimensionato le cattedre (da 18 a 16 ore per il Ginnasio), con l'obbligo per i docenti di prestare 18 ore di servizio quasi fossero metalmeccanici e non professionisti il cui impegno non muta qualunque sia il numero delle ore di cattedra; ha licenziato migliaia di docenti, quasi fossero dipendenti di una azienda privata in fallimento, e non funzionari dello Stato in una "Repubblica fondata sul lavoro".
Dopo tutto ciò, se il Ministro riesce a far conseguire il diploma di maturità col minimo dispendio di ore e con un numero ridotto di materie renderà un buon servizio alle finanze dello Stato e alle famiglie perché i giovani per accedere all'Università non hanno bisogno della cultura che forniva il Liceo, soprattutto il classico da cui si accedeva a tutte le facoltà, quando era in vigore la riforma Gentile.
Ora per accedere all'Università bisogna rispondere ai test che sono ben altra cosa rispetto alla cultura scolastica.
E lo sanno già alcuni alunni, i quali da qualche anno si preparano privatamente sui test e frequentano saltuariamente la scuola solo per il pezzo di carta. Infatti la migliore scuola non dà gli strumenti conoscitivi per rispondere ai test.
A quale materia, tanto per fare un esempio, si può riferire la domanda n.22 del questionario per Architettura in cui si chiede quante strette di mano si danno in un tavolo di 30 commensali?
E a quale altra materia si può riferire la domanda posta in Medicina sulla musica dodecafonica?
Invece di sperperare tanto denaro per mantenere licei e Istituti tecnici, con programmi non più adeguati per rispondere ai test, il Ministro potrebbe nominare delle commissioni di pochi esperti per insegnare a rispondere ai test; costerebbero certamente meno dei professori rimasti in servizio!
Certo è che la Scuola vive un momento di grande ambascia, anche per le riforme che si annunciano: sa il Ministro qual è la funzione del docente e quale formazione ha avuto?
Sa che la Scuola è buona se sono buoni i maestri, come sostenevano i Gesuiti?
La riforma Gelmini che vuole essere storica è una riforma di facciata; alcuni istituti, già tecnici, si chiameranno Licei, come già si chiamano gli ex Istituti Magistrali, ma nulla è cambiato rispetto ai vecchi programmi, se non che in alcune scuole (Licei scientifici e Scienze Umane) è stato tolto il Latino, cioè vengono depauperati questi istituti di una materia altamente formativa, che anche Gramsci considerava uno "strumento indispensabile di disciplina mentale e psicofisica".
Leggevo tempo fa un articolo sulla "Attualità degli studi classici", quelli con i quali si sono formati illustri economisti, ingegneri e architetti, medici e ricercatori, e l'autore dava tre risposte:
Sono attuali:
1) perchè antichi ( risalgono al Medioevo e alla ratio studiorum dei Gesuiti, 1586);

2) perché formativi: il latino è scuola di logica nella fanciullezza, di estetica nell'adolescenza; fornisce la remora della grammatica nella fanciullezza, l'ala della poesia o la capacità riflessiva nell'adolescenza;

3) perché inutili nell'accezione usata da G.L.Beccaria, (in Italiano antico e nuovo pag. 269) in quanto non danno né una competenza né una professionalità specifica, ma il cui studio è disinteressato, non diretto cioè ad alcuna utilizzazione immediata ma aiuta a crescere senza una specifica finalità o indirizzo e crea soltanto una attitudine ad affrontare scientificamente studi superiori in ogni campo dello scibile.

Questi sono concetti superati per il ministro o forse non conosciuti, e così potremo dire con G.L.Beccaria:
"Triste e povero quel mondo in cui si studiano soltanto le cose che servono!" (pag. 269).
Però il ministro, a guardarlo in TV, non è né triste né povero, anzi sorride dichiarando che "è partita una innovazione attesa da decenni: le superiori sono ridisegnate all'insegna della modernità".
Strano che non se ne siano accorti né i docenti cattolici (dell'Aimc) che chiedono "condizioni minime di continuità e stabilità per tutelare la professione e le persone", né gli studenti che "vogliono opporsi all'idea della Gelmini di una scuola svuotata di senso, fabbrica di precarietà".
Sono considerazioni e proteste, dice il Ministro, già scontate, cioè previste, già messe in conto e valutate come inutili.
E così la scuola, governata con mentalità da ragionieri o da impresari, comincia, come scrive La Sicilia, con meno ore, meno entusiasmo e più incertezze.

R.C. - Lo dico a La Sicilia del 19 settembre 2010





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