Lotta all'evasione fiscale per ridurre i tempi di attesa... si puo'
Data: Sabato, 18 settembre 2010 ore 10:00:00 CEST Argomento: Opinioni
«L'incremento del sommerso ha avuto un’impennata nel 2009, tanto da
oltrepassare il 20% del Pil», così come appreso dai mass-media.
Il Centro Studi di Confindustria dopo aver appreso gli ultimi dati
Istat, ha corretto anche le valutazioni relative all'evasione fiscale
che subiranno una proiezione su valori molto superiori ai 125 miliardi
stimati precedentemente.
Questo è un allarme sociale, paragonabile al precariato!
Sono somme significative, in crescita esponenziale, che se recuperate a
dovere e reinvestite, in maggiori politiche di occupazione, sicurezza e
qualità nelle scuole, consentirebbero di ridurre gli effetti
sottoindicati:
Istruzione: < Stipendi > precari > disoccupati> tempi di
attesa!
con le conseguenze che si auspicano il Presidente del Consiglio e il
Ministro della P.I. Gelmini, attraverso l’agognato programma riformista
che tanto sta facendo discutere:
>efficienza > trasparenza
Guardare al precariato come una
risorsa.
E’ quello che chiediamo, e non come una voce insostenibile di spesa che
pesa allo Stato, ma secondo quello che ci chiede l’Europa, il lavoro stabile, il traino a cui fare
riferimento per la ripresa dell’economia partendo dal Sud, un piano
strutturale che veda l’istruzione al centro degli interessi del Paese
Italia.
D’altronde questa opinione, se proiettata sul fenomeno
precariato, su coloro i quali vantano almeno 10 – 15 anni di
precariato, con fasce di età tra i 40 – 50 anni al Sud, trova una
ragionevole giustificazione, tenuto conto dei dati Istat, delle regole
di inserimento nel Mercato del lavoro, che non fa sconti a nessuno,
soprattutto in aree ad alto tasso di disoccupazione come al Sud, dove
investire è pericoloso!
Capisco poi, quanto sia difficile in tempi come questi, la
responsabilità del Ministero della P.I., ma ai problemi economici dei
precari bisogna pur rispondere:
- obiettivamente, non é giusto che personale ATA con comprovati
requisiti di anzianità, ben al di là dei tanto famigerati tre anni di
servizio previsti dalla normativa comunitaria, sufficienti alla
trasformazione dei contratti da t.d. a t.i., debba accontentarsi di
ammortizzatori sociali, seppur adottati in tempi di crisi, che non
fanno altro che svilire professionalità acquisite da anni;
- Ai precari un futuro tutto da inventare, con tante incognite,
mentre le somme erogate ai Parlamentari nazionali e regionali, superano
di gran lunga, le esigenze di prima necessità.
- Guardando agli stipendi dei parlamentari europei, questo parrebbe
uno spreco.
Che arrivi dunque un segnale dalla politica nazionale, regionale e
locale, anche in questa direzione. I sacrifici facciamoli tutti,
lo chiedono disoccupati, precari e le categorie meno fortunate di noi.
Ma torniamo all’evasione fiscale, ignorare un dato così allarmante,
così come recentemente pubblicato, sarebbe sbagliato:
Evasione fiscale boom! persi 480 mila
posti di lavoro in tre anni!
Fanno riflettere anche altri dati, poco incoraggianti.
Si apprende, che l'occupazione,
secondo il Centro studi, è con «il freno tirato»: passerà dal -1,8% del
2010 a +0,4% nel 2011 e che «La creazione di nuovi posti di lavoro sarà
frenata dall'ampio bacino di forza di lavoro inutilizzata» e «dalla
ripresa della crescita della forza lavoro».
A questi dati in continua evoluzione speriamo che seguano politiche
incisive di lotta all’evasione fiscale
e di trasparenza, che consentirebbero tra l’altro di
smascherare, coloro i quali, si annidano indisturbati nelle
Graduatorie di tutta Italia e che spesso sono al centro di tristi
vicende giudiziarie, poco gradite a
tutti.
Il personale ATA, al servizio dello Stato, seppur disoccupato,
attraverso le note inviate a questo Consorzio, sta cercando
costantemente di sensibilizzare le Autorità competenti e gli organi di
informazione, affinché si evitino alle future generazioni della scuola,
gli errori e le sofferenze di una categoria rimasta in silenzio troppo
al lungo, nell’interesse ultimo di consegnare a costoro, una società
più giusta e libera, una società che speriamo per tutti sia basata
sulla famiglia e sul lavoro, come segno incontrovertibile di
attaccamento alle radici cristiane di una terra come la Sicilia, terra
di grandi valori umani, capace di
insegnare e trasmettere la solidarietà, come la missione più alta della
politica.
Ci affidiamo altresì al buon senso e alla responsabilità di una classe
dirigente che sappia trasmettere fiducia e senso di appartenenza a un
territorio che non può privarsi di forza lavoro ovvero restare fanalino
di coda.
Le risorse che chiediamo, devono
essere investite al Sud e non devono tornare al Nord, come forza
lavoro, capitali, intelligenze, altrimenti saremo considerati sempre
come emigranti, come falliti!
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