LUCCA: La protesta a rovescio per salvare la scuola
Data: Venerdì, 17 settembre 2010 ore 21:00:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
GIORGIO DEL
GHINGARO È il sindaco toscano che si è inventato la “contro-riforma
Gelmini”: docenti in pensione, volontari e genitori in aula contro i
tagli all’istruzione.
Mentre nel resto del Paese i precari della scuola e gli studenti
protestano fuori dagli istituti, voi li riempite. Perché?
Noi siamo d’accordo con le loro ragioni e vorremmo farle sentire ancora
di più. Ma sappiamo anche che le famiglie sono in difficoltà e che non
possiamo lasciarle sole.
A cosa si riferisce?
Nella nostra provincia, Lucca, i tagli dei ministri dell’Istruzione
Mariastella Gelmini e dell’Economia Giulio Tremonti hanno fatto sparire
219 insegnanti. Oltre al “personale Ata”, cioè i bidelli. Cosa
comporta?
Dover mettere in media quattro alunni in più in ogni classe. Con un
peggioramento della qualità dell’insegnamento, nonostante il governo
finga di no. E poi non abbiamo più abbastanza personale per garantire
il pre- e il post-scuola.
Ed è qui che si inserisce il vostro sciopero alla rovescia...
Esatto. Abbiamo coinvolto le nostre 32 scuole e le associazioni di
volontariato e ci siamo inventati una soluzione usando il modello della
“banca del tempo”.Genitori, volontari e insegnanti in pensione prestano
il loro tempo, gratis, per permettere agli studenti di stare a scuola
prima dell’orario di inizio delle lezioni e dopo la fine.Così evitiamo
problemi alle famiglie che lavorano e avrebbero problemi ad adattare i
loro spostamenti agli orari scolastici.
Be’, i volontari si prendono una bella responsabilità. Ma alla fine non
fate un favore gratis alla Gelmini, che pure criticate?
Guardi, la protesta è importante per svelare le malefatte di chi
governa. Ma per noi la scuola è un bene fondamentale, quindi abbiamo
scelto una protesta “propositiva”. Vogliamo far vedere al governo,
molto concretamente, quello che serve alla scuola.
E quindi alla Gelmini cosa chiedete ?
Di ristabilire il numero giusto di insegnanti e bidelli.
La ministra sostiene di aver solo tagliato il personale superfluo.
Non direi proprio. Solo un esempio: ci hanno dimezzato gli insegnanti
di sostegno. Prima i bambini portatori di handicap avevano
l’affancamento di un altro docente cinque ore al giorno. Ora solo due
ore e mezzo.
Addirittura dimezzate?
Sì. Non è che i bimbi hanno un handicap solo due ore e mezzo al giorno.
Devono imparare la metà degli altri? A Capannori abbiamo una scuola che
è un’eccellenza per l’handicap in tutta la provincia di Lucca. Se non
troviamo i soldi per pagare noi gli insegnanti, come Comune, l’istituto
dovrà chiudere delle aule. E quei bambini rimarranno a casa, a carico
dei genitori.
Non è un bel modo di “aiutare le famiglie”. Eppure è quello dicono di
voler fare tutti i partiti italiani e il governo per primo.
È vergognoso, chi ci rimette alla fine sono i più deboli. I figli delle
famiglie meno abbienti, che non possono pagare l’assistenza di tasca
loro, finiranno per avere difficoltà sociali e di apprendimento che
potrebbero evitare. Noi cerchiamo di fare quello che possiamo: ad
esempio abbiamo fatto uno sforzo enorme per non aumentare il prezzo dei
servizi a domanda individuale.
Quali sono?
I trasporti scolastici e la mensa: da noi continuano a costare 2 euro e
50 da 6 anni. Il governo dice di non aver aumentato le tasse. Ma ha
tagliato i fondi agli enti locali e ha “delegato” a loro la parte
sgradevole. Di fatto, però, ha imposto aumenti indiscriminati delle
tasse.
Anche voi alla fine dovrete alzarle?
Noi siamo un “comune virtuoso”: negli anni scorsi siamo riusciti a
risparmiare. Quest’anno, destineremo circa 2 milioni e 400mila euro
all’istruzione. Ma dovremo tagliare da altre parti. Per questo la
nostra seconda richiesta al governo è di ripristinare i finanziamenti
ai Comuni.
Tra le novità per la scuola della ministra Gelmini c’è anche il tetto
massimo per classe agli alunni di origine straniera. Lei è d’accordo?
È una baggianata. Se nella stessa zona abitano 7 bimbi di origine
straniera, che facciamo: ne leviamo due e li mettiamo più lontani?
Anche se stanno bene insieme?
Avete soluzioni alternative?
A Capannori i bambini, di qualsiasi origine siano, stanno in classe
insieme. Poi, però, ci sono lezioni ad hoc, per esempio di rinforzo
sulla lingua. In più organizziamo corsi di italiano anche per i
genitori e in particolare le mamme.
Perché?
Spesso, per motivi socio-culturali, le donne stanno a casa e sono
quelle che hanno meno contatti con il resto della popolazione. Inoltre
abbiamo organizzato centri d’ascolto con mediatori culturali per
evitare che si formino ghetti, in cui gli immigrati rimangono un “corpo
estraneo” nel territorio.
Oggi si parla tanto di “rapporto con il territorio” e di solito si
pensa alla Lega. Voi siete di centro-sinistra: per voi quanto conta?
È fondamentale: solo che non lo intendiamo come chiusura a ciò che
viene dall’esterno, ma come partecipazione di tutti i cittadini - di
qualsiasi colore siano - alla vita comune. Che sia dividere i rifiuti
per fare la raccolta differenziata o fornire il proprio tempo a scuola.
Non c’è buona politica senza coinvolgimento della comunità.
(Da http://city.corriere.it/2010/09/17/interviste.shtml
di Elena Tebano)
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