''Una Precaria ...come tante'' - Riflessioni di Paola Migliaccio sulla manifestazione di Messina
Data: Venerdì, 17 settembre 2010 ore 15:00:57 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Ho ancora un brivido di emozione pensando e ripensando alla bellissima giornata di domenica 12 settembre 2010, quando tantissimi precari della scuola come me hanno sfilato per le vie di messina.Unica nota poco piacevole e' stata quando il clima con la polizia e' diventato caldo all'imbarcadero dei traghetti.
Il motivo? Quella risposta da parte delle forze pubbliche c'e stata perché tutti volevamo solo per un momento attirare l'attenzione, fare sentire la nostra disperazione e la rabbia che ognuno di noi ha per aver perso, o forse per non aver mai avuto, il "posto" tanto ambito e che ha tanto sudato, nel settore della scuola. Invece siamo stati scambiati per terroristi, per facinorosi. Nessuno di noi ha minimamente reagito con atti provocatori che possano giustificare una o piu' denunce di qualsiasi genere o natura. Siamo educatori, tutti, lo sottolineo: i docenti, che ogni giorno hanno a che fare con la fascia sociale piu' sensibile che e' quella dei futuri uomini e donne di questa societa', "i ragazzi; il personale ata che, tra l'altro, assicura la vigilanza dei ragazzi nelle scuole garantisce il buon funzionamento dei servizi di supporto alla didattica.
Non siamo lottatori abituati a fare atti sconsiderati o violenti, siamo solo persone disperate, ognuno con il peso della propria storia privata, molto provata sia dal punto di vista economico che anche dal punto di vista della propria gratificazione professionale. Molti di noi continuano a passare la maggior parte del loro tempo sui libri ad accrescere la propria formazione professionale.
Io per prima, iscrittami alla seconda laurea dopo due abilitazioni e vari master conseguiti, mi chiedo di continuo che senso abbia tutto questo; perche' continuo a sperare di poter rientrare nel comparto della scuola quando, assieme a tutti gli altri, siamo stati definiti "precari-fantasma", una zavorra sociale … Mah! Forse perche' stare con i ragazzi, trasmettere saperi, cultura anche empatia, é quello che oggi mi rendo conto riesco a fare meglio, dopo tanti anni di lavoro.
Da quando ho iniziato a fare l'insegnante prima come pendolare, lontana molti chilometri dalla mia provincia, mi sono sempre chiesta se gli sforzi fisici, economici e psicologici alla fine avrebbero avuto un ritorno positivo; ma questo me lo chiedo ancor di piu' oggi, quando da un anno sbatto contro un muro formato dall'indifferenza della gente (che e' poco sensibile al problema che sta devastando la scuola ) e da un gigante dalle dimensioni mastodontiche: una politica sorda non solo al problema di noi precari, ma anche al problema scuola, intesa come integrazione e formazione di individui sociali.
Tra breve saro' definitivamente disoccupata. Partecipo ai famosi "progetti regionali", famosi non di certo per la loro bella nomea , e il 30 novembre dovro' salutare quei ragazzi con i quali ho instaurato un sereno rapporto di rispetto reciproco, ai quali trasmetto ogni giorno sapere, gli stessi che si chiederanno fra qualche mese che fine avro' fatto e perche' li ho dovuti abbandonare dopo aver trovato la chiave per poter interagire con loro.
Risanare il debito pubblico con i soldi risparmiati dalle risorse umane della scuola non mi sembra proprio una grande manovra economica in un paese che si vuole tenere al pari degli altri paesi europei, sopratutto perché nazioni come Germania o Danimarca investono proprio nel settore dell'istruzione e della formazione. Io dal mio canto, continuero' a dare voce alla mia categoria; lo faccio per la mia dignita'; in primo luogo come individuo di questa societa', in secondo per la mia famiglia, perche' un giorno, comunque, possa dire a mio figlio che non ho subito passivamente che qualcun altro decidesse del mio futuro.
La nostra e' una repubblica democratica fondata sul lavoro, vorrei che per me, per noi, non fosse solo un'utopia.
Paola Migliaccio
(docente precaria catanese in lotta per la difesa della scuola pubblica e del posto di lavoro. -da Flc_Catnaia)

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