Protesta contro Gelmini. In centinaia a difesa della scuola sarda
Data: Giovedì, 16 settembre 2010 ore 15:39:19 CEST Argomento: Rassegna stampa
Riuniti
in occasione del primo giorno di scuola per gli studenti sardi, docenti
e operatori scolastici hanno bloccato il traffico davanti alla sede di
viale Trento in segno di protesta contro la politica dei tagli a danno
della Pubblica Istruzione. I sindacati e i dipendenti della scuola
chiedono l’apertura di una vertenza da parte del Governo isolano per
salvaguardare i posti di lavoro e lo stato di salute dell’istruzione in
Sardegna.
Hanno addosso scritte come “La scuola è morta, ne danno il triste
annuncio i genitori e gli studenti privati delle loro classi e dei loro
docenti e il territorio privato del suo futuro”. Sugli striscioni
richieste di dialogo con chi, ritengono, attraverso la politica del
silenzio, ha già fornito loro delle risposte. Sono in centinaia i
dipendenti della scuola sarda che, uniti, chiedono una presa di
posizione da parte del Governo regionale in una vertenza che mette in
bilico migliaia di posti di lavoro.
Con una manifestazione di protesta davanti alla sede della Regione
Sardegna, in viale Trento, i Sindacati Sardi FLC CGIL della
Sardegna, Cisl Scuola, Snals, Gilda e COBAS Scuola Sardegna hanno
proclamato lo stato di mobilitazione della categoria, in difesa della
scuola pubblica isolana.
Sotto accusa le conseguenze derivanti dalla politica del Governo
nazionale con ingenti tagli al personale, e si aggiungono alle proteste
dilaganti lungo tutta la Penisola a seguito della Riforma
dell’Istruzione del Ministro Maria Stella Gelmini. “Le insensate
controriforme delle secondarie di secondo grado e delle scuole primarie
soprattutto, - si legge in un comunicato - con l’inaccettabile
riduzione del tempo scuola, del curricolo disciplinare, dell’offerta
formativa, sono il frutto dell’esigenza di fare cassa ma anche la
volontà di destrutturare il diritto all’istruzione come diritto
universale garantito in ogni parte del paese”.
Le prospettive. Una prospettiva che diventerebbe ancor meno rosea
nell’isola, secondo quanto affermato dai sindacati di categoria, che
ribadiscono: “In Sardegna questa politica, insieme alla politica
regionale, sta portando al collasso il sistema scolastico isolano.
L’operato della Direzione Scolastica Regionale che selvaggiamente sta
procedendo all’effettuazione dei tagli anche in misura superiore al
richiesto, oltre 1700 posti in meno, distruggendo quelle poche
specificità residue e deprivando intere zone della Sardegna dei luoghi
di istruzione, fa il paio con il silenzio connivente della Regione, che
passivamente subisce i tagli, mette a carico del bilancio regionale i
costi dei tagli ministeriali, si predispone a rendere l’isola terra di
sperimentazione per le controriforme, realizza ulteriori tagli di
risorse scolastiche per le scuole pubbliche, mentre sostiene le scuole
private”.
Riuniti con fischietti, manifesti e bandiere, in occasione del primo
giorno di scuola per 217 mila studenti sardi, docenti e operatori
scolastici hanno esortato il Presidente della Regione ad attivare
l’immediata apertura di una vertenza con lo Stato, per ottenere il
riconoscimento delle specificità dell’isola, in merito alla formazione
e all’istruzione. Dimensionamento e pianificazione del servizio,
risorse per l’edilizia scolastica, per l’offerta formativa, sono solo
alcuni dei punti su cui sarebbe necessario discutere, secondo i
sindacati, per l’integrazione e il sostegno, per contrastare la
dispersione scolastica e favorire il diritto allo studio. È necessario,
sostiene la categoria, eliminare i tagli e ottenere immissioni in ruolo
sui posti liberi, sia per difendere il precariato che per un servizio
scolastico di maggiore qualità.
Documento dei Cobas. Distribuito dai Cobas nel corso della
manifestazione il Vademecum contro l’illegalità e il collaborazionismo
nelle scuole. “Se vogliamo continuare a contrastare il progetto di
dismissione della Scuola pubblica e del lavoro - si afferma nel
comunicato -, dobbiamo anche rifiutarci di collaborare dentro le nostre
scuole all’occultamento dei danni che si stanno già producendo in
questa scuola della miseria”. Tra i punti descritti, l’esortazione a
bloccare, già dai prossimi collegi docenti, i progetti e le attività
aggiuntive, le cattedre oltre le 18 ore, le attività di coordinamento,
i viaggi di istruzione, le visite guidate e le ore a disposizione per
le supplenze dei colleghi assenti. Un’emergenza, quella della scuola,
che ha portato ieri a una presa di posizione l'opposizione in Consiglio
regionale, attraverso la presentazione di una mozione che vincola
l’Aula a essere convocata entro dieci giorni per affrontare la
questione. Tra la disperazione per la possibile perdita del posto di
lavoro o per il destino dei propri figli, i manifestanti hanno chiesto
a gran voce l’apertura di una contrattazione territoriale tra Regione,
Enti Locali, Amministrazione Scolastica regionale e provinciale nella
speranza di un orizzonte alternativo a quello che si prefigura oggi.
(Da SardegnaOggi)
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