Riduzione degli organici scolastici ed effetti sul sostegno agli alunni portatori di handicap.
Data: Mercoledì, 15 settembre 2010 ore 20:46:32 CEST Argomento: Sindacati
Da Filippo Tortorici
coordinatore regionale Federazione Gilda-Unams riceviamo
Giorno 14 settembre a Palermo, audizione dei rappresentanti delle
organizzazioni sindacali della scuola e delle associazioni delle
famiglie e dei precari presso la V commissione parlamentare, cultura,
formazione e lavoro dell’Assemblea Regionale Siciliana; ordine del
giorno: Riduzione degli organici scolastici ed effetti sul sostegno
agli alunni portatori di handicap.
Presenti, oltre agli onorevoli deputati, componenti
la commissione, anche il direttore generale dell’Ufficio scolastico
regionale dott. Guido Distefano e l’assessore all’istruzione e
formazione professionale prof. Mario Centorrino, che, accogliendo le
pressanti istanze provenienti dal modo della scuola, si era fatto
promotore dell’incontro.
Il Presidente della commissione onorevole Fausto
Maria Fagone ha aperto i lavori introducendo le tematiche ed ha quindi
dato la parola all’Assessore ed al Direttore Generale per relazionare
nel merito.
L’assessore ha delineato la grave situazione in cui versa la scuola
siciliana per effetto dei pesanti tagli agli organici ed ha esposto
quanto finora attuato per far fronte all’emergenza.
Successivamente il Presidente ha invitato
singolarmente i rappresentanti sindacali e delle associazioni ad
intervenire ed offrire concreti contributi al dibattito per
l’individuazione delle problematiche e delle possibili linee
d’intervento.
Nel merito dei quattro aspetti di criticità
sapientemente riassunti dall’assessore: occupazione, sicurezza,
sostegno all’handicap e qualità del sistema formativo, abbiamo
manifestato le nostre preoccupate considerazioni e le nostre
richieste:
Quello che è stato definito il più grande
licenziamento pubblico di massa e che ha visto la Sicilia in testa a
questa classifica negativa con circa diecimila licenziamenti in due
anni, sta diventando una vera emergenza sociale nella nostra Regione.
Ci riferiamo a quel personale docente ed ATA,
eufemisticamente chiamato a tempo determinato, visto che la stragrande
maggioranza ha intrattenuto con lo Stato un rapporto di lavoro
spesso anche pluridecennale, che quest’anno vedrà improvvisamente
azzerato il proprio reddito senza alcuna speranza per l’immediato
futuro.
Sarà l’ennesimo colpo alla già precaria condizione
economica della popolazione siciliana, poiché, al di là delle
doverose manifestazioni solidaristiche, la mortificazione del reddito
di una fetta importante della classe media non potrà che avere come
conseguenza una ulteriore depressione dei consumi e questo non aiuta
certo l’economia.
Sulla sicurezza nelle scuole abbiamo fatto rilevare
che oltre alla sistematica violazione delle relative norme di legge, la
scuola siciliana soffre di gravi carenze strutturali con edifici spesso
inadeguati alla funzione; strutture a volte fatiscenti, spesso prive
dei requisiti di sicurezza e di salubrità, il più delle volte non
idonee ad accogliere i nostri alunni, molte volte ubicate in edifici
acquisiti dalle amministrazioni in regime di locazione, con
evidente sperpero di denaro pubblico.
Anche se la Regione non ha competenza diretta nella
gestione dell’edilizia scolastica, la vigilanza sull’operato degli Enti
locali e sull’uso delle risorse pubbliche afferiscono sicuramente alle
responsabilità politiche ed amministrative della massima Istituzione
siciliana.
Sull’attribuzione dei docenti di sostegno agli
alunni portatori di handicap una recente sentenza della corte
costituzionale, cui sembra dare esecuzione una nota del Ministero,
sancisce che nessun tetto può essere imposto a tale organico che
violi il diritto del disabile ad avere supporto nella misura che emerge
dalla documentazione fornita dagli organismi deputati ad accertare
stato e bisogni; dove è richiesto il sostegno nel rapporto di 1 a 1
tale esso va assicurato fuori da ogni limite predeterminato.
All’ufficio scolastico regionale, il quale sostiene che a
tale disposizione è stata data esecuzione ed è stata negata solo in
presenza di certificazione non rispondente alla richiesta ed ai
requisiti di legge, abbiamo risposto che le segnalazioni che ci
pervengono dalle scuole sono di tutt’altro tenore ed evidenziano spesso
dotazioni insufficienti alle richieste ed alle necessità.
Se, come afferma l’amministrazione scolastica, si
sono rilevati abusi nelle richieste, questi vanno perseguiti, ma, non
deve verificarsi, come abbiamo appurato, che alcuni alunni in
condizioni di gravità si vedano ridotte le ore di sostegno.
Riduzione degli organici, strutture inadeguate,
classi sovraffollate, organici costituiti “a tappo” in un’ottica
meramente ragionieristica, cattedre “spezzatino” nelle scuole primarie
(fino a 7 maestre per classe; alla faccia del maestro unico tanto
“caro” al Ministro della P.I.), uffici d’amministrazione ridotti
all’osso, professione docente sempre più mortificata, non
contribuiscono sicuramente a migliorare l’efficacia dell’Istituzione
Scuola.
La qualità dell’offerta formativa, già fortemente
compromessa negli ultimi anni rischia di precipitare rovinosamente,
privando la Sicilia di quella che è la leva fondamentale per lo
sviluppo economico e sociale: l’istruzione e la formazione.
Non c’è sviluppo senza formazione, non c’è
formazione senza un’istruzione di base di qualità, non c’è istruzione
senza una classe docente preparata, motivata e adeguatamente retribuita.
Siamo coscienti che il problema è alla radice, in
uno Stato che non investe nella Scuola, soprattutto in quella scuola
pubblica che ha assicurato finora integrazione, libertà di pensiero e
solidità di competenze disciplinari. Sappiamo bene che il personale
scolastico dipende dallo Stato nazionale e la Regione non ha i poteri
per intervenire sui relativi organici, ma la Sicilia è una
Regione con uno Statuto che consente ampi spazi di autonomia ed ha
sicuramente competenze sulla definizione dell’offerta formativa.
Ben vengano gli interventi tampone, i progetti
cosiddetti “salva precari”, ed auspichiamo che quest’anno vengano
attuati tempestivamente, ma questi rappresentano un “pannicello caldo”,
una sorta di temporaneo ammortizzatore sociale che può dare solo un po’
di ossigeno alle condizioni economiche di molti colleghi e delle loro
famiglie in serie difficoltà .
L’istanza che vuole arrivare al Parlamento Siciliano
ed al suo governo, è che i rappresentanti della massima Istituzione
regionale si facciano carico del problema nella sua complessità, sia
attraverso forti pressioni politiche del governo regionale su quello
nazionale sia, sul versante legislativo, attraverso l’adozione di
opportuni provvedimenti di legge a surroga ed integrazione dei carenti
interventi nazionali.
Sono anni che la Sicilia aspetta una legge sul
diritto allo studio. Nella precedente legislatura sembrava che si
stesse per pervenire all’approvazione di un articolato ampiamente
elaborato e già sottoposto all’analisi delle forze sociali, ma è
rimasto una buona intenzione.
Abbiamo apprezzato la sensibilità all’ascolto degli
onorevoli deputati e del presidente della commissione, che ringraziamo
per l’opportunità offerta con questa audizione, ed abbiamo raccolto la
disponibilità manifestata ed il coinvolgimento di tutti gli onorevoli
componenti che con i loro interventi hanno espresso appoggio alle
istanze che arrivano dal mondo della scuola e dalle famiglie.
Auspicando che il canale di comunicazione con i
rappresentanti del popolo siciliano non si interrompa, ci aspettiamo
ora passi significativi che ci dicano che esiste la volontà politica di
dare soluzione al problema.
Siamo fiduciosi che su questo tema possa convergere
l’interessamento di tutto il Parlamento siciliano, indipendentemente
dall’area politica di appartenenza.
Ci rivolgiamo anche al Presidente ed al governo
della Regione; è il momento in cui i frequenti richiami alle
prerogative autonomistiche possano tradursi in azione forte e concreta
in difesa del nostro territorio e del nostro popolo.
Il Coordinatore Regionale
Prof. Filippo Tortorici
redazione@aetnanet.org
|
|