Milano: La rivolta dei precari «Troppi straordinari per i docenti di ruolo»
Data: Mercoledì, 15 settembre 2010 ore 10:00:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Le ragioni dei docenti
di ruolo: «Con il contratto bloccato e gli scatti di anzianità
congelati, è inevitabile che qualcuno di noi accetti ore di
straordinario». Le lamentele dei
precari: «Così ci penalizzano. Non c’è spirito di categoria:
nemmeno i nostri colleghi sono solidali con noi». La campagna della Flc
Cgil: «Chiediamo ai professori assunti di non accettare ore
aggiuntive». Scuola, è la guerra più triste, quella tra chi ha un posto
sicuro e uno stipendio «non adeguato» e chi la cattedra non ce l’ha e
rischia di rimanere a casa. «Ma il regolamento — sospira il
provveditore, Giuliana Pupazzoni — è chiaro: chi vuole può decidere di
lavorare con un orario più lungo».
Gli assunti e i precari. E quella serie di «spezzoni» e «residui» che
servono a completare il quadro orario di ogni scuola (dalle elementari
alle superiori) su cui si consuma la polemica di questi giorni. Quattro
ore di inglese, due di matematica nell’altra sezione, italiano in
un’altra. Secondo il regolamento, un docente può accettare fino a sei
ore settimanali di straordinario. «Stiamo provando in tutti imodi—
spiega Attilio Paparazzo, segretario della Flc Cgil milanese — a
convincere i professori di ruolo a non lavorare oltre le 18 ore
settimanali. Abbiamo organizzato anche un volantinaggio. Ma è difficile
coinvolgere tutti: su 5 mila spezzoni ci auguriamo che almeno la metà
vada ai docenti precari». Conferma Rita Frigerio della Cisl: «È un
fenomeno diffuso. Purtroppo le norme, anziché cercare di distribuire il
lavoro, permettono di concentrarlo nelle mani di pochi». Roberto
Silvani, a capo del liceo scientifico Volta, aggiunge: «Agli insegnanti
fanno comodo alcuni piccoli aumenti. C’è da capirli».
La guerra degli straordinari, impossibile trovare un vincitore. Miriam
Petruzzelli, del movimento scuola precaria (oggi in presidio sotto il
provveditorato), ne è consapevole: «Bisogna valutare la situazione
reale, tante volte i presidi fanno pressione per convincere il
personale ad accettare qualche straordinario. È un modo per facilitare
l’organizzazione». Ribatte una professoressa di un prestigioso liceo
milanese: «Trovo assurdo che alcuni colleghi si arricchiscano sulle
spalle di chi il lavoro non ce l’ha». Forse ha ragione il provveditore,
Giuliana Pupazzoni: «Non si può condannare nessuno. Possiamo solo dire
che il sistema di nomine sta diventando sempre più complesso. E, in
queste condizioni, è difficile da gestire». (Corriere -Milano)
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