IN 15 ANNI 5 'RIFORME'. ANCHE LO STUDENTE E' DIVENTATO PRECARIO
Data: Mercoledė, 15 settembre 2010 ore 07:24:04 CEST Argomento: Rassegna stampa
Dall'eliminazione
degli esami di riparazione attuata nel 1995 dall'allora ministro della
Pubblica Istruzione Francesco D'Onofrio fino all'ultima riforma di
Mariastella Gelmini che ha la non velata ambizione di ''cambiare il
volto alla scuola italiana''.
In quindici anni sono state ben
cinque, con una media-record di una ogni tre anni, le riforme che hanno
mutato il volto, a ritmi incessanti (e sopportabili da parte di una
organizzazione complessa?), di una delle piu' importanti istituzioni
nazionali, modificandone la struttura. Cosi' il
cambiamento ha preso il posto della stabilita' e c'e' chi, durante il
proprio percorso di studi, le riforme le ha ''subite'' tutte.
Ecco una breve cronistoria di questa tortuosa storia.
Durante il primo Governo Berlusconi, e' D'Onofrio ad eliminare gli
esami di riparazione (legge 8 agosto 1995, n.352 ''Disposizioni urgenti
concernenti abolizione degli esami di riparazione e di seconda sessione
ed attivazione dei relativi interventi di sostegno e di recupero'') e
nelle scuole superiori fanno il loro ingresso, per la prima volta, i
''debiti formativi''. Nel 1996 l'Ulivo trionfa alle elezioni politiche
e sale al dicastero di viale Trastevere, Luigi Berlinguer ricordato
soprattutto per aver riformato l'esame di maturita'. Con la legge 10
dicembre 1997, n.425 ''Disposizioni per la riforma degli esami di Stato
conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore'',
l'esame piu' temuto dagli adolescenti, infatti, cambia faccia: l'esame
di Stato comprende tre prove scritte e un colloquio. La prima riguarda
la lingua italiana, la seconda una delle materie caratterizzanti
l'indirizzo di studio e la terza, multidisciplinare, e' una serie di
quiz a risposta multipla.
Il colloquio verte su argomenti multidisciplinari.
Il punteggio di valutazione passa dai sessantesimi ai centesimi, viene
introdotto il credito formativo, i commissari sono membri interni alla
scuola mentre il presidente della commissione e' esterno. La riforma
viene avviata con l'anno scolastico 1998/1999.
Tra gli obiettivi del ministro anche il cambiamento della suddivisione
in elementari, medie e superiori a cui viene sostituita una struttura
basata su cicli di 12 anni (prima erano 13 con 5 anni di elementari, 3
di medie e 5 di superiori). Sette anni di ciclo primario o di base (dai
6 ai 13 anni) e cinque di ciclo secondario (dai 13 ai 18), con
l'estensione dell'obbligo scolastico a 15 anni e l'obbligo alla
formazione professionale fino ai 18. Questa legge pero' viene
interamente abrogata, prima ancora di entrare in vigore, dalla Legge 28
marzo 2003 n.53, piu' nota come ''Riforma Moratti''.
Le elezioni politiche del 2001 vedono, infati, di nuovo la vittoria di
Silvio Berlusconi e al dicastero della Pubblica Istruzione sale, questa
volta, Letizia Moratti con le sue ''tre 'i' (internet, impresa e
inglese). Un'altra riforma coinvolge la scuola italiana. Un'altra
riforma che verra' poi abrogata dal successivo esecutivo. I nuovi
cambiamenti lasciano intatta la divisione in cicli ma ne modificano la
struttura: il ciclo primario ora dura 8 anni (5 anni di scuola primaria
con l'inglese dalla prima classe e l'abolizione dell'esame di quinta
elementare.
Di nuovo 3 anni di scuola secondaria di primo grado con lo studio della
seconda lingua europea). Arrivati al secondo ciclo di istruzione la
possibilita' di scegliere tra licei o formazione professionale: i licei
sono articolati in due bienni ai quali si aggiunge un ulteriore anno di
approfondimento disciplinare e di orientamento agli studi superiori e
si concludono con un esame di Stato.
Nel 2006 torna a governare il centro-sinistra e il ministro della
Pubblica Istruzione del secondo Governo Prodi e' Giuseppe Fioroni.
Nuovo ministro, nuova riforma e reintroduzione dei rimandi estivi al
posto dei debiti formativi. Il ministro sceglie di accantonare le tre
''i'' della Moratti per dare piu' spazio a italiano, matematica, storia
e geografia in cui gli studenti italiani sembrano particolarmente
carenti. Fa il suo ingresso anche un nuovo esame di maturita':
ripristinate l'ammissione e la riforma delle commissioni, che tornano
ad essere per meta' esterne e per meta' composte da docenti interni.
Il resto e' storia di oggi. Con l'avvio dell'anno scolastico che parte
in questi giorni in tutta Italia entra in vigore l'ennesima riforma,
questa volta targata Gelmini, con 9 licei (classico, scientifico, delle
scienze umane, linguistico, musicale e artistico con tre indirizzi) e
11 istituti tecnici, divisi in due settori, economico e tecnologico. E
per non farsi mancare niente anche dal punto di vista semantico viene
cambiato anche nome allo stesso dicastero: questa volta sparisce la
''Pubblica'' ed il ministro resta dell'Istruzione...(ASCA)
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