Scuola, primo giorno tra le proteste
Data: Martedì, 14 settembre 2010 ore 07:24:52 CEST Argomento: Rassegna stampa
Studenti di nuovo in
classe in nove regioni italiane mentre gli insegnanti precari, tagliati
fuori dalla riforma Gelmini, lamentano rumorosamente la loro
condizione: di "epocale" ci sono solo
i tagli
( di Monica Maro da Paneacqua.it)
"Altro che riforme epocali! Epocali all'inizio di questo nuovo anno
scolastico sono i tagli, i licenziamenti di massa dei precari, i
diecimila insegnanti in sopranumero, le scuole sempre più insicure e
fatiscenti, le difficoltà a garantire una qualità formativa all'altezza
dei bisogni degli alunni e delle famiglie, l'impossibilità di assegnare
a tutti gli alunni disabili gli insegnanti di sostegno".
Il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo
Pantaleo, annuncia un'ora di sciopero il primo ottobre.
Sottolineando che le riforme che servirebbero alla scuola "non sono
quelle della Ministra Gelmini che non sono altro che l' attuazione dei
tagli decisi dal Ministro Tremonti", il leader sindacale fa notare come
"nonostante le politiche devastanti del Governo resiste tanta buona
scuola che deve essere sempre valorizzata e sostenuta".
"Non permetteremo - assicura - che venga distrutta la scuola pubblica
per tornare ai tempi nei quali veniva garantita la possibilità di
studiare solo a coloro i quali avevano le risorse economiche. Non
permetteremo che la scuola da avamposto dell'integrazione si trasformi
in luogo delle discriminazioni delle tante diversità e per queste
ragioni difenderemo con decisione la laicità. Non permetteremo che
venga colpita la libertà d'insegnamento e la democrazia per tornare
all'autoritarismo e all'arbitrio. Non permetteremo che vengano
cancellati gli scatti di anzianità con una operazione truffaldina ai
danni dei lavoratori della scuola dopo avere bloccato per tre anni i
contratti. Non permetteremo che la scuola abbia la missione di bocciare
e non viceversa quella di sostenere coloro che hanno difficoltà ad
apprendere per portarli al successo formativo. Così si rischia di
aumentare l'evasione scolastica! Non permetteremo che siano le nuove
generazioni a pagare i costi della crisi e dei tagli.
Non permetteremo che vengano cancellate le regole della rappresentanza
nei settori pubblici e per questo chiediamo di votare le Rsu. Ma allo
stesso tempo - osserva il sindacalista - siamo pronti ad avanzare
proposte e metteremo in campo iniziative di sciopero, con la prima ora
di astensione il primo ottobre, e di mobilitazione affinché‚ la scuola
venga percepita come un grande investimento per il futuro di questo
Paese, cancellando la piaga della precarietà".
Ma il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, inaugurando l'anno
scolastico al policlinico Gemelli di Roma tra i bambini malati ( e
dunque lontano dai luoghi delle proteste), non si scompone: "Rispetto
tutti coloro che protestano. Credo comunque che questo non sia il primo
anno di proteste. Non ricordo anno scolastico che non sia stato
accompagnato da una serie di polemiche e proteste". Il ministro ha
ribadito che ci vorranno "sette/otto anni per l'assorbimento dei
precari sulla base dei pensionamenti e delle nuove immissioni in
ruolo". Secondo Gelmini, con la riforma dei licei, adesso "la sfida
deve essere raccolta innanzitutto dagli insegnanti".
Di anno in anno i fondi per la scuola pubblica diminuiscono, aumentano
risorse per le scuole private, diminuisce la qualità della didattica,
aumenta il precariato, diminuiscono le speranze di futuro, aumenta la
disoccupazione giovanile. E' ovvio che ogni anno vi siano proteste, non
è degno di un paese civile che un ministro non si chieda neanche il
perché tanti studenti e docenti ogni anno dedicano il proprio impegno
per difendere la scuola pubblica.
C'è poi il caso inqualificabile e da ventennio fascista di Andro
(Brescia). A tenere banco in queste ore è la polemica sul nuovo polo
scolastico dedicato all'ideologo della Lega Gianfranco Miglio.
L'esposizione del "Sole delle Alpi" (simbolo della Lega) su banchi,
vetrate e perfino sullo zerbino viene liquidato come "folclore" dalla
ministra di Leno. Che in apertura dell'anno scolastico si lancia in un
paragone bizzarro: "Mi piacerebbe che tutti coloro che hanno
polemizzato insieme a me con il sindaco di Adro, lo facessero per
coerenza anche le molte volte in cui sono simboli della sinistra ad
entrare in classe. Vi assicuro che è molto più facile quest'ultima
situazione che non trovare simboli della Lega nelle scuole".
Ora, non si capisce di cosa parli il ministro quando dice che nelle
scuole italiane ci sono simboli della sinistra, visto che nelle classi
ci sono la foto del presidente della Repubblica, il crocifisso e i
libri, e dunque non è un caso che - come sottolinea Francesca Pugliesi,
responsabile scuola del Pd, " le parole liquidatorie del ministro oggi
sul gravissimo caso di scuola pubblica "brandizzata" Lega, ci inducono
a pensare che Gelmini non sia mai entrata in una scuola. Mai il simbolo
di un partito è stato stampato sui mattoni e in ogni oggetto
dell'arredo scolastico: e allora si muova immediatamente per
ripristinare la legalità e il rispetto della Scuola della
Costituzione".
E mentre Bersani definisce il taglio di 133mila posti in tre anni
varato dall'esecutivo come "il più grande licenziamento di massa della
nostra storia", la Gelmini apre ai precari parlando di "150mila
assunzioni in otto anni". Per risolvere il problema del precariato
l'unica soluzione è il numero programmato introdotto dalle nuove regole
per il reclutamento annunciate tre giorni fa. "Entro il 2018
assorbiremo 220 mila precari", assicura il ministro. Ma una
pubblicazione dello stesso dicastero la smentisce: "serviranno forse 15
anni".
Dunque, le proteste non cessano. Stamattina il leader dell'Idv, Antonio
Di Pietro, davanti al ministero dell'istruzione ha denunciato: "Questa
idea delle istituzioni per la quale il ministro Gelmini nemmeno riceve
i precari e li tratta come ultimi, ci sembra un'idea fascista della
scuola, un'idea da contrastare". E al ministro chiede di occuparsi
degli insegnanti e di "rimettere sul tavolo gli 8 miliardi rubati dal
governo Berlusconi e che ponga fine a questo uso scellerato delle
istituzioni".
Protesta in tutta Italia della Rete degli studenti medi che hanno
lanciato l'iniziativa del 'flash mob': saranno davanti alle scuole
italiane indossando dei caschetti gialli da lavoro per proteggersi,
hanno spiegato, "dalle macerie che la Gelmini e Tremonti hanno
causato". Oggi nel primo pomeriggio sit in a viale Trastevere; ci sono
anche i Cobas che lanciano la prima data di mobilitazione studentesca
per quello che hanno definito "l'autunno caldo" e pensano ad uno
sciopero generale che potrebbe svolgersi fra il 9 e il 15 ottobre.
Intanto i docenti di ruolo dei Cobas non collaboreranno più ai
progetti, non faranno gite e non prenderanno carichi orari superiori al
previsto.
redazione@aetnanet.org
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