UNICOBAS:INCONTRO INSIEME A DI PIETRO COL VICE-MINISTRO PIZZA
Data: Lunedì, 13 settembre 2010 ore 18:43:20 CEST
Argomento: Comunicati


COMUNICATO STAMPA 13.9.2010 – INCONTRO COL VICEMINISTRO
Davanti al Ministero della PubblicA Istruzione si è tenuto dalle h. 10 un sit-in di protesta a sostegno dei precari della scuola. Oltre agli attivisti dell’UNICOBAS, erano presenti l’On. Antonio Di Pietro, i senatori dell’Italia dei Valori Stefano Pedica e Fabio Giambrone, con la mediazione dei quali siamo riusciti ad ottenere un incontro con il Vice-ministro On. Pizza. La delegazione che ha preso parte all’incontro era composta, oltre che dallo stesso Di Pietro, da Pedica e Giambrone, dal segretario generale del sindacato UNICOBAS, Stefano d’Errico e dalla responsabile del dipartimento Scuola di Italia dei Valori, insegnante precaria, M. Letizia Bosco. In rappresentanza del Ministero, oltre al vice-ministro G. Pizza, c’erano il direttore generale Cosentino e altri funzionari.
Sull’immissione in ruolo immediata dei precari sulle cattedre vacanti, abbiamo proposto l’unica soluzione possibile per risolvere definitivamente il problema del precariato scolastico. Ovvero l’individuazione di una dotazione aggiuntiva nelle scuole stabilizzando un organico funzionale: insegnanti con contratto a tempo indeterminato che andrebbero a coprire sia le cattedre di fatto che le supplenze del personale assente. In questo modo si riuscirebbe a garantire veramente la continuità didattica evitando la pratica illegittima dei dirigenti scolastici di dividere gli alunni nelle classi che costantemente viola le norme di sicurezza e calpesta il diritto allo studio. La cosa era stata prevista peraltro dalla L. 270/82.
L’Unicobas ha contestato l’attivazione delle nuove forme di reclutamento appena approvate, che produrranno già dal prossimo anno scolastico nuovi insegnanti precari da sommarsi ai 220.000 abilitati inseriti nelle graduatorie permanenti. È stata contestata anche l’affermazione del Ministro sulla scarsa preparazione dei precari e l’assenza di titoli. Tutto ciò non corrisponde alla realtà, perché i docenti inseriti nelle graduatorie sono tutti abilitati. Anzi, fra loro, a migliaia hanno superato le prove delle SSIS, molto più selettive di quelle proposte con il nuovo sistema di formazione di base. L’unico impegno del Ministero è quello di garantire una percentuale di immissioni in ruolo pari al 75-80% dalle attuali graduatorie e per il restante 25-20% dalle graduatorie in cui confluiranno i nuovi abilitati dopo aver superato un concorso per esami e titoli. Ma è stato fatto notare che, mantenendo l’impianto della riforma le immissioni in ruolo in molte classi di concorso si prevedono intorno allo zero, per cui non esiste percentuale che possa soddisfare! Occorre semmai riaprire la graduatoria nazionale a quanti hanno lavorato negli ultimi anni senza che venissero banditi concorsi, dando loro la possibilità di sostenere un esame abilitante.
L’On. Di Pietro ha posto l’accento sulla gravità delle affermazioni discriminatorie della Gelmini in occasione della conferenza stampa del 2 Settembre, quando il Ministro ha rifiutato di incontrare i precari della scuola: a fronte di una situazione così grave sia sotto il profilo occupazionale che con riferimento al futuro della scuola, sembra vero e puro razzismo politico. L’On. Di Pietro si è preoccupato di porre l’accento sulla necessità di un confronto diretto del Ministro con i precari e a tal proposito ha richiesto un tavolo di confronto oggi stesso con le rappresentanze dei coordinamenti dei precari in presidio a Montecitorio e dalle 15.00 in manifestazione sotto il Ministero stesso.
Il vice-ministro si è impegnato a riferire alla Gelmini le richieste, e in queste ore si conosceranno gli sviluppi. L’On. Di Pietro ha intenzione di presentare già Mercoledì 15 una question time per chiedere conto della sorte delle decine di migliaia di precari sacrificati dalla riforma.
Questo incontro ha confermato la prospettiva minimalista del governo rispetto alle esigenze della scuola e non solo del personale precario. I tagli della riforma comportano infatti una riduzione generalizzata delle ore di insegnamento delle discipline più importanti (come l’italiano) e, ad esempio, un liceo scientifico per la prima volta privo del latino. Da parte del Ministero è evidente l’impossibilità di elaborare progetti volti al miglioramento dell’istituzione scolastica e la rassegnazione alla politica del governo che non conferisce priorità alcuna ai capitoli scuola e istruzione nel nostro Paese. A tal proposito s’è fatto notare come siano stati stanziati dal governo ben 29 miliardi di euro (4 in più dell’ultima manovra di Tremonti) solo per l’acquisto di 131 cacciabombardieri F-35, 100 elicotteri NH90 e altri 121 aerei da caccia Eurofighter e contemporaneamente tagliati più di 8 miliardi di euro dalla scuola! 







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