Gelmini: la scuola italiana cambia precari del sud bloccano gli imbarcaderi sullo stretto
Data: Domenica, 12 settembre 2010 ore 20:10:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Per
organizzatori oltre 4 mila partecipanti, 2500 per questura
Hanno scelto di manifestare tra le due sponde dello Stretto per
sottolineare che "la grande opera da compiere non è il ponte, ma un
collegamento tra la scuola e il Paese". Letizia Sauta, insegnante
precaria, lo scorso anno aveva interrotto lo sciopero della fame solo
dopo l'insistenza di Dario Francechini, e oggi era di nuovo lì, tra i 4
mila (2.500 secondo la questura) scesi in piazza a Messina per
protestare contro i tagli previsti dal ddl Gelmini. Dall'altra parte dello Stretto, a Villa San
Giovanni, un gruppo di 300 precari - arrivati da Puglia, Basilicata e
Campania - faceva eco agli slogan dei colleghi siciliani, che hanno
occupato la stazione ferroviaria, bloccando i treni per un'ora e mezza
e invaso uno degli imbarcaderi dei traghetti delle Fs.
Una giornata senza incidenti ma all'insegna della tensione con
le forze di polizia, che hanno
denunciato 25 precari e in queste ore ne stanno identificando altri.
Quando i manifestanti si sono radunati alle 11 a piazza Cairoli,
scandendo cori contro il governo ("Vogliamo una sola disoccupata,
ministro Gelmini sei licenziata"), si è capito presto che la loro
intenzione era quella di dirigersi verso la stazione marittima. La
polizia ha provato a contenere la folla per evitare che arrivasse agli
imbarcaderi, ma un gruppo si è staccato e ha raggiunto una delle cinque
invasature delle Fs, bloccando la nave "Riace" che attendeva di salpare
per Villa San Giovanni. Nessun problema, invece, per i traghetti
privati. Poco dopo le 13 i manifestanti hanno occupato alcuni binari
della stazione centrale, dove gli esausti passeggeri di un convoglio,
proveniente da Torino e diretto a Palermo non l'hanno presa bene; ma
tra loro c'era qualcuno che allargava le braccia, mostrando una certa
comprensione per la rabbia dei manifestanti. Il gruppo si è sciolto
dopo le 15 e prima di lasciarsi i manifestanti si sono dati
appuntamento per un'altra iniziativa da organizzare per il 18 settembre a Palermo,
la città dove Pietro Di Grusa, del Comitato precari, ha fatto lo
sciopero della fame davanti al provveditorato per due settimane,
"mentre la gente era a mare - ha detto prima di andare via -. Sono
precario da 25 anni e senza lavoro dall'anno scorso". A fianco degli
insegnanti e del personale Ata, oggi hanno sfilato cobas, esponenti
politici dell'opposizione e rappresentanti della Cgil, che a Villa San
Giovanni sono stati presi di mira dal sindacato autonomo Rdb.
Intanto, il ministro Gelmini ha
risposto a distanza ai manifestanti: "Per
risolvere il problema dei 220 mila precari - ha detto - l'unica
soluzione è il numero programmato che sarà introdotto da quest'anno",
confermando che nell'arco di 8 anni, grazie ai pensionamenti, circa 21
mila l'anno e grazie anche alle nuove immissioni in ruolo, "é possibile
entro il 2018 dare risposta a tutti i precari che abbiamo ereditato". Secondo
il ministro, "saranno 150 mila le
immissioni in ruolo, mentre per le restanti 70 mila persone si tratterà
di contratti a tempo determinato. Non ci saranno più spazi
aperti a tutti, perché questa modalità si è dimostrata non valida:
anziché assegnare posti di lavoro si sono assegnati posti di attesa
nelle graduatorie". Il ministro ha ammesso che questo provocherà
problemi all'ingresso dei giovani: "Programmare il numero - ha detto -
significa sicuramente dare ai giovani non il blocco, ma un numero
limitato di posti". Ma sindacati e opposizioni chiedono il ritiro del
provvedimento e il portavoce di Idv, Leoluca Orlando, parla di "un
dramma che non riguarda solo centinaia di migliaia di precari, ma
l'intero Paese, nel quale si guarda con atteggiamento di sufficienza,
commiserazione e indifferenza gli intellettuali e i professionisti".
"GIORNATA STORICA, PARTE RIFORMA"-
"E' una giornata storica. La scuola italiana cambia e parte la riforma
che era attesa da decenni". Lo sottolinea il ministro dell'Istruzione
dell'Università e della Ricerca Mariastella Gelmini. "Viene
completamente ridisegnata - sostiene il ministro - la struttura della
scuola superiore, all'insegna della chiarezza e della modernità.
Maggiore (ANSA)
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