Le dieci domande al ministro Gelmini - Assemblea delle scuole del milanese
Data: Sabato, 11 settembre 2010 ore 09:44:29 CEST Argomento: Rassegna stampa
Arrivano da Milano le dieci domande che il mondo della scuola rivolge
al ministero della Pubblica Istruzione. Dieci domande per stanare il
ministro Mariastella Gelmini che fino ad oggi ha evitato il confronto
diretto con i docenti.
“Tutelo l’istituzione da una protesta
strumentalizzata politicamente”, ha dichiarato il ministro in
una recente conferenza stampa. Parole che hanno incendiato gli animi
delle migliaia di insegnanti che in questi giorni sapranno se nel loro
futuro c’è un contratto o la disoccupazione.
Ora qualcuno tenta un ulteriore sforzo, raccogliendo l’invito del
ministro a rivolgerle specifici quesiti “ai quali – ha detto –
certamente risponderò”.
Le domande che partono dal capoluogo lombardo, firmate dai precari
della scuola, ma anche da genitori e coordinamenti studenteschi, sono
introdotte da un brano tratto da ‘Memorie di Adriano’ di Marguerite
Yourcenar:
“Aveva ragione quella postulante, che
m’ero rifiutato un giorno di ascoltare fino alla fine, quando esclamò
che se mi mancava il tempo per darle retta, mi mancava il tempo per
regnare”.
Chiede ascolto, il mondo della scuola. E risposte. Nei dieci punti
sottoscritti dall’Assemblea delle scuole milanesi, si va dalla
cancellazione del tempo pieno (progetti, uscite e laboratori ai quali
molti studenti dovranno rinunciare) ai contributi extra richiesti alle
famiglie.
Dal sovraffollamento delle classi, all’insufficienza del personale di
sostegno per studenti disabili, che, spiegano i docenti, non potranno
essere seguiti per più di cinque, sei ore per settimana. E non mancano
gli effetti dei tagli sui programmi. Dai licei agli istituti tecnici,
si chiede conto di corsi stravolti e riduzione di ore.
È questo il “potenziamento dell’offerta formativa”, domandano?
Nell’attesa che il ministro Gelmini trovi le parole, l’inizio dell’anno
scolastico si annuncia turbolento.
Il malumore è cresciuto in questi giorni per le operazioni di nomina
dei docenti. Non solo in Lombardia si sono registrate accuse di scarsa
trasparenza e di errori nella comunicazione delle cattedre disponibili.
Tra gli studenti milanesi, sottovoce, qualcuno parla di occupazione.
Intanto a Milano si scende in piazza.
Un corteo contro la riforma della scuola partirà sabato 11 alle ore 15
da piazza Missori.
La manifestazione intende raccogliere docenti, precari e non,
sindacati, genitori e studenti. Poi, dal 14 settembre, tutti a scuola.
O quasi.
Ecco le 10 domande che l’Assemblea delle scuole milanesi rivolge al
ministro dell’Istruzione:
1. Lei sa che i tagli alle elementari hanno cancellato qualsiasi
possibilità di realizzare il vero tempo pieno, fatto di tempi distesi e
di compresenze, di lavoro in piccoli gruppi, di progetti, di uscite e
laboratori per favorire l’apprendimento di tutti?
2. Cosa risponde ai genitori costretti a pagare un contributo
“volontario” di 130/200 € in scuole che vantano, nei confronti del suo
Ministero, crediti di 130/200.000 €?
3. I paesi Ocse spendono in media il 5,7% del prodotto interno lordo
per il sistema scolastico e l’Italia il 4,5%, come lo spiega?
4. Sa che le 10.000 assunzioni a tempo indeterminato di questo anno
coprono una percentuale insignificante dei posti che ogni anno servono
alla scuola?
5. Come mai non c’è un insegnante di sostegno ogni due alunni con
disabilità come prevede la legge, tanto che spesso questi alunni sono
seguiti solo 4/6 ore a settimana?
6. Lei è al corrente del fatto che nelle scuola medie la sua manovra ha
avuto l’effetto di cancellare laboratori di Arte, Musica, Tecnologia,
Educazione fisica…?
7. Ritiene sia giusto rispettare la legislazione sulla sicurezza? Sa
che le classi con un minimo di 27 alunni e un massimo di 35 per classe,
imposte dalla sua manovra, sono proibite da norme vigenti che impongono
un massimo di 25 alunni?
8. Aver cancellato le sperimentazioni nei Licei, ispirandosi alla
riforma del 1923, risponde ad una esigenza di rinnovamento? Aver tolto
ai Licei Artistici l’11% del tempo scuola e ai Linguistici il 17%
equivale ad un “potenziamento dell’offerta formativa”?
9. Come giustifica l’aver ridotto drasticamente l’orario degli Istituti
Professionali e Tecnici, tagliando su quelle materie che ha affermato
di voler potenziare? Sa che le attività di laboratorio diminuiscono del
20/40%? Vuole che le forniamo le tabelle di confronto?
10. Quali motivazioni didattiche l’hanno spinta a eliminare ore di
lezione, negli Istituti Tecnici e Professionali, anche nelle classi
successive alle prime? Ritiene giusto che chi si è iscritto ad un
percorso prima della “riforma”, scopra che è stato cambiato a metà
strada?
Assemblea delle scuole del milanese
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