Assorbire tutti i 220mila precari? Forse un segnale di fumo in vista delle elezioni politiche?
Data: Venerdì, 10 settembre 2010 ore 17:24:10 CEST Argomento: Redazione
Siamo con ogni
probabilità entrati in campagna elettorale e in pieno stile
primissima repubblica, quando la Dc prometteva migliaia di posti alle
ferrovie o alle poste e pure a scuola, ingolfando l’amministrazione
pubblica ma garantendosi la sopravvivenza fino a tangentopoli. D’altra
parte questo stile clientelare, di portare cioè voti al partito
tramite promesse elettorali, l’aveva denunciato, pochi giorni fa,
proprio la ministra Gelmini che però, non avendo chiare le progressioni
storiche e avendo come obiettivo più immediato e tangibile il Pd di
Bersani, aveva dato la paternità dello stratagemma alla sinistra che
dovrebbe essere, se interpretiamo bene il suo pensiero e la sua analisi
storica, quella di Enrico Berlinguer e comunque di una sinistra che
però è stata sempre all’opposizione, tranne nel brevissimo ultimo
periodo.
Colpa senza via di uscita e senza appello, per Gelmini, perché la
turbinosa presenza dei precari della scuola l’aveva creata proprio
quella sinistra barricadiera, ottusa e clientelare e che ora toccava a
lei, novella Giovanna d’Arco, riportare ordine e rigore, e togliere
soprattutto dai piedi gli assalitori precari e insipienti del castello
martoriatissimo e da decenni indifeso della scuola pubblica. Non
ha sempre detto infatti che la “scuola non è un ammortizzatore
sociale”? e che quindi lo Stato non può provvedere a dare lavoro
a “chicchi e sia”? e perché allora tanti tagli e così poche assunzioni?
e perché i riferimenti martellanti al budget del Miur sprecato solo per
stipendi?
E invece, oggi 10 settembre, improvvisamente e inaspettatamente,
durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi, ha detto che “nell’arco
di 6/7 anni intende assorbire i 220 mila precari”, distribuiti tra
mille diverse graduatorie provinciali, di istituto, di prima, seconda e
terza fascia e pure quelli che si sono presentati a scuola
semplicemente per salutare il preside: tutti tutti dentro e chi c’è
c’è.
Da non crederci, se non fosse l’Ansa a riportare la notizia, e da
rimanere a bocca aperta per lo sbigottimento, tanto sbigottoso che si
può spiegare solo in un modo: lo spettro delle elezioni politiche. E
quando un mare di precari invade lo Stretto di Messina, altri fanno
scioperi della fame, altri occupano scuole e fanno presidi e sit-in c’è
da credere che i sondaggi abbiano messo in allarme la nomenclatura
governativa, mentre, conti alla mano, si è capito che dietro a ogni
insegnante, precario o meno, ci stanno almeno altre quattro
persone ed ecco allora: tutti in barca e lo Stato è e deve essere
un ammortizzatore sociale.
PASQUALE ALMIRANTE
Pasquale Almirante
p.almirante@aetnanet.org
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