Agli uomini di cultura,agli artisti e a coloro che ricordano con affetto la loro maestra
Data: Mercoledì, 08 settembre 2010 ore 14:45:14 CEST Argomento: Opinioni
Lettere in redazione
Cari amici,
Sono una docente di scuola primaria in attesa, ventennale, di
immissione in ruolo,una docente che ha maturato titoli e
professionalità,una maestra che ha visto passare davanti a sè bambini
di tante scuole e testimoni di tante realtà sociali, una maestra a cui
è toccato vedere piangere i propri alunni e piangere ella stessa per il
distacco forzato voluto dal sistema scolastico malato italiano, sono
colei che viene denominata una “precaria storica”.
Noi precari della scuola stiamo subendo l’umiliazione e la drammaticità
che comporta un licenziamento.
Lottiamo per difendere il nostro posto di lavoro e per scongiurare la
ricaduta sul sociale, soprattutto al Sud dove i tagli sono stati più
estesi. Inoltre portiamo avanti una battaglia sociale e civile perché
osserviamo l’inizio di un chiaro progetto di smantellamento della
Scuola Pubblica. Quella Scuola Pubblica che dovrebbe essere tra i beni
primari di una società civile e che oggi in Italia si ritrova
penultima, su 33 Paesi nella quota pil dedicata al settore,secondo i
recenti dati ocse.
>
> Quella che viene definita “Riforma” si fonda unicamente su basi
economiche e non su solidi impianti pedagogici.
>
> La parola RIFORMA, che ha in sé una valenza positiva, viene
utilizzata per mascherare il progetto di distruzione della scuola
pubblica, che sarà realizzato attraverso interventi che non rinnovano e
non migliorano il percorso educativo-didattico dei nostri allievi.
Rispondono però ad una concezione selettiva che ignora ed emargina
tutte quelle realtà di disagio socioculturale presenti nelle aree
metropolitane o di scarso sviluppo socio-economico, e che non
tiene conto delle esigenze, dei bisogni, degli stili di apprendimento
delle nuove generazioni.
>
> Tali interventi non mirano a risolvere le contraddizioni, di certo
presenti oggi nella scuola, ma si inseriscono in un processo di
ristrutturazione che vuole unicamente impoverirla e dequalificarla.
>
>Con questa lettera mi rivolgo a coloro i quali rappresentano il
mondo della cultura e dell’arte per invitarli ad essere solidali con
noi e per combattere una battaglia comune contro gli indecenti tagli al
mondo della CULTURA. Noi precari desideriamo mettervi a conoscenza di
quanto sta accadendo nel mondo della SCUOLA, quel mondo dove la parola
cultura è di casa, quel mondo che ha dato a Voi i primi strumenti del
mestiere, quel mondo dove crescono bambini e adolescenti che un giorno
saranno la società del domani.
>
> E’ vero: nella scuola ci sono tante cose che non vanno. Però, è
altrettanto vero che i guasti presenti nella nostra società,
inevitabilmente si ripercuotono su ogni sfera sociale. La scuola è come
un mare su cui si riversano i fiumi delle disfunzioni: quelle
socio-economiche delle famiglie, quelle politico-economiche degli enti
locali ed infine quelle corrotto-politiche che colpiscono il personale
delle scuole pubbliche e private.
>
> Da troppo tempo la classe docente sta subendo un forte campagna
denigratoria che sicuramente fa comodo a chi vuole distruggere la
Scuola Pubblica Statale. Tuttavia, tale azione non può ingannare quella
società attenta, che osserva l’AMORE con cui una maestra cura i
propri alunni e la volgarità, la grossolanità, la frivolezza e il
linguaggio sboccato, con cui si propongono la maggior parte dei
programmi televisivi che ormai da anni fungono da “ tate” per i nostri
figli.
>
>
>
> Cari amici,
>
> Voi che operate nel mondo della CULTURA.
>
> Voi che avete raccontato storie “emozionanti, drammatiche,
graffianti, visionarie, fantastiche, disincantate, ma anche utopiche”.
>
> Voi che mostrate grande sensibilità nell’interpretare i più
svariati ruoli di donne e uomini che camminano con gioia, ma spesso con
fatica nel mondo.
>
> Voi che con le vostre voci e con le vostre mani, con i vostri
suoni, ci toccate l’anima.
>
> Voi non ricordate più l’affetto per la vostra maestra?
>
> Voi non ritornate più con la mente tra i banchi di scuola?
>
> Voi non avete un figlio da accompagnare a scuola?
>
> Nessuno di Voi ha voglia di capire che cosa sta accadendo OGGI
alla SCUOLA?
>
> Nessuno di Voi vuole saperne di più di quegli
insegnanti, che si chiamano “precari” solo perché la loro vita è
stata tradita dall’amore per una professione che può cambiare il mondo
?!
>
> NOI, vorremmo sentire la vostra voce, vorremmo avervi al nostro
fianco, per sentirci più confortati e più forti.
>
> In una società dove la CULTURA si frantuma e si diversifica
davanti al piccolo schermo e nel contempo, si cerca di riattaccarla e
mantenerla viva in edifici vecchi e inadeguati, è fondamentale
investire sulla SCUOLA, sulla CULTURA, per far crescere
armonicamente la SOCIETA’ .
>
> Grazie a tutti coloro i quali, accoglieranno questo appello.
>
> Noi precari di Catania siamo sempre in via Coviello e ci
piacerebbe tanto che un uomo di CULTURA ci venisse a trovare.
>
Carmen Coco
carmela.coco@alice.it
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