Catania 07/03/2005
Il progetto di riforma sembra non fare i conti col fatto che la tecnologia non
ha futuro se non è sostenuta da un serio progetto di sviluppo delle Scienze e
della Chimica. Sul piani della disciplina basterebbe domandarsi quali soluzioni
potremo adottare nel campo dei rifiuti, delle biotecnologie, delle energie
pulite e rinnovabili, dei manufatti e dei prodotti farmaceutici e cosmetici.
Non riconoscere nè considerare il ruolo centrale che il sapere scientifico
dovrebbe avere all'interno della discussione del progetto di Riforma, insieme al
taglio dei finanziamenti alla ricerca scientifica, costituiscono scelte che
rischiano di portare il nostro Paese sempre più alla deriva, distante dalla
comunità scientifica internazionale.
I futuri quadri orari così come sono stati presentati metteranno il corpo
docente nell’evidente impossibilità di fornire agli studenti un livello di
preparazione più elevato di quello attuale, il che rappresenta la vera necessità
primaria se vogliamo rimanere in Europa con un buon livello di competitività.
Non si comprende come si possa ottenere questo risultato con lo smembramento
dell’Istruzione Tecnica.
E’ necessario rafforzare il sistema degli Istituti Tecnici che devono essere in
grado di formare tecnici dotati, oltre che di una discreta cultura generale, di
una cultura tecnica e specialistica che consenta un adeguato e dignitoso
inserimento nel mondo del lavoro.
Ridurre gli istituti Tecnici a quanto prefigurato dalle bozze relative al liceo
tecnologico è una scelta miope e porterà conseguenze disastrose a un tessuto
economico – produttivo basato sulla piccola e media impresa. Da molto tempo
assistiamo ad una licealizzazione dei percorsi tecnici con una riduzione delle
ore curriculari dei laboratori; questa scelta licealista non ha affatto
migliorato i risultati degli allievi nelle competenze fondamentali (italiano,
matematica e scienze), come dimostrano le indagini internazionali ed anche
italiane.
Nel progetto di riforma, la Chimica scompare quasi completamente come disciplina
autonoma.
Si richiede invece un miglioramento dell’insegnamento della Chimica e delle
Scienze, nelle quali la Chimica occupa un posto insostituibile.
In particolar modo è auspicabile che in tutti i licei sia presente un
insegnamento della Chimica ed in particolar modo:
1) nei trienni dei licei classici la chimica trovi spazio come disciplina
autonoma
2) nei licei scientifici, alla luce del dettato dell’art. 9 comma 1, dello
schema del D.Lvo atuativo della legge 53/03, si tenga conto delle
sperimentazioni “Brocca” , in cui le discipline scientifiche sperimentali erano
previste come insegnamenti separati nell’arco del triennio ed affidate a docenti
specialisti muniti di specifica abilitazione.
3) nel liceo economico, anche tenendo conto della sperimentazione Igea, entrata
in ordinamento, venga introdotto l’insegnamento della Chimica di base e per
l’indirizzo agro - alimentare un insegnamento di Chimica Organica, propedeutico
ai corsi opzionali di settore
4) nel triennio del liceo tecnologico ad indirizzo agrario sia introdotto un
corso di Chimica Organica
5) nel Liceo artistico venga introdotto almeno un corso di Chimica di base
6) nel Liceo Tecnologico ad Indirizzo Chimico - Biologico, il curricolo deve
essere caratterizzato dalla centralità dei laboratori e dell’apprendimento
operativo, evitando qualsiasi eccesso di materie che costituiscono un grande
handicap per un apprendimento efficace
7) vengano riconsiderate le classi di concorso tenendo conto delle discipline e
delle competenze dei laureati. In questa ottica riteniamo la classe A013 l’unica
idonea per l’insegnamento della Chimica
8) non vengano disperse e vanificate le competenze dei chimici insegnanti.
E’ necessaria l'apertura di un serio confronto tra coloro che stanno decidendo
sul futuro della scuola e coloro che, vivendo nella scuola, conoscono quanto
essa abbia autonomamente costruito ed innovato al suo interno, rigenerandosi
democraticamente.
È fonte di preoccupazione anche il pericolo che venga dissipato il patrimonio di
conoscenze e di attrezzature che gli Istituti Tecnici e Professionali hanno
accumulato in questi anni attraverso sperimentazioni e significative operazioni
di aggiornamento.
Il rischio che gli istituti tecnici del Paese, autentica spina dorsale di un
itinerario formativo ove scienza e chimica si connettono con la tecnologia,
rientrino nella fascia delle scuole professionali regionali è per noi
assolutamente insostenibile poichè significherebbe rigettare il Paese indietro
di decenni.
I docenti di Chimica di Catania chiedono pertanto un rapido e radicale
cambiamento di indirizzo che porti a riconoscere il ruolo fondamentale della
conoscenza scientifica e consenta di evitare un declino culturale, destinato a
diventare anche economico, etico e sociale.
I docenti di Chimica insieme all’Ordine Nazionale dei Chimici devono ricercare
tutte le forme di dialogo possibili perchè l'asse della proposta di riforma
torni ad essere coerente con le linee di ricerca e sviluppo che la scienza
richiede e di cui un Paese moderno deve dotarsi, pena il proprio inesorabile
declino.
Coordinamento docenti di Chimica della Provincia di Catania