La Cgil e la centralità della scuola
Data: Sabato, 04 settembre 2010 ore 12:00:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
La questione della scuola creata dalla riforma Gelmini merita la
massima attenzione ed il massimo impegno della Cgil. E' una questione
che non riguarda soltanto i precari come si vorrebbe far credere, ma
tutta la scuola e le famiglie dei lavoratori italiani, di tutti coloro
che non debbono subire la dequalificazione della scuola che procede
speditamente assieme alla dequalificazione della sanità, del sistema
pensionistico, del contratto e del salario. Siamo di fronte ad un
passaggio cruciale. Ieri Gelmini ha scaricato sul passato la
responsabilità di avere creato duecentomila precari. Ha detto che le
assunzioni non erano necessarie ed erano spesso clientelari.
Ha ribadito il suo proclama di guerra: "La Scuola non potrà
assorbirli". Poco prima che la sentissi al TG Sicilia era stata
intervistata la Preside di una Scuola del quartiere Zen di Palermo.
Aveva denunziato di avere avuto assegnati tre insegnanti per 95 alunni!
Questo Governo di destra marcia con lucida visione di classe (quella
che manca alla cosiddetta sinistra) verso un drastico ridimensionamento
del servizio scolastico nazionale. Solo i rampolli delle famiglie della
borghesia imprenditoriale e delle professioni potranno godere di una
scuola al livello dei licei classici pubblici o scientifici e di quella
che è stata la grande scuola elementare italiana. Esattamente come in
USA: i collegi per coloro che possono pagare da trenta a cento mila
dollari l'anno. Il resto in scuole degradate con professori
precarizzati organicamente che vengono assunti di anno in anno dai
direttori o dai presidi sulla base delle disponibilità che hanno avuto
dal bilancio annuale della contea.
La Gelmini nel denunziare l'eccesso di precari accumulato negli ultimi
decenni dalla scuola italiana non ha tenuto conto del fatto che la
precarietà della condizione dei lavoratori non era derivante dalla
precarietà del posto. Il posto era organico, stabile, fissato nella
realtà dell'istituzione e del quartiere. Precaria era soltanto la
condizione umana ed esistenziale dell'insegnante. Insegnanti precari
venivano utilizzati nelle scuole e seguivano gli alunni per tutto il
corso di studi. La causa della precarietà non è nell'eccesso di
insegnanti rispetto alla necessità. E' vero invece che i professori
subivano una violenza giuridica che per anni ed anni li ha privati
della certezza del futuro esattamente come oggi i giovani rovinati
dalla legge Biagi subiscono il destino di essere precari e sottopagati
in posti assolutamente stabili e sicuri.
L'innalzamento del numero di alunni per classe, la soppressione di
materie di insegnamento con il malvagio obiettivo di ridurre la cultura
che si impartisce nella scuola pubblica, rendono ora davvero precaria
la posizione di una parte di insegnanti. Bisogna reagire con
l'abrogazione della legge Gelmini, il ripristino delle normative
precedenti, l'aumento delle materie di insegnamento nelle scuole ed il
miglioramento della loro fruizione con la creazione di laboratori,
dalla linguistica alla informatica, dappertutto.
Lo Stato deve fare un grosso investimento nella pubblica istruzione.
Deve recuperare la priorità della istruzione pubblica su ogni altra
forma di istruzione. Deve ridare alle famiglie italiane che hanno fatto
laureare i figli, spesso con sacrifici inenarrabili, lo sbocco del
concorso e della sistemazione nella scuola pubblica. La laurea deve
tornare ad avere il suo valore di passaporto per la vita, di promozione
sociale. Gli stipendi degli insegnanti e del personale scolastico
debbono essere aumentati e portati al livello di quelli tedeschi o
francesi. Non siamo forse per Pil la settima potenza del mondo
occidentale?
Ho notato e non mi piace come si comportano i sindacati nella pesante
vicenda che si è aperta. Stanno dalla parte dei precari ma si limitano
ad assisterli nelle loro lotte e quasi subiscono le iniziative
spontanee di denunzia che vengono messe in campo: sciopero della fame,
uomini e donne stiliti, sitin di protesta. Non basta. Questa conduzione
della vicenda farà inghiottire dalle sabbie mobili la causa dei
docenti. E' giunto il momento della proclamazione di uno sciopero
generale per la scuola e contro il progetto di Fabbrica Italia di
Marchionne e Marcegaglia.
Lo sciopero generale deve essere fatto subito e deve essere se del caso
ripetuto. La Cgil come Confederazione deve assumersi la responsabilità
della vertenza che non è settoriale o categoriale ma riguarda un punto
essenziale della crisi italiana. Se passa la linea Gelmini nella scuola
e la linea Marchionne nelle aziende il declino dell'Italia sarà segnato
per sempre. L'Italia diventerà una terra in cui staranno bene soltanto
i ricchi, i benestanti. La coesione sociale della nazione non ci sarà
più.
Non si deve parlare solo di precari che quasi elemosinano la loro vita,
di essere graziati dalla mannaia del boia. La Cgil deve subito lanciare
il suo proclama di lotta. I professori sanno che se combatteranno la
loro battaglia per la vita soltanto come "precari" perderanno. Si potrà
salvare qualcuno di loro. A fronte di cinquemila licenziamenti in
Sicilia la Gelmini ha "graziato" un centinaio di persone.
Pietro Ancona da Paneacqua.eu
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