Scuola: il delitto perfetto
Data: Venerdì, 03 settembre 2010 ore 06:15:10 CEST
Argomento: Rassegna stampa


E', al momento, una lotta quasi impossibile. Quella dei precari della scuola, da venerdì scorso davanti alla Camera dei deputati, a Roma. Con l'appoggio della Cgil. Eppure, la piattaforma contenuta in una bella pergamena sottoposta alla firma dei politici e parlamentari che passano è condivisibile. Semplice, netta: superamento del precariato come forma ormai prevalente di lavoro-non lavoro, ripristino delle risorse tagliate dal tristemente noto decreto Tremonti del 2008. All'inizio di una legislatura segnata dai tagli a tutti gli ordini del sapere (scuola, università, beni culturali, spettacolo, ricerca...) e dai bavagli all'informazione. Hanno firmato rappresentanti del Partito democratico; dell'Italia dei Valori; di Sinistra, ecologia e libertà; della Federazione delle sinistre.
Passare a Montecitorio fa venire un groppo alla gola, vedendo le condizioni di giovani vite sole con un camper e una piccola tenda, qualche sedia... E l'ambulanza che va e viene per verificare le condizioni di chi sta facendo da tanti giorni lo sciopero della fame, a partire da Giacomo Russo -che già è stato al pronto soccorso dell'ospedale S.Spirito e da Caterina Altamore, pure lei alquanto provata. Ma non rimarranno soli. Abbiamo proposto, insieme alla responsabile scuola del Pd Francesca Puglisi, di promuovere uno sciopero della fame a turno di deputati e senatori, almeno per un giorno a testa. Fino a quando la ministra Gelmini, che si è limitata finora a riconoscere che il problema esiste pur etichettando i precari di "militanza" politica, non verrà in Parlamento a chiarire le intenzioni del governo sulla scuola.
Del resto, dopo i 57000 posti persi già l'anno scorso, si prevedono altre 25000 cattedre e 15000 addetti in meno per il personale non docente nel prossimo anno scolastico. Le conseguenze sono tragicamente concrete: plessi scolastici in meno, classi accorpate, riconduzione di tutte le cattedre a 18 ore nelle secondarie. Abolizione delle compresenze e riduzione del tempo pieno. La controriforma della scuola è in atto.
E siamo nel vivo della vicenda, tra le più importanti della situazione politica italiana. Anzi. Dalla lotta dei precari, nata in agosto in Sicilia e ora in via di diffusione in tutta Italia, è bene trarre un insegnamento molto impegnativo. Nella società dell'informazione e della conoscenza il lavoro intellettuale diviene il territorio fondamentale di conquista da parte delle destre. Prive di vera capacità egemonica, e quindi inclini all'uso della forza. E la disoccupazione dura e pura è il manganello di un governo televisivo. La tv è l'unica vera agenzia formativa, secondo i dettami del berlusconismo.
L'Italia sta cambiando sotto i colpi dell'iniziativa controculturale messa in opera da parte di chi tira le fila. Per questo la battaglia dei precari richiede programmi e schieramenti vastissimi, un surplus di iniziativa politica e di attenzione. Si terrà un'assemblea nazionale. Soprattutto il tema dei saperi deve risalire in testa all'agenda politica. Contro i tagli apportati a scuola e università. Tra l'altro, ha senso che si continui l'iter della ‘riforma' degli atenei -appena approvata al Senato e ora alla Camera- come se niente fosse? Come se i temi non fossero connessi?






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