Gelmini all'attacco dei precari - Strumentalizzati dalla politica
Data: Giovedì, 02 settembre 2010 ore 18:36:57 CEST Argomento: Rassegna stampa
Il
ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, non incontrerà i precari
in sciopero della fame da giorni in mezza Italia. L'attesa per la
conferenza stampa sull'avvio dell'anno scolastico di questa mattina a
Palazzo Chigi era tutta per loro: i precari che manifestano contro i
tagli. La Gelmini ha parlato delle novità che accompagneranno l'inizio
delle lezioni. In primis: la riforma "epocale" della scuola secondaria
di secondo grado, che parte fra qualche giorno dalle prime classi. Ha
poi parlato del tempo pieno alla scuola elementare, che secondo i
conteggi del ministero aumenta rispetto all'anno scorso, del sostegno,
del nuovo concorso per dirigente scolastico e della riforma "epocale"
del reclutamento degli insegnanti, che dovrebbe porre un freno al
precariato.
Ma l'attenzione era focalizzata su precari. Di fronte alle proteste di
piazza, la Gelmini esprime "solidarietà ai precari che manifestano il
loro disagio" per la perdita del lavoro causata dei tagli, ma al
momento non li incontrerà. "Ho incontrato i precari tante volte", ha
detto il ministro. E chi si attendeva una apertura dall'inquilino di
viale Trastevere è rimasto deluso. Il ministro non incontrerà i precari
perché sono stati strumentalizzati da forze politiche. "Non occorre
strumentalizzare il disagio come stanno facendo in questo momento
alcune forze politiche. Si scopre - risponde - che alcuni di quelli che
protestano in piazza non sono precari ma esponenti di Italia del
valori".
E per spiegare l'ineluttabilità dei tagli che dovrebbero rimettere in
piedi la scuola ha detto: "Il governo non è onnipotente e non può
tutto. Siamo in un momento di crisi e occorre razionalizzare le risorse
al meglio". "Non è possibile - prosegue - che il 97 per cento delle
risorse complessive, 43 miliardi di euro circa, vengano utilizzate per
stipendi come adesso. Se vogliamo una scuola di qualità non si può
spendere solo il 3 per cento delle risorse". Secondo la Gelmini 760
mila docenti in Italia "sono più che sufficienti" e il taglio "vero"
sui precari effettuato dal governo sarebbe di appena 12 mila cattedre:
10 mila l'anno scorso e 2 mila quest'anno. In pratica, i pensionamenti
hanno attenuato la sforbiciata di 67 mila cattedre in due anni.
"I precari in sciopero della fame chiedono da giorni di incontrarla, lo
farà?", chiede una cronista. "No, al momento", risponde il ministro,
che prosegue: "Chi protesa non sa ancora di essere stato escluso dalle
supplenze, questo si vedrà fra qualche settimana e non voglio aggiunge
altre tensioni proprio in avvio dell'anno scolastico. Sono disponibile
a un incontro con i precari quando vedrò che la nostra azione a
sostegno anche dei precari sarà giustamente considerata e poi anche
quando verificherò che gli accordi con le Regioni verranno
adeguatamente presi in considerazione", spiega il ministro, chiarendo
che "se si preferisce l'indennità di disoccupazione alle possibilità
che si aprono con gli accordi regionali" allora c'è qualcosa che va
verificato.
Il governo, oltre a tagliare 87 mila cattedre e 42 posti di personale
non docente in tre anni, starebbe facendo tanto per i precari: un
decreto salva-precari che dà la priorità nell'attribuzione delle
supplenze a color che hanno perso la cattedra e una serie di accordi
regionali che, sfruttando fondi Ue, impegnano a scuola una fetta dei
precari "tagliati". Sulla questione del precariato, la ministra è
netta. "Duecento mila precari sono il frutto di decenni di politica in
cui si sono distribuiti posti che la scuola non era in grado di
assorbire. Se si vuole far passare l'idea che 200 mila precari sono
frutto della Finanziaria e dell'azione del governo Berlusconi, allora
non sono disponibile. Non sono disponibile a prestare il fianco agli
attacchi al governo che può essere anche legittimo, ma noi andiamo
avanti a lavorare".
Il resto della conferenza stampa ha toccato il tema delle novità. Il
ministro snocciola dati, parla di sostegno e tempo pieno. Fra pochi
giorni, parte la riforma della scuola secondaria di secondo grado:
"docenti e dirigenti sono stati messi nelle condizioni di operare al
meglio". Le famiglie hanno premiato le novità: come i licei linguistici
e i musicali. Inoltre, in un biennio il tempo pieno alla scuola
elementare è cresciuto del 3 per cento. Per il ministro, il governo ha
anche tutelato gli alunni disabili. "I posti per il sostegno
cresceranno a 93 mila e 700 unità. Nessun disabile rimarrà senza
sostegno, ma non ci devono essere sprechi".
"Il libro dei sogni del ministro Gelmini - dichiara Francesca Puglisi,
responsabile Scuola per la segreteria del Pd - contrasta con la
drammatica realtà della scuola e dei problemi che si riverseranno sulle
famiglie italiane: l'anno scolastico parte con 50 mila classi senza
insegnanti, mille e 600 senza presidi, 8 miliardi di euro in meno in
tre anni e 170 mila docenti e dipendenti della scuola pubblica lasciati
per strada dopo anni di lavoro. Il resto, purtroppo, sono solo
chiacchiere e numeri che non hanno alcun riscontro nella realtà.
D'altra parte - conclude - non ci vorrà molto per appurarlo, visto che
tra poco i nostri ragazzi toccheranno con mano i problemi della scuola
e constateranno di persona se, ad esempio, come dice il ministro
Gelmini, il tempo pieno è aumentato o no".
La riposta di Bersani. Ed è arrivata, durissima, la risposta dalle
opposizioni. "C'è gente precaria nella scuola, che dopo dieci, dodici
anni viene mandata a casa. Neanche i padroni delle ferriere fanno
quello che stanno facendo Gelmini e Tremonti", ha detto Bersani. "C'è
gente che ha fatto il mutuo ed ora non sa come pagarlo, gente disperata
che va letteralmente a piangere nelle banche. neanche i padroni
delle ferriere fanno quello che stanno facendo Gelmini e Tremonti".
Salvo Intravaia ( www.repubblica.it
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