I precari della scuola sfidano la Gelmini: Vogliamo un incontro pubblico
Data: Martedì, 31 agosto 2010 ore 20:00:58 CEST Argomento: Rassegna stampa
Il taglio degli organici targato Tremonti e Gelmini lascerà senza
lavoro almeno 10mila insegnanti. Che a pochi giorni dall'inizio
dell'anno scolastico non hanno notizie sulla loro sorte. Presidio
davanti a Montecitorio.
Il nuovo anno scolastico è alle porte, all’insegna di una delle più
forti contestazioni mai viste. Quella dei precari, che proprio in
questi giorni sono in attesa di un posto che nella maggioranza dei casi
non avranno.
Quindi resteranno a casa, senza stipendio. Magari dopo aver tappato per
anni i buchi (le cattedre vuote) lasciati nelle scuole da una ormai
insopportabile gestione del reclutamento.
Così in molte città, a cominciare da Palermo, al Sud, al Centro, come
al Nord, un numero crescente di docenti ha iniziato lo sciopero della
fame per rendere visibile la loro drammatica situazione.
La questione precari da troppo tempo è rimasta senza soluzione, ed ora,
in seguito al drastico taglio degli organici imposto dai ministri Giulio Tremonti e Mariastella Gelmini, esplode. Si
calcola che nelle graduatorie provinciali risultano iscritti 150 mila
docenti che ogni anno aspettano di avere un posto sia pur a tempo
determinato. Ogni anno assunti e subito dopo licenziati. Ogni anno si
parte da capo. Ma quest’anno per almeno 10 mila di questi docenti non
ci sarà posto. Per altri, almeno altrettanti 10 mila, la
“deportazione”: saranno costretti a lasciare il paese, la famiglia, i
figli, per non perdere una nomina. Dal Sud come punto di partenza, al
Nord dove ancora, nonostante i tagli, ci sono ancora migliaia di
cattedre vuote.
Intanto davanti a Montecitorio si è formato un presidio che sta
sollecitando un incontro con il ministro Mariastella Gelmini. Qui c’è
anche Caterina Altamore, 15
anni di insegnamento a Palermo, poi chiamata al Nord, per avere un
posto a tempo determinato in provincia di Brescia. Sta facendo anche
lei lo sciopero della fame. “Vogliamo un incontro pubblico con la
Gelmini”, dice, “perché vogliamo che spieghi a tutti la bontà della sua
riforma, con le conseguenze non solo per il nostro posto di lavoro, ma
anche per la qualità del servizio offerto alle famiglie. Non creda il
ministro di cavarsela con la sua solita arroganza”. La protesta
comincia a trovare ascolto. Oggi al presidio arriverà il leader di
Rifondazione Paolo Ferrero, domani è in programma l’incontro con
Pierluigi Bersani. “Siamo stanchi di teorici segnali di attenzione”,
continua la Altamore. “Per questo abbiamo predisposto un documento di
impegno per la soluzione del nostro problema che faremo sottoscrivere a
chi dei parlamentari verrà a trovarci. Io sono una golosona, mi piace
mangiare, ma ho scelto di fare lo sciopero della fame come ultimo
tentativo per farci capire. Stiamo raccogliendo consensi sempre più
larghi, ma allo stesso tempo, da alcuni esponenti della maggioranza,
riceviamo solo insulti. Non ci facciamo intimidire. Siamo decisi ad
andare fino in fondo”.
Augusto Pozzoli
www.ilfattoquotidiano.it
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