I precari siciliani resistono A Roma contro «la truffa»
Data: Domenica, 29 agosto 2010 ore 11:30:10 CEST Argomento: Rassegna stampa
Roma. Hanno
preso un aereo alle 8.30 di ieri mattina da Palermo per proseguire la
loro protesta nella Capitale, dove si è più vicini alla cabina di
comando.
Qui si sono uniti a un gruppo di insegnanti e tecnici della scuola di
Roma e delle regioni del Sud: alcune decine di precari hanno
partecipato a un sit-in davanti alla Camera cercando adesioni per
formare un coordinamento nazionale che scenda in piazza e chieda con
forza di ritirare la riforma Gelmini.
«La scuola pubblica non si tocca, la difenderemo con la lotta», lo
slogan scandito mostrando uno striscione con su scritto «Tagli alla
scuola: una truffa per tutti» a piazza Montecitorio, che nell'ultimo
anno è stata teatro di molte battaglie per il posto di lavoro.
In serata la protesta si è spostata in viale Trastevere, davanti al
ministero dell'Istruzione, dove un piccolo gruppo ha deciso di passare
la notte.
Tra i manifestanti due precari siciliani, Giacomo Russo, ATA di
Palermo, in sciopero della fame da dieci giorni, e Caterina Altamore,
maestra precaria alle elementari da 14 anni, che da ieri ha iniziato
l'astensione dal cibo.
L'intenzione è quella di proseguire a oltranza: «fino a che il
ministro Gelmini non accetterà un incontro pubblico e mi convincerà
- specifica Russo - che la sua
riforma farà bene alla scuola».
Si tratta, assicura, non di una battaglia di una categoria, quella dei
precari, ma per il futuro della scuola pubblica «e se abbiamo la forza di
metterci insieme il governo dovrà cedere, perché noi siamo il Paese
reale, loro sono virtuali e provvisori».
Ad appoggiare la protesta la Flc-Cgil e i sindacati di base. «La Cgil
scuola - assicura il segretario, Mimmo Pantaleo, presente al sit in -
non intende adottare un atteggiamento supino.
Non ci interessa quello che fanno gli altri sindacati subalterni che
accettano tutto quello che ha proposto il governo».
E, con un accostamento che richiama un altro fronte caldo per la Cgil,
vede nell'atteggiamento del ministro Gelmini un'adesione completa al
metodo dell'ad di Fiat, Sergio Marchionne, «che è quello dei
licenziamenti», e teme che sia questa «la stella polare con cui Gelmini
e il governo intendono affrontare i problemi della scuola pubblica».
Sono 117.265 i docenti e 69.320 gli ata precari, quelli, invece, che
attendo le nomine per le supplenza sono in tutto 20.000, secondo i dati
della Flc-Cgil.
«Il salva precari - ricorda Pantaleo - di fatto, salva solo il 16% dei
docenti che l'anno scorso hanno avuto una supplenza e il 5% del
personale Ata. Mentre sono 25.600 i tagli previsti dalla riforma oltre
il 50% dei quali concentrati nel sud d'Italia».
Il sindacato ha indetto una serie di iniziative di protesta, tra le
quali assemblee aperte in tutti gli istituti per l'inizio dell'anno
scolastico e un'ora di sciopero ogni quindici giorni a partire da
ottobre.
Il Pd, presente in piazza con una delegazione, chiede che alla
riapertura delle Camere il governo ridiscuta la riforma Gelmini e
prenda in considerazione il piano triennale varato dal governo Prodi
che garantiva 150 mila stabilizzazioni di precari nella scuola in tre
anni. Il Pdl, invece, liquida con poche lapidarie parole il dissenso
della piazza.
Giorgio Stracquadanio, parla di falsi precari e punta contro
l'opposizione:
«Con l'inizio dell'anno scolastico, la sinistra puntualmente ricomincia
con i suoi fallimentari tentativi di agitare la piazza contro il
governo».
Tiziana Caroselli
La Sicilia del 28 agosto 2010<
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