Coordinamento in difesa della scuola pubblica e Coordinamento Precari Scuola di Catania: appello ai sindacati
Data: Sabato, 28 agosto 2010 ore 07:37:59 CEST
Argomento: Comunicati


Le ultime sentenze dei TAR hanno dimostrato il carattere illegale dell'intera politica governativa sulla scuola e lasciato  aperta la possibilità di una prosecuzione del contenzioso, che può rimettere in discussione quanto 'malfatto' dalla  controriforma Gelmini. In attesa di nuovi pronunciamenti, è decisivo mantenere alta e qualificare ulteriormente la  mobilitazione in difesa del diritto allo studio e a un lavoro dignitoso, e correttamente retribuito. Per questo rifiutiamo il  lavoro nero imposto per tre anni dalla “finanziaria Berlusconi.” Tre anni durante i quali saranno bloccati progressione di  carriera e aumenti stipendiali, con evidenti, e nefaste, conseguenze su pensioni e trattamento di fine rapporto.
  Un furto  quantificabile in somme che oscillano (secondo gli anni di anzianità) da 20 a oltre 40 mila euro. Per questo, rifiutiamo il  blocco del turn over e l’espulsione di migliaia di precari che hanno contribuito, in modo determinante, a “tenere in  piedi” la scuola pubblica, ogni anno assunti e licenziati (in molti casi senza percepire stipendi durante la pausa estiva), e  che, per colpa della riduzione degli orari curricolari, dei tagli Gelmini – Tremonti e del sovraffollamento delle classi,  nel prossimo anno scolastico non lavoreranno.
Nonostante il governo abbia sempre ostentato sicurezza nei suoi mezzi e disprezzo verso le proteste del mondo della  scuola, dallo sciopero degli scrutini qualcosa è cambiata, non abbiamo vinto, ma abbiamo dimostrato quanto sia diffuso  il rifiuto del cosiddetto “riordino” e che ribellarsi è possibile, oltre che giusto. Se vogliamo evitare la distruzione della  scuola pubblica statale (non c'è dubbio che questa è la reale posta in gioco), dobbiamo ridare centralità al tema del  diritto all'istruzione coinvolgendo genitori (spesso poco informati su ciò che accade), alunni e tutti coloro i quali  comprendono che una  società che non investe nell'istruzione è destinata a un inesorabile declino. In attesa di individuare  le iniziative più coerenti rispetto a quest'ultimo obiettivo, non possiamo far sì che l'anno scolastico 2010-11 inizi come  se nulla fosse accaduto.
Dobbiamo, in qualità di lavoratori dell'istruzione, prendere atto del fallimento dell'Autonomia e del conseguente  progetto di aziendalizzazione della scuola. Dopo tanti anni, è possibile fare un bilancio: minore democrazia, scarsa  cooperazione, aumento della competitività, minore attenzione alla didattica e allo sviluppo dei processi educativi.
Nessuna persona di buon senso può negare che in questo periodo la scuola ha fatto tanti, troppi, passi indietro. E che la  rincorsa ai “progetti” è servita solo a camuffare tale arretramento e distribuire, a pochi, una specie di ‘indebito’ salario  accessorio. Non a caso nessuna scuola ha mai fatto un pubblico bilancio sui risultati ottenuti con i tanti corsi post  diploma o i vari PON e IFTS, mentre ricordiamo tutti, su questo argomento, le puntuali, e mai smentite, denunce di  sprechi e incongruenze di trasmissioni televisive come Report. 
Il primo passo per invertire tutto questo è riaffermare che a scuola si deve innanzitutto “fare scuola”, e per fare scuola  bene è necessario che tutti siano coinvolti e tutti siano responsabilmente protagonisti. Per questo, sin dal primo Collegio  Docenti ci batteremo per riaffermare una gestione democratica della scuola a partire dal ripristino di quanto previsto   dagli Organi Collegiali, in primo luogo l'elezione, da parte del Collegio Docenti, dei Collaboratori del Preside.
Ci batteremo per rimettere in discussione la logica delle Funzioni Strumentali e ritornare al clima di collaborazione fra  tutti, evitando di accorpare incarichi che, alla fine, risultano poco gestibili. Per far ciò è necessario aumentare il numero  delle funzioni riducendone compiti e orari, in modo da distribuirle fra più colleghi. L'articolazione del Fondo di  Istituto (innanzitutto attraverso l'intervento del Coll. Docenti e dell'Assemblea del personale ATA) deve essere  funzionale al progetto e alle necessità didattiche.
Non sottovalutiamo, inoltre, quanto occorre fare per ristabilire legalità e non essere complici della distruzione della  scuola: 
a) Rifiutare (nella scuola secondaria) ogni cattedra che va oltre le 18 ore 
b) Non accettare supplenze a pagamento, né tollerare accorpamenti delle classi in caso di assenza dei colleghi
c) Pretendere il rispetto degli standard di sicurezza rispetto al rapporto aule/alunni. In ogni caso, è illegale che in un'aula  scolastica lavorino contemporaneamente più di 26 persone (tra alunni e docenti)
INVITIAMO TUTTI I SINDACATI A CONFRONTARSI SU QUESTA PIATTAFORMA E A SOSTENERE LE  INIZIATIVE DEI LAVORATORI.
Coordinamento in difesa della scuola pubblica statale – Catania
Coordinamento Precari Scuola – Catania

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