Il mistero dei “tre elenchi” per la mobilità professionale del personale Ata. USP di Catania indica un’assemblea per informare gli interessati
Data: Giovedì, 26 agosto 2010 ore 13:02:44 CEST
Argomento: Opinioni


L’elaborazione schematica delle tabelle che vengono qui di seguito pubblicate mette a confronto i dati dei tre elenchi, e che consente una visione complessiva ed articolata (unitaria per concorrente) di una questione che ha sollevato forti doglianze ed accese proteste da parte dei collaboratori scolastici, è stata realizzata, generosamente e a titolo gratuito, da un giovane esperto di sistemi informatici, Francesco, durante alcune ore (quasi tre) di una giornata parecchio afosa (martedì 24 agosto 2010).
Un risultato che, appunto destinandovi alcune ore dell’attività giornaliera di una unità lavorativa, avrebbe potuto essere fornito, in ossequio alla trasparenza e alla chiarezza, al personale interessato alla mobilità professionale (nel nostro caso, i collaboratori scolastici), e per darne puntuale conoscenza agli interessati proprio nella considerazione che le sequenze risultavano fortemente discordanti, dall’Ufficio scolastico provinciale. Che invece ha da parte sua “preferito” utilizzare nel suo decreto del 2 agosto l’aggettivo indefinito “alcuni”, seguito dal sostantivo “errori”, minimizzando così quelle che il 31 agosto sono risultate 251 variazioni delle 314 valutazioni complessive in elenco nel confronto con l’elenco del 26 luglio, mentre dal confronto con l’elenco del 7 luglio le variazioni sono risultate, diverse rispetto a quelle del confronto con l’elenco del 26 luglio, addirittura 275 su 314 voci complessive riguardanti i “crediti”, con conseguenti stravolgimenti al “totale punti” e alla “posizione” in elenco.
Sono in molti a chiedersi perché nel suo decreto dirigenziale del 2 agosto 2010 l’Ufficio scolastico provinciale ha utilizzato l’espressione “correzione di alcuni errori”, riferendosi al precedente elenco “definitivo” del 26 luglio, dopo aver evidenziato che quella correzione di “alcuni” errori si era resa, ma senza spiegarne i motivi, necessaria.
In ogni caso, è di generale conoscenza, e peraltro evidenziato in tutte le grammatiche, nei dizionari e nei vocabolari della lingua italiana, da parte dei linguisti e di chi si occupa di dialettologia italiana, che l’aggettivo indefinito “alcuno” indica, quando viene utilizzato al plurale, “un numero indeterminato, ma non grande” (Maurizio Dardano e Pietro Trifone), mentre “poco” indica “una quantità esigua, scarsa”; “alquanto” ha un “significato intermedio fra ‘poco’ e ‘molto’, indicando una quantità discreta”; “parecchio” indica “una quantità rilevante, ma inferiore rispetto a ‘molto’”, che indica “una quantità notevole”; “tanto equivale a ‘molto’, ma esprime con più forza l’idea della grande quantità”; “troppo indica eccesso, sovrabbondanza” (Dardano e Trifone).
E su tutto ciò vi è concordanza: “alcuni” indica “un numero indeterminato, ma sempre esiguo” (Marcello Sensini), un numero “indeterminato, limitato e circoscritto” (Aldo Gabrielli), una “quantità non precisata, ma limitata” (Tullio De Mauro, nel suo Dizionario avanzato dell’italiano corrente).
Ed ormai da molti anni sono stati pubblicati, promossi dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e dal Dipartimento della Funzione pubblica, volumi specifici, come il “Manuale di stile. Strumento per semplificare il linguaggio delle pubbliche amministrazioni”, nonché di “Regole in uso per la grafia dei resoconti parlamentari”.
Finalità?
Appunto, trasparenza e chiarezza, soprattutto per quanto concerne le espressioni ed i termini grammaticali, in particolare negli ambiti scolastici a tutti i livelli. Certo, un motivo, quale che esso sia, deve esserci per essere stata usata un’espressione, diciamo così, del tutto grammaticalmente impropria: “alcuni” errori quando, al contrario, sono “tanti”, da potersi indicare col superlativo assoluto “tantissimi” data la notevolissima quantità, poiché l’aggettivo indefinito “tanti” esprime con più forza l’idea della grande quantità rispetto a “molti” (e a “moltissimi”), che di per sé esprime una “quantità notevole”, e tutti intendono molto di più di quanto viene indicato da “parecchio”, che già esprime una “quantità rilevante”.
A parte il fatto, a voler essere più precisi, che i cosiddetti “errori” sono stati troppi, eccessivi, sovrabbondanti, superando ampiamente la maggioranza assoluta (50% più uno, cioè 158) rispetto al totale dei concorrenti (314) da valutare, ed anche quella maggioranza qualificata rappresentata dai due terzi (210) del totale 314, fino ad essere stati, nel confronto degli elenchi del 7 e del 31 luglio, 275 gli errori (87%) su 314 valutazioni e addirittura 293 (93%) gli errori rilevati durante il confronto degli elenchi del 7 e del 26 luglio. Di qui, la domanda che sorge spontanea: quale dei tre elenchi è quello corretto?

Alla quale si unisce un’altra domanda, anch’essa spontanea:
facendo riferimento ai singoli partecipanti, possono esserci valutazioni da rivedere ancora, date le addirittura numericamente, e non soltanto numericamente, macroscopiche discordanze che caratterizzano moltissimi casi?

Ciò, soprattutto, perché da un collaboratore scolastico è stato facilmente individuato (come lo sarà stato facilmente individuato da tutti) che il “valzer dei punteggi verte”, e ciò è assolutamente vero, “quasi interamente sui crediti professionali, cioè sul punteggio derivante da attestati di frequenza a corsi di formazione rilasciati dalle scuole, dal Miur e dagli enti accreditati”, da valutare punti 0,5. Al punto 8 della tabella di valutazione dei titoli è scritto: “Frequenza certificata di attività di formazione promossa dall’Amministrazione, dalle scuole e/o da Enti accreditati o riconosciuti con provvedimento dell’Amministrazione”. Pertanto, quali sono gli “Enti accreditati o riconosciuti con provvedimento dell’Amministrazione” e quali sono i suddetti provvedimenti?
D’altra parte, è ormai a tutti noto il “valzer” dei corsi a pagamento, anche parecchio costosi, per acquisire punti che in definitiva, essendo ormai di generalizzata frequenza, non modificano affatto le condizioni individuali in termini di aspirazioni anche di tipo occupazionale mentre ci si trova in regime di precariato a tempo indeterminato e/o in una qualsiasi (e magari in più di una) delle tante graduatorie che caratterizzano il sistema del pianeta scuola. Insomma, spese aggiuntive, anche da parte di chi ha ben poco da spendere, invece di ottenere occupazione e miglioramento economico.
Il collaboratore scolastico che ha suggerito l’esistenza del “valzer dei corsi” si è fatto carico di aggiungere che “per ogni corso” sarebbero stati rilasciati “dai 6 ai 10 attestati, dividendo a loro fare” – genericamente indicando “signori sindacalisti” – “il corso in moduli”,risultando “colmato al massimo” il patrimonio dei crediti valutabili. “Moltiplicazione” dei corsi prima “giustamente”, dice il collaboratore scolastico, bocciata, ma poi riveduta e “corretta” dall’Ufficio scolastico provinciale “dietro le pressioni sindacali”.
Si tratta, ovviamente, di un’ipotesi, che viene riportata per completezza, al momento attuale, dell’informazione, pur stentando a credere che da parte sindacale (di uno qualsiasi dei sindacati della scuola) possano esserci state interferenze di tal fatta, non soltanto perché le richieste di chiarimento, di fronte alle perplessità, vanno rivolte dall’Ufficio scolastico provinciale al Ministero e all’Ufficio scolastico regionale, ma perché da interpretazioni di parte e da comunque interessati ai corsi di formazione (e alla loro valutazione in termini di punti da attribuire) verrebbero lesi i diritti individuali, e nel complesso anche quelli collettivi, di tutti i lavoratori che partecipano, con parità di diritti e di doveri, ad un pubblico concorso.
Tutto ciò, a parte il fatto che sarebbero presenti negli elenchi della mobilità professionale dei collaboratori scolastici alla funzione di assistenti amministrativi e di assistenti tecnici anche coloro che sono stati imputati e condannati per false dichiarazioni. E adesso una proposta.
L’Ufficio scolastico provinciale si faccia promotore di una assemblea di collaboratori scolastici, nell’aula magna più ampia di uno degli istituti scolastici di Catania, al fine di fornire tutti i chiarimenti indispensabili per fare comprendere i motivi che hanno determinato il rivoluzionamento degli elenchi e per rispondere a tutte le domande che verranno poste sia dai collaboratori scolastici, sia da quanti, per potere a loro volta fornire pubbliche informazioni, le porranno.
Naturalmente, consentendo l’immediato accesso agli atti a coloro che hanno già avanzato domanda e a tutti gli altri che la presenteranno.

Polibio





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-22890.html