La ministra Gelmini non perde occasione per confermare la sua cultura autoritaria
Data: Giovedì, 26 agosto 2010 ore 07:00:00 CEST
Argomento: Sindacati


La ministra Gelmini si schiera con Marchionne nel negare il rispetto della sentenza dei giudici di reintegro dei lavoratori della Sata di Melfi ingiustamente licenziati. Si diletta perfino a confutare la sentenza, sposando in pieno la teoria di Marchionne, sconfessata dal Giudice, sul fatto che i lavoratori avrebbero bloccato i macchinari e fermato la produzione.

La titolare del dicastero dell'Istruzione, invece, farebbe bene a compiere una seria autocritica sulle politiche di vera e propria demolizione della scuola pubblica, sul licenziamento di migliaia di precari, sul non rispetto della Costituzione che garantisce a tutti il diritto di apprendimento.

Evidentemente la Gelmini pensa di essere in uno Stato dove è possibile negare regole e diritti. Esattamente quello che sta avvenendo in tutti i comparti della conoscenza, che stiamo contrastando con le tante iniziative di mobilitazione che intensificheremo fin dai primi giorni di Settembre.

Forse la Ministra Gelmini ha nostalgia per il passato, quando venivano negati diritti fondamentali e non esisteva la scuola di massa, ma sappia che non consentiremo di tornare a quei tempi. La FLC CGIL sostiene le ragioni dei lavoratori FIAT per il rispetto della propria dignità e dei propri diritti. Siamo al fianco della Fiom nella lotta contro la schiavizzazione del lavoro e contro la cancellazione del contratto di lavoro.

La FLC CGIL difenderà la scuola e l'università pubblica, l'autonomia degli enti di ricerca pubblica, le persone che compiono il proprio dovere, i precari e le conquiste contrattuali. Siamo interessati a discutere di valorizzazione professionale, ma questo giusto obiettivo come si concilia con il blocco dei contratti e l'assenza di risorse? Come si concilia la valorizzazione professionale con una manovra finanziaria giocata tutta contro il lavoro pubblico?

Se la Ministra Gelmini pensa di cancellare gli scatti di d'anzianità, destinando quelle risorse ad una meritocrazia con parametri decisi da lei, troverà la nostra ferma opposizione: significherebbe tagliare gli stipendi a tutti per dare a pochi! È curioso che mentre si discute di come garantire il mantenimento degli scatti di anzianità tagliati dalla manovra finanziaria, già si pensi di cancellarli alla fine del triennio!

La storiella dei sindacati moderati e radicali non ha alcun senso perché la vera differenza è tra autonomia e subalternità.

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