Dialogo con la diplomata più giovane d’Italia
Data: Mercoledì, 25 agosto 2010 ore 11:07:49 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Alessandra Ferrandino, a soli 17 anni, è la più giovane diplomata d’Italia della sessione di esami del 2010, originaria di Aversa, ha conseguito la maturità scientifica al Liceo “Leonardo Da Vinci” di Treviso, dove anni fa si è trasferita con la famiglia. Ha iniziato le elementari ad Aversa quando aveva solamente 4 anni, adesso si iscriverà alla facoltà di architettura di Venezia. Una studentessa modello che ha avuto la sua formazione di base ad Aversa, noi le abbiamo posto qualche domanda.
Come ha saputo di essere la più giovane diplomata d’Italia?
 
Ho soperto di essere la più giovane diplomata d'Italia da un giornale: io mi ero solo interessata a comunicare la mia giovane età!
 
Che effetto le fa?
 
Sono molto orgogliosa della mia precocità e credo sia una bella soddisfazione dopo anni di sacrifici.
Mamma e papà saranno stati contenti, cosa le hanno detto?
I miei genitori sono stati molto soddisfatti e, come me, orgogliosi! Mi hanno fatto i complimenti.
 
Quando è andata via da Aversa e perchè?
 
Sono andata via da Aversa nell'agosto del 2004 perché mio padre è stato trasferito a Treviso per lavoro (direzione lavori autostrade).
La formazione che ha ricevuto nella sua città d’origine quanto le è stata utile per conseguire il risultato che ha raggiunto?
Considerando che ho frequentato ad Aversa fino alla seconda media, posso solo dire che ho ricevuto delle buone basi e imparato un buon metodo di studio.
 
Quali scuole ha frequentato ad Aversa?
 
Scuola materna e primina: Il Roseto; scuola elementare: Linguiti presso S. Agostino; scuola media: Gaetano Parente.

Che ricordi ha dei suoi docenti e dei suoi compagni di classe aversani?
 
Ho sempre avuto un bel rapporto con i miei compagni di classe aversani: certo, tra litigi e sorrisi si cresce assieme.
Per quanto riguarda i docenti, non posso dire che siano stati tutti modelli da imitare, ma alcuni li sento ancora adesso nel mio cuore per la passione e la voglia di studiare che mi hanno sempre trasmesso.
 
E’ vero che da piccolina era un genietto precoce, tanto da aver imparato a scrivere a 4 anni?
 
Non mi definirei un genietto precoce. Semplicemente tendevo a imitare i più grandi e a voler fare le loro medesime cose: insomma, avevo voglia di imparare e di crescere.
 
Cosa vuole fare da grande?
 
Il mio sogno è sempre stato, sin dall'età di 5 anni, di diventare un architetto. So che non è una strada facile, ma la cosa non mi spaventa più di tanto: la determinazione è sempre stata una delle mie migliori qualità. Mi sto, appunto, preparando per i test di architettura a Venezia.
 
Qual è il suo legame attuale con Aversa?
 
Io sono molto legata alla mia città, perché mi ha dato tanto, mi ha insegnato a vivere. Purtroppo non ci torno molto spesso, a causa dei molti impegni che ho a Treviso, ma, appena possibile, faccio un salto. Mediamente torno ad Aversa una, due volte l'anno per circa una settimana.
 
Cosa le manca della nostra città?
 
Ciò che mi manca maggiormente della città di Aversa è la gente. Credo che ogni città sia tale in base alla gente che ci vive e Aversa è speciale in questo senso. Il calore delle persone, l'umiltà, il modo di condividere ogni cosa non sono caratteristiche facili da trovare al nord.
 
Un giorno ritornerebbe per viverci oppure il suo futuro è oramai veneto?
 
Uno dei miei sogni è tornare a vivere ad Aversa, non perché a Treviso si viva male, ma perché il mio cuore è aversano: lì ci sono le mie abitudini, le mie usanze, i miei modi di fare che condivido con la gente del sud. Il nord è un'altra cosa.
 
Salvatore Pizzo
www.corrierediaversaegiugliano.it





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