UNICOBAS-LETTERA APERTA AGLI INCARICATI A TEMPO INDETERMINATO DELLA SCUOLA: RUOLO O NO, NO A CATTEDR
Data: Lunedì, 23 agosto 2010 ore 01:00:00 CEST
Argomento: Comunicati


LETTERA APERTA AGLI INCARICATI A TEMPO INDETERMINATO DELLA SCUOLA
 : RUOLO O NO, NO A CATTEDRE A 18 H.

L'anno scolastico che sta iniziando sarà fondamentale per i destini della scuola pubblica e di un milione di lavoratori. I presupposti non sono certo dei migliori:
•          È in atto il più vasto licenziamento mai messo in cantiere in Italia. Riguarda circa 130.000 precari, docenti ed Ata, in tre anni. Di contro, gli istituti scolastici sono sempre più fatiscenti e pericolosi (è di questi giorni la notizia dell'enorme numero di scuole italiane che contengono ancora amianto) e le condizioni di vita materiali disastrose per alunni, studenti, lavoratori. Tutto a causa di tagli finanziari portati avanti da un governo  convinto di risanare il debito pubblico risparmiando sugli investimenti della cultura, invece di attaccare gli sprechi, l’evasione fiscale, la corruzione, la concussione politica e le organizzazioni criminali.
•          Le “riforme” in chiave minimalista dei diversi ordini di scuola, approvate in questi anni, vanno nella direzione dello smantellamento della scuola pubblica, il cui scopo sarà quello di produrre manodopera a basso costo. Naturalmente tutto ciò va a favore della scuola privata che vorrebbe svolgere la funzione solitaria di “formatrice d’eccellenza” per una platea selezionata in base al censo.
•          Un atteggiamento a dir poco offensivo e lesivo della nostra dignità professionale, che si manifesta col blocco per un triennio dei rinnovi contrattuali (perdita media di circa 2000 €), ulteriori strette sulla politica previdenziale (l'età pensionabile delle lavoratrici innalzata a 65 anni, a partire dal 2012 e non più dal 2018), il paventato congelamento dei già miseri scatti di anzianità (la cui sorte non è ancora chiara, tra gli articoli della "manovra estiva", gli emendamenti dell'ultima ora e le guasconerie di "Capitan Bonanni", ma di certo la buggeratura è nell'aria).
•          Una campagna di denigrazione e delegittimazione sociale e professionale ad opera di soggetti come Brunetta (che ha inventato una legge anticostituzionale come la tassa sulla malattia, suggerendo all'opinione pubblica l'idea che ogni lavoratore della scuola è un fannullone), o come la Gelmini (che col Piano di Qualità e Merito ha confermato quanto l'UNIcobas va dicendo da anni: lo scopo primario dei test INVALSI non è tanto quello di misurare i risultati degli studenti, quanto di valutare e premiare docenti e scuole cd. "meritevoli").
•          Dal prossimo anno scolastico i residui del fondo finanziario delle scuole serviranno a finanziare i corsi di tre settimane, voluti dal ministro della Difesa Ignazio La Russa, per avvicinare gli under 30 alle forze armate; così quel tragico trend che da anni toglie soldi alla scuola e alla cultura per finanziare missioni militari all'estero, acquistare cacciabombardieri et similia, giunge oggi alla tappa finale e parodistica della "mini naia" (cd. “legge-Balilla”).
Cosa possono fare insegnanti e ATA di ruolo per resistere e lottare contro questa situazione?
In primo luogo rifiutarsi di farsi complici della macelleria sociale a danno dei precari, non accettando cattedre oltre le 18 h. settimanali (come da contratto vigente). Accettare cattedre oltre le 18 h. significa infatti piegarsi alla logica del cottimo ed aprire le porte a breve ad un aumento dell'orario di lavoro a pari retribuzione. Significa svilire la funzione docente ed avviarsi inconsapevolmente alla trasformazione di questa professione in qualcosa di diverso: essere a servizio e pronti a tutto per qualche spicciolo in più (ripreso con lo scatto dell’aliquota fiscale).
Inoltre possono rifiutare di svolgere ogni genere di attività aggiuntiva e lavoro volontario oltre gli stretti impegni contrattuali;
rifiutare di assumere incarichi di vicario e/o responsabili di plessi o sedi distaccate;
non dare disponibilità a svolgere attività di coordinamento,  gite scolastiche e visite d'istruzione;
non accettare in aula alunni di altre classi;
rifiutarsi di adottare nuovi libri fino a quando il vecchio testo viene è disponibile...
...e tante altre possibili forme di lotta contro l’impoverimento della scuola pubblica, i tagli, la riduzione di classi e l'aumento del numero di alunni, la contrazione d'orario, la cura dimagrante imposta ad alcune materie, l’espulsione forzata dei precari.
SU LA TESTA, È ORA DI LOTTARE !!!







Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-22822.html